Sisma, Falcucci: “Dopo 8 mesi
nessuna risposta concreta
Occorre cambiare passo”

CASTELSANTANGELO SUL NERA - Il primo cittadino è critico dopo aver chiesto di essere ricevuto dall'assessore Sciapichetti senza però aver avuto riscontri. "Si parla con i comitati ma non con noi. Se non andiamo bene ci commissarino". Sulle casette: "Ancora non le abbiamo viste". Necessario anche che "vengano riaperte le strade"

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Mauro Falcucci, sindaco di Castelsantangelo

 

Ha chiesto un «urgentissimo incontro all’assessore Angelo Sciapichetti alla presenza del presidente della Regione Luca Ceriscioli per fare il punto della situazione ma, nonostante le assicurazioni da parte dell’assessore, ad oggi nessun cenno di convocazione». E quindi il sindaco di Castelsantangelo, Mauro Falcucci, scrive cosa avrebbe chiesto, soprattutto dopo aver sottolineato che «dopo ben 8 mesi dal 24 agosto ancora non si è data nessuna risposta “concreta” alle nostre popolazioni, alle attività produttive, agli artigiani e allevatori. Oggi apprendo dai social che tali risposte che sono state date dal governo e dalle regioni interessate al coordinamento di 50 comitati che si sono recentemente costituiti per chiedere lumi su procedure e tempi per la ricostruzione». E’ proprio questo il punto che muove la perplessità del primo cittadino del paese dell’entroterra martoriato dal terremoto. «Sono estremamente felice dell’impegno preso dai massimi organi di governo ma qualche dubbio mi sorge. Perché non dare le risposte ai sindaci che conoscono perfettamente i problemi, i ritardi, le promesse già fatte e non rispettate, le criticità delle soluzioni prospettate e invece confrontarsi con un interlocutore che, pur nelle migliori intenzioni, si siede per la prima volta ad un tavolo di confronto?».

castelsantangelo-zona-rossa-1-400x225Perplessità che trovano una sola risposta per il sindaco di Castelsantangelo: «l’impressione è quella di un ennesimo spot elettorale dove prevalgano esigenze di comunicazione senza interlocuzione “critica e informata” cercando di guadagnare altri mesi prima che i comitati arrivino a manifestare le stesse perplessità oggi rappresentate dai sindaci. Non è giusto. La nostra comunità non merita di essere strumentalizzata e piegata alle esigenze politico elettorali. Occorre immediatamente cambiare passo – evidenzia Falcucci –  Se noi sindaci siamo inadempienti o incapaci di gestire l’emergenza, ci commissarino, altrimenti lo stesso provvedimento venga applicato ad altri, ma quanto prima. Cambiare interlocutore e spostare il tavolo di confronto ai comitati significa questo? Ora più di prima aspettiamo i fatti e non più parole e decreti che per numero hanno superato quello delle casette che ancora è zero».

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Il commissario Vasco Errani con il presidente Luca Ceriscioli e (al centro) il sindaco di Castelsantanagelo Mauro Falcucci

Il primo cittadino, poi, mette l’accenno sulle domande che avrebbe posto all’assessore e al governatore delle Marche. «Avrei chiesto, per l’ennesima volta, la tempistica per la reale fruizione delle Sae (soluzione abitativa in emergenza) ed il rispetto del crono-programma stabilito. Ricordo che Castelsantangelo è stato fortemente colpito sin dal 24 agosto tanto che ad ottobre erano state già richieste 11 Sae, mai arrivate. Nell’immediato erano state individuate le aree per le Sae ma solo dopo ben quattro riunioni con gli organi tecnici del Dpc funzione tecnica, Cnr e Regione, il febbraio 2017 è avvenuta la definitiva ubicazione. I cantieri per l’inizio delle opere di urbanizzazione, se non ci saranno ancora ulteriori ritardi, inizieranno dopo il 2 maggio 2017. Ciò significa che i cittadini occuperanno le Sae della frazione di Gualdo a fine agosto 2017, per quella del capoluogo la prima settimana di ottobre 2017 e per la terza, quella della frazione di Nocria, per la quale siamo ancora in attesa della progettazione definitiva nonostante l’area sia stata già consegnata, immaginiamo, in via ottimistica, fine mese di ottobre 2017. Il tutto non è assolutamente più accettabile».

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Castelsantangelo sul Nera

Falcucci prosegue il suo intervento, in quello che è un appello accorato: «Avrei chiesto, per l’ennesima volta, il ripristino degli insediamenti produttivi. Non possiamo installare i moduli per la ripresa delle attività produttive perché l’unica area utile è in R4 (Rischio idrogeologico molto elevato). Già dal mese di novembre 2016 abbiamo chiesto l’intervento della Regione che ha eseguito i sopralluoghi, ma siamo in attesa della progettazione e dei conseguenti interventi di mitigazione per una riperimetrazione di quell’area. Quindi tutto fermo. Avrei chiesto, per l’ennesima volta, tempi certi per la consegna delle stalle. Ad oggi ancora nulla – evidenzia il sindaco di Castelsantangelo – . Sono chiari a tutti i limiti dell’organizzazione tecnico-amministrativa del post terremoto e non voler intervenire significa non aver compreso la reale portata del terremoto e il dramma epocale che le popolazioni colpite stanno vivendo. I territori dei Comuni di Castelsantangelo sul Nera, Ussita e Visso, sono stati colpiti da una catastrofe senza precedenti dove le percentuali di crollo arrivano fino al 95% del patrimonio abitativo.

Affrontare calamità con le procedure ordinarie, significa ritardare di moltissimi anni la ricostruzione sottendendo una strategia volta alla desertificazione. Dobbiamo rimuovere le macerie con provvedimenti eccezionali almeno per la prima fase. Abbiamo l’obbligo come amministratori, dopo 8 mesi, di riaprire tutte le vie pubbliche per consentire ai nostri cittadini di piangere davanti alle loro case crollate e recuperare quanto più sia possibile degli effetti più cari sepolti sotto le macerie. Dobbiamo immediatamente conferire gli incarichi per lo studio della microzonazione sismica di livello 3 ma siamo ancora in attesa, da parte del Commissario Errani, della definizione delle figure professionali necessarie per costituire le commissioni- dice Falcucci – . E’ stato più volte ribadito che occorre dare, con estrema celerità, risposte di eguale tempistica su tutto il territorio martoriato dal sisma adottando però interventi diversi. Il terremoto ha colpito in modi differenti: alcune realtà sono state devastate e rase al suolo, in altre è stato fortemente compromesso il tessuto economico-sociale oltre agli ingenti danni ai patrimoni abitativi, in altre si sono verificati solo danni materiali. In tutte queste realtà bisogna intervenire con pari tempistica, ma le misure devono necessariamente essere differenti in funzione dei danni subiti- conclude il primo cittadino -. Per i nostri territori dell’Alto Nera, la priorità è la rimozione delle macerie, contestualmente lo studio del sottosuolo adeguando i nostri piani regolatori, per poi pianificare la ricostruzione e nel contempo attivare tutte le misure volte alla ripresa economica delle attività produttive preesistenti e per favorire nuovi insediamenti».



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