Franceschini ammira
le opere salvate dal sisma:
“Restaurate, torneranno a casa”

VISITA - Si è concluso alla Mole di Ancona il tour nelle Marche del ministro ai Beni culturali. Nel capoluogo Franceschini è entrato nel deposito all'allestito all'ex Lazzaretto dove è stato catalogato e messo in sicurezza il patrimonio artistico recuperato da alcune delle zone del cratere. Nel pomeriggio aveva inaugurato la mostra "Capolavori dei Sibillini" a Osimo

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Il ministro Franceschini con il sindaco Mancinelli e il presidente Ceriscioli all’inerno della Mole

 

di Agnese Carnevali e Maria Paola Cancellieri

(foto Giusy Marinelli)

Le opere recuperate dai luoghi del terremoto saranno tutte restaurate e torneranno ai luoghi a cui appartengono appena ci saranno le condizioni di sicurezza. La parola è del ministro ai Beni culturali Dario Franceschi, questa sera alla Mole vanvitelliana di Ancona per visitare il deposito dove sono custodite e catalogate oltre 600 opere, circa il 10% di quelle danneggiate, messe in salvo dai paesi colpiti dal sisma. La quarta tappa nelle Marche, dopo essere stato questa mattina a Camerino e Matelica, e nel primo pomeriggio ad Osimo, all’inaugurazione della mostra “Capolavori dei Sibillini”.

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Il ministro Franceschini durante la visita alla Mole

E sulle polemiche che stanno accompagnando la messa in sicurezza del patrimonio artistico delle Marche e delle altre regioni terremotate afferma: «Le polemiche spesso partono da basi sbagliate, si sta facendo un buon lavoro per trovare una soluzione alla tutela di queste opere d’arte. Ci sono tre grandi depositi tra cui questo di Ancona e, dove è stato possibile, le opere sono rimaste sui territori di origine, dove comunque torneranno appena concluso il restauro ed appena le condizioni di sicurezza lo consentiranno. La vastità di danni – prosegue – anche al patrimonio monumentale, a cui ci troviamo a far fronte è senza precedenti. Il lavoro è lungo ma ci riusciremo».

Nel pomeriggio il ministro aveva inaugurato a Osimo la mostra delle opere terremotate. E’ arrivato poco dopo le 15.30, accolto dalle autorità e dal sindaco Simone Pugnaloni. Dario Franceschini è entrato a Palazzo Campana, atteso da una folla. Insieme al primo cittadino il ministro ha tagliato il nastro della mostra “Capolavori Sibillini. L’arte dei luoghi feriti dal sisma”, motivo della sua presenza in città. Diversi i sindaci delle zone terremotate, presenti al suo arrivo come anche il cardinale Edoardo Menichelli e il questore di Ancona Oreste Capocasa. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato una medaglia per la mostra e una lettera. Franceschini ha raggiunto Osimo dopo la tappa fatta in mattinata nel Maceratese (leggi l’articolo). Durante l’incontro, il sindaco Pugnaloni ha dato lettura del messaggio del presidente della Repubblica Mattarella, con cui viene conferita alla città di Osimo la medaglia di bronzo per aver accolto le opere dei territori colpiti dal sisma.

Proprio ieri sera il Senato ha approvato un emendamento che “prevede – ha precisato il ministro – che per il 2017 ci siano 4 milioni di euro per finanziare attività culturali nei Comuni del cratere. Un aiuto aggiuntivo per aumentare la capacità di essere attrattivi. Stiamo ragionando anche con le autorità ecclesiastiche per individuare le priorità nella restituzione del patrimonio a partire dai luoghi di culto. Questa mostra quindi è davvero un simbolo. Sono opere di Comuni feriti dal sisma. Ho percepito la forte preoccupazione che le opere lascino i territori e non tornino più come in un passato lontano è avvenuto. Ho rassicurato tutti che le opere, ogni opera, torneranno nel luogo da dove provengono”. Il ministro ha puntualizzato che la strategia stessa di lasciare le opere nel territorio anche nella fase del deposito va in questa direzione.

16587374_10210572557541652_6079060751142971477_o-400x267“Ad Ancona – ha detto- c’è il deposito delle Marche, che custodisce circa 800 opere, ma ce ne sono altre 5-6000 rimaste nei diversi Comuni. Auspico magari che questi depositi siano visitabili e sia luoghi, come sta accadendo ad Osimo, dove si possano fare interventi di restauro. Tra le tante conseguenze disastrose c’è un motivo di grande orgoglio collettivo nel dopo terremoto: l’attaccamento che le comunità locali hanno dimostrato per il loro patrimonio artistico. E’ la prova che c’è la consapevolezza che quei quadri sono un pezzo fondamentale della propria storia e identità. Ecco perché ho voluto inserire questa mostra nel mio percorso di oggi nella Marche. Rappresenta il simbolo di come lavorando insieme e difendendo le proprie identità si può davvero costruire il terreno della rinascita per le città colpite dal terremoto”. La visita si è conclusa tra gli applausi: prima dei saluti, il maestro Marco Santini ha atto vibrare le corde del suo violino, suonando la sua composizione ‘il Cristo delle Marche’ nella cappella di Palazzo Campana.

 

 

Franceschini alla Mole visita le opere salvate dal sisma: “Restaurate, torneranno a casa”

 

 

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