Conferenza stampa di presentazione del nuovo decreto del governo sull’istituzione di una zona franca nei territori terremotati
Il governo dà seguito a quanto annunciato nei giorni scorsi e istituisce un fondo specifico di 1 miliardo di euro per ciascun anno del triennio 2017-2019 finalizzato a consentire l’accelerazione delle attività di ricostruzione. Tra le misure del Cdm di martedì viene istituita una zona franca urbana nei Comuni colpiti dagli eventi sismici in favore delle imprese aventi la sede principale o l’unità locale all’interno della stessa zona franca e che abbiano subito una contrazione del fatturato a seguito degli eventi sismici. Tali imprese possono beneficiare, in relazione ai redditi e al valore della produzione netta derivanti dalla prosecuzione dell’attività nei citati Comuni, di una esenzione biennale Ires e Irpef (fino a 100 mila euro di reddito), Irap (fino a 300 mila euro di valore della produzione netta) e Imu, nel rispetto dei limiti e delle condizioni stabiliti dai regolamenti “de minimis”.
La Cna esprime soddisfazione per la decisione del Governo: “Sono state finalmente accolte le richieste arrivate dagli artigiani e dalle piccole imprese delle aree terremotate che la Cna ha sostenuto in tutte le sedi istituzionali . Un aiuto per favorire concretamente il ritorno alla normalità di questi territori e per riattivare un tessuto economico composto in prevalenza da artigiani e micro e piccole imprese”. La Cna segnala inoltre che l’ordinanza n. 20 del 7 aprile scorso fissa al 30 maggio 2017 il termine delle domande per le delocalizzazioni. Le delocalizzazioni temporanee delle attività economiche o produttive, inoltre, divengono possibili anche in territorio provinciale o regionale, a condizione che non sia possibile all’interno dello stesso comune oppure che in esso sia eccessivamente onerosa. Per l’attivazione della procedura è sufficiente soltanto un accordo fra i due sindaci interessati .
“Questa – secondo Luciano Ramadori , direttore provinciale Cna Macerata – è un’altra importante opportunità a disposizione delle imprese interessate, una soluzione che, come Cna, abbiamo voluto fortemente in quanto fondamentale per la ripartenza di tutte le attività produttive impossibilitate a operare nella loro sede originaria”. Sempre ramadori aggiunge che, “Per quanto riguarda l’indennizzo una tantum di 5 mila euro, per il quale la Regione Marche sta valutando le domande e richiedendo in qualche caso integrazioni , come Cna continuiamo a sollecitare lo sblocco immediato delle procedure di risarcimento visto che parliamo di danni economici riferiti all’ultimo quadrimestre 2016.
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