Il presidente dell’Ircr Giuliano Centioni, l’assessore ai Servizi sociali Marika Marcolini, la presidente di Alzheimer Uniti Italia Manuela Berardinelli e il sindaco Romano Carancini presentano il progetto all’Ircr
di Claudio Ricci
Macerata è la prima città d’Italia amica delle persone affette da demenza. Un progetto nuovo, non semplice, che l’amministrazione comunale ha voluto abbracciare su proposta dell’associazione Alzheimer Uniti Italia e dell’associazione Italiana Psicogeriatria, che mette in campo una serie di azioni per l’inclusione delle persone affette da malattie psico-degenerative e sensibilizzare le famiglie alla partecipazione alla vita di comunità. Lo scopo è alleviare il peso delle strutture geriatriche e di accoglienza come la casa di riposo o l’unità Alzheimer dell’Ircr oggi alle prese con una vera e propria “emergenza”, come la definisce la geriatra Pia Francesca Tomassini: “Sono circa 800 ogni anno i pazienti che si rivolgono alla nostra unità tra new entry e quelli che vengono controllati ogni 6 mesi. Senza contare i pazienti del progetto Kronos (4-500 persone) che vengono a prendere i farmaci per affrontare la malattia. Tuttavia l’uso del farmaco non sempre è la risposta, tanto più che le strutture non sempre hanno accesso ai medicinali”.
Di fronte a questa emergenza, a cui ora si aggiunge il ricollocamento dei ricoverati nelle strutture inagibili (12 quelle del territorio) Macerata accetta la sfida abbracciando il progetto a cura di Afam Alzheimer Uniti Marche sotto la supervisione di Marco Tabucchi presidente nazionale di Aip. “Ho più volte proposto una task force che potesse fornire strumenti per gestire le emergenze e la predisposizione di linee guida per potersi relazionare con persone affette da difficoltà ma sembra non funzionare. Chi ha la responsabilità non ascolta – rileva la presidente di Alzheimer Uniti Italia Emanuela Berdinelli -Non possiamo più fare finta di non vedere. Alzheimer uniti Italia ha scelto Macerata perché ha le caratteristiche per essere protagonista del progetto pilota. Un progetto che deve diventare realtà in ogni regione”. Servizi a macchia di leopardo, famiglie al collasso e senza assistenza, e mancanza di risposte terapeutiche dalla comunità scientifica hanno indotto a considerare altri metodi, come quello della vita attiva per le persone con demenza fino a che la malattia lo permette.
Coordinatrice del progetto nazionale sarà la psicologa Susanna Cipollari. Il progetto prevede uno sportello di ascolto attivo 4 ore al giorno per 5 giorni settimana nella sede Ircr di piazza Mazzini (07331870546). Uno sportello informativo, sia dei servizi a livello locale che delle varie richieste da parte di famiglie e caregiver, focus di studio e formazione per le varie categorie (vigili urbani, carabinieri, vigili del fuoco, commercianti, impiegati, sacerdoti) mirato a vedere cosa si sa e come rapportarsi con le persone con demenza. E un meeting center in piazza Mazzini dove ci saranno attività socio-culturali rivolte a persone affette dai primi stadi della malattia come (laboratori di pittura, ceramica, cucina, proiezioni) aperto 1-2 volte settimana. Sempre nel centro di piazza Mazzini ci sarà la scuola delle famiglie volta alla sensibilizzazione e formazione dei familiari. Dal prossimo anno via anche al progetto scuola rivolto a tutte le elementari, medie e superiori per far comprendere ai bambini e ai ragazzi le particolarità della situazione degli affetti da demenza.
“E’ un progetto ambizioso – commenta l’assessore ai Servizi sociali Marika Marcolini – che comporta lo stravolgimento della concezione delle persone affette da malattia considerate a volte pericolose. Quello che ci prefiggiamo è di reinserire queste persone nella comunità e di fargli vivere la loro città, ricreando una unica comunità e abbattendo tutte le barriere”. Un tratto quello dell’inclusività che il sindaco Romano Carancini sintetizza nel concetto di “partecipazione, che significa – sottolinea – sensibilizzare non solo gli addetti ai lavori ma una comunità intera. E’ questo il salto di qualità che vogliamo fare per andare oltre”. L’emergenza del sovraccarico delle strutture di accoglienza è rilevata anche dal presidente dell’Ircr Giuliano Centioni. Abbiamo oltre 70 nominativi in lista di attesa per la casa di riposo più altri 30 per il diurno. Molti non sanno che ci sono altri enti e soggetti che possono aiutare in situazioni di questo tipo. Spero che questo progetto possa sfondare quell’ultima porta per arrivare alle famiglie per arrivare dove sono gli anziani”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati