La riunione degli ambasciatori dei 28 Paesi dell’Unione Europea ha rivisto al ribasso la proposta della Commissione Ue che consentiva il finanziamento al 100%, con i fondi europei, delle spese di ricostruzione nelle aree colpite da terremoto e altre calamità naturali, portandolo al 90%. Vari Paesi hanno avanzato riserve chiedendo infatti che si mantenesse un’aliquota di co-finanziamento nazionale. Il compromesso trovato ha fissato la quota nazionale al 10%. La palla passa ora al Parlamento europeo. Una “discussione surreale” per i rappresentanti italiani. “Siamo scandalizzati – commenta il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli – ci sono Paesi che hanno deciso di andare a lucrare in una situazione del genere. La misura era stata approvata. Ne parleremo sicuramente nella prossima sessione a Strasburgo e invitiamo il presidente Juncker a rilanciare la proposta e farsi forte del sostegno ottenuto dal Parlamento. L’egoismo dei governi non lo superiamo se non con un po’ più di unità tra Parlamento e Commissione”. Duro l’attacco dell’ambasciatore Maurizio Massari. “Solidarietà al 90%, che senso ha?. Non si trattava di una questione di soldi (l’ammontare di fondi Ue assegnato resta uguale), ma di principi. Se si vuole dimostrare solidarietà politica in circostanze così tragiche, questa solidarietà deve essere piena, non ha senso circoscriverla con la contabilità. E’ come dire: siamo, come europei, solidali al 90%. Ma che senso ha?”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Magari i soliti paesi del nord europa……