Piccoli spiragli per la riapertura della Valnerina, si saprà giovedì prossimo, nel corso del nuovo incontro con Anas, se la proposta per riaprirla, presentata dal sindaco Giuliano Pazzaglini sarà accettata. A darne notizia è il primo cittadino nel suo consueto aggiornamento sulla situazione post terremoto su Facebook. “I problemi sono sostanzialmente di due generi, strade interrotte e strade danneggiate. Nel primo gruppo rientrano la Valnerina ma anche la provinciale per Castelluccio, nel secondo quasi tutte le altre. Per quanto riguarda la Valnerina c’è stato un incontro con Anas, Regione e Provincia, che si ripeterà giovedì prossimo per verificare la fattibilità di quanto proposto oggi. Riguardo le altre strade le notizie sono positive, abbiamo raggiunto un accordo con autostrade per intervenire sulla strada per Aschio, la Provincia ha fatto la gara per la strada Forcella”. Per le casette nonostante siano state ordinate, sono state approvate soltanto le aree che permetteranno di installare 120 casette complessive, il tempo massimo da contratto per la consegna è il 25 luglio. “Le rimanenti cento verranno ripartite su tre ulteriori aree che a breve esauriranno l’iter di approvazione con tempi di consegna ipotizzabili per agosto – scrive Pazzaglini – riguardo alle attività produttive le notizie non sono positive. Dopo l’imperdonabile ritardo della normativa, che ad oggi ancora non è completa, bisogna registrare che nessun aiuto è ancora stato dato a commercianti e professionisti. Nonostante sia passato quasi un mese nessuno ha risposto alla lettera con cui proponevo una soluzione fattibile e soddisfacente”. Pazzaglini elenca altre criticità, riguardo lo spostamento degli sfollati dagli alberghi della costa, i sopralluoghi e la bozza di legge sulla ricostruzione pesante. “Sugli alberghi tocchiamo il punto più basso della gestione post terremoto. Nonostante una richiesta formale da me avanzata di non spostare nessuno fino a quando non avessimo organizzato i servizi di scuolabus e navette, si sono spinte le persone a decisioni affrettate – spiega il sindaco – disattendendo le richieste dei comuni e addirittura scavalcandoli nella comunicazione. Sulla ricostruzione leggera sono poche le pratiche presentate dai privati, sulla ricostruzione pesante la bozza proposta è pessima, per l’aspetto economico, per tempi e modalità ma soprattutto per assurdità per cui il centro storico di Visso non potrebbe essere ricostruito. Ho presentato una serie di osservazioni, sono in attesa di risposte”. Ieri a Visso è iniziata la rimozione delle macerie. “Unico aspetto positivo di tutto è che abbiamo ricevuto solidarietà da parte di amici di tutta Italia, con donazioni in soldi, in beni di prima necessità. Abbiamo instaurato rapporti con altri comuni, associazioni e migliaia di privati che hanno dimostrato il meglio di un’Italia decisamente deludente a livello istituzionale”, conclude il sindaco che elenca in numeri il grande lavoro di questi mesi: 13 ore di lavoro al giorno per sette giorni, una decina gli appuntamenti giornalieri, undicimila chilometri percorsi al mese, circa 150 telefonate e tra le 400 e le 500 mail giornaliere.
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Questi sindaci del cratere dovevano essere degli Stachanov già prima del sisma, sennò mica potrebbero reggere i mostruosi carichi di lavoro ai quali si sottopongono.
Ammiro quest’uomo che ha capito che la rinascita di Visso e di tutte le zone terremotate dipende dalla presenza degli abitanti che non devono tornare con l’autobus, darsi uno sguardo attorno e non vedere l’ora di ripartire. Peccato che stia lottano contro tutti gli ostacoli che arrivano da tutte le parti che fanno della burocrazia le loro arma più affilata: Provincia, Regione e Stato con funzionari degni di ricostruire solo castelli di sabbia in riva al mare, con paletta,rastrellino, secchiello e cappello per riparare dal sole quelle teste così qualificate. Complimenti Signor Sindaco.