La primavera nel cratere:
dai crodini al principe Carlo
Ricominciare a Monte San Martino

I PASSI DOPO IL SISMA/1 - Viaggio nei comuni colpiti dal terremoto a 7 mesi dalle scosse del 24 agosto. Nonostante le preoccupazioni del sindaco Valeriano Ghezzi ("Chi tornerà nei territori più devastati tra 5,10 o 20 anni?"), la vita riparte dal grande patrimonio artistico del borgo e grazie alla solidarietà di tutta Italia. Volontari di Parma hanno regalato una nuova casa a una famiglia con tre figli

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VIAGGIO-PROVINCIA

 

 

Inizia oggi il viaggio di Cronache Maceratesi nei comuni della nostra provincia. Un appuntamento settimanale alla scoperta dei tesori nascosti, di borghi che sono piccoli gioielli e compongono il puzzle di un territorio dalle bellezze infinite. Un territorio che vuole ripartire dopo i terremoti che hanno cambiato la vita dei maceratesi dalla seconda parte del 2016. Un territorio che CM vuole raccontare nella sua interezza, per dare voce a tutta la provincia. Comuni piccoli, ma non per questo poveri di storie e di vite da ricostruire, che ogni settimana saranno protagonisti dei nostri servizi.

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Gabriele Anselmi, padre di tre figli, davanti la sua nuova casa. “Finalmente dormiamo tranquilli”

 

di Leonardo Giorgi

«Dai, che abbiamo passato anche quest’inverno» sorride un anziano mentre sorseggia un crodino nel bar vicino alla piazzetta di Monte San Martino. L’aria di primavera nel piccolo borgo è il segnale che i mesi freddi sono alle spalle, con loro – è la speranza – anche i crolli, la paura, e – altra speranza – la lontananza da casa. Ma per quello ci vorrà ancora tempo, non è semplice come lo sciogliersi della neve. Tra le ottocento anime che vivono nel paesino a circa 680 metri di altezza, tre o quattro passano le prime ore della mattinata nel bar accanto la piazza. E’ una giornata di sole che arriva come una benedizione per Gabriele Anselmi, giovane papà di tre figli che abita poco fuori dal centro storico. La sua casa era rimasta devastata nel terremoto del 30 ottobre, ma nelle ultime settimane ha ultimato i preparativi per entrare nella nuova abitazione. La primavera, arrivata di fretta, gli permette di realizzare gli ultimi ritocchi al modulo abitativo che è a tutti gli effetti «una villa», come sottolinea il sindaco Valeriano Ghezzi, e che soprattutto è stato donato alla famiglia Anselmi grazie all’impegno trasversale di alcuni volontari emiliani. «Sono persone squisite» ripete Gabriele, che negli ultimi mesi ha sistemato la numerosa famiglia nella piccola sede della sua azienda. Da questi giorni però, i tre figli di Gabriele potranno vivere in una casa vera e propria. «Tutto grazie – spiega il primo cittadino – alla Seirs Croce gialla di Parma presieduta da Luigi Iannacone, alla Eiffel di Fontanellato, all’ingegner Marco Occhi di Confindustria Parma e Roberto Cardinale di Confindustria Fermo». Tramite Cardinale e l’ingegner Occhi infatti, la Croce gialla parmense ha preso a cuore la situazione di Monte San Martino nei giorni successivi alle forti scosse del 26 e del 30 ottobre. Dopo aver mandato una grande quantità di beni per gli sfollati del borgo (attualmente sono circa 80 persone), la Seirs ha avuto a disposizione uno dei moduli abitativi dati in dono dall’azienda Eiffel che è stato poi mandato a Monte San Martino tramite l’Ansi autotrasporti. Qui il Comune ha deciso di destinare la casetta di più di 80 metri quadrati a Gabriele Anselmi, che nonostante le difficoltà, negli ultimi mesi si è dato da fare per i suoi concittadini. «La cosa più importante – sottolinea il giovane con un sospiro di sollievo – è che d’ora in poi dormiremo tranquilli».

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Il sindaco di Monte San Martino, Valeriano Ghezzi

Se la storia di Gabriele ha avuto il suo lieto fine, a Monte San Martino rimangono comunque notevoli disagi legati al terremoto e soprattutto alla pesantissima nevicata di gennaio che ha colpito tutto l’entroterra maceratese. «Non abbiamo avuto vittime e questa è la cosa più importante» precisa il sindaco Ghezzi ogni volta che si inizia a parlare di ricostruzione, «ma soprattutto nelle frazioni ci sono case rimaste distrutte e in particolare diverse stalle e capanni con tetti in eternit crollati in seguito alla neve. Ho la responsabilità morale di portare via quelle macerie di amianto dannose per l’ambiente, ma dobbiamo aspettare l’intervento delle autorità per smaltirle. I tempi però, come per il resto della ricostruzione, si stanno allungando e sono preoccupato». Tra le preoccupazioni principali del sindaco c’è anche quella dello spopolamento, comune a tutti i territori montani piegati dal sisma. «O si interviene in modo velocissimo per non fare andar via le persone che abitano in questi posti – spiega Ghezzi – oppure chi tornerà tra 5, 10, 20 anni in questi comuni? Un ragazzo che cresce sulla costa tornerà mai a Visso?». Monte San Martino ha comunque le idee chiare su come ripartire. Nei prossimi mesi si lavorerà alla costruzione di un edificio in legno moderno e spazioso che sostituirà una casa colonica crollata fuori dal centro storico e che costituirà anche un punto strategico futuro per il Comune e la Protezione civile, nel caso di ulteriori emergenze. Oltre a questo, il sindaco Ghezzi punterà tutto sulla prevenzione, completando i lavori di messa in sicurezza del plesso scolastico comunale, già avviati in passato. Una scuola che a breve potrà contare su un programma pedagogico all’avanguardia, ancora grazie all’associazione Seirs che ha raccolto 5700 euro di fondi da una serata di gala organizzata dalla Casa della musica di Parma insieme a una quota arrivata dalla palestra Budoki, sempre di Parma.

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La maestra Giuseppina Monzoni nella scuola dell’infanzia di Monte San Martino

«I fondi saranno destinati al progetto “Insieme si può” – spiega la maestra Giuseppina Monzoni – di cui è capofila la scuola di Camerino. Il percorso si basa su un approccio pedagogico per la scuola dell’infanzia dove i bambini sono costruttori attivi della proprie conoscenze, guidati dai propri interessi e sotto lo sguardo attento e l’interazione degli insegnanti, che registrano ogni particolare delle attività dei bambini. Nel metodo tradizionale gli alunni sono ricettori passivi delle conoscenze che gli adulti trasmettono a loro, mentre ora il bambino è protagonista. Tra le altre cose questo metodo presta attenzione alla preparazione dell’ambiente e dei materiali. Terminati i lavori di ammodernamento dell’edificio scolastico – conclude l’insegnante -, potremo allestire un atelier per i bambini dove potranno svolgere attività più pratiche in piccoli gruppi».

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Il Polittico di Carlo e Vittore Crivelli nella chiesa di San Martino


Si riparte dalla scuola e dalla prevenzione dunque, ma la giornata di sole di Monte San Martino splende anche sul vero tesoro di questo territorio: un patrimonio artistico da capogiro, che da anni viene raccontato ai turisti da Pierpaolo Bottoni, responsabile dell’ufficio anagrafe e tuttofare del Comune. «Non ho studiato, tutto quello che so l’ho imparato da autodidatta» tiene a specificare Bottoni, ma la sua passione e preparazione nel descrivere ogni minimo particolare degli ambienti storici di Monte San Martino sembra contraddirlo.
I misteriosi affreschi della chiesa della Madonna delle Grazie tra raffigurazioni sfarzose di un Cristo crocifisso vestito e simboli massonici, le decorazioni a intarsio e la Madonna col Bambino e San Francesco di Giuseppe Ghezzi nella chiesa di Sant’Agostino, l’impressionante quantità di opere raccolta nella collezione di Armindo Ricci nell’omonima pinacoteca. Un patrimonio rappresentato ovviamente dai celebri Polittici di Carlo Crivelli, Vittore Crivelli e Girolamo di Giovanni, di cui, come afferma Bottoni, «una piccola parte rappresenterebbe il tesoro di qualsiasi altro comune». Collocati nella chiesa di San Martino, i quattro Polittici tolgono il fiato ai visitatori di tutta Europa. Oltre alla visita di Vittorio Sgarbi, Pierpaolo Bottoni ha avuto la fortuna di accompagnare quella di un ospite di origini decisamente più nobili. «Durante un viaggio nelle Marche negli anni Ottanta – racconta Bottoni – il principe Carlo d’Inghilterra venne accompagnato in auto in destinazione Ascoli. Il viaggio prese una deviazione perchè un suo collaboratore, conoscendo la passione di Carlo per l’arte e per Crivelli, gli fece una sorpresa e lo portò a Monte San Martino. La notizia si era sparsa in paese e intorno alla chiesa di San Martino c’era il pienone. Gli uomini della scorta fecero entrare solo qualcuno del Comune, tra cui c’ero anch’io. Mentre camminavamo per la navata, sentimmo dei suoni provenire dal balconcino dell’organo. Diversi fotografi erano riusciti ad entrare e si erano nascosti sotto dei teli. Vennero cacciati subito. E’ assurdo che nessuno fosse riuscito ad avvicinarsi all’interno della chiesa, tranne i giornalisti». Ispirato alla visita, Carlo si dedicò a disegnare con gli acquarelli e diede buca ad Ascoli. «Il giorno dopo – racconta Pierpaolo – un giornale pubblicò un pezzo dal titolo “Carlo, bidone reale” a caratteri cubitali». Con malcelata soddisfazione, Pierpaolo conserva quell’articolo ancora oggi.

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Il Santissimo Crocifisso nella chiesa della Madonna delle Grazie

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La cappellina centrale della chiesa della Madonna delle Grazie

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Lavori di ammodernamento edilizio nel plesso scolastico di Monte San Martino

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Chiesa di Sant’Agostino

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Piazza XX settembre

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Il sindaco Ghezzi nel suo ufficio. “La stanza è un casino, ma qui si lavora”

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