Ospedale di San Severino,
nuove azioni di protesta

SANITA' - Riunione del Comitato per la tutela e la difesa del nosocomio settempedano, il segretario Mario Chirielli: "Vigileremo affinché non siano tolti ulteriori servizi"

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La riunione del comitato

 

“I dieci posti letto tolti alla week surgery di San Severino, attualmente utilizzati a supporto del pronto soccorso di Macerata, entro fine gennaio dovranno tornare al loro utilizzo originale. La Lumpa (lungodegenza medicina post acuzie) al terzo piano è partita in sordina, manca il personale, questo è gravissimo, su queste due cose il comitato vigilerà”. Con queste parole Mario Chirielli, segretario del Comitato per la tutela e la difesa dell’ospedale di San Severino ha annunciato le prossime attività dell’associazione, che si è riunita per programmare nuove azioni di protesta, insieme ai comitati cittadini di Cingoli e Recanati. E’ stato deciso di fare un’assemblea pubblica, ad un anno di distanza dall’avvio della riforma sanitaria, per valutare i risultati e proporre correttivi, tutelando la sanità dell’entroterra montano. “Se la Lumpa fosse stata perfettamente funzionante, non ci sarebbe stato bisogno di prendere a questo scopo i posti letto della week surgery, noi vigileremo e chiederemo che non siano tagliati ulteriori servizi. Piano piano ci stanno togliendo tutto, dobbiamo coinvolgere il prefetto ed i dirigenti sanitari, è vergognoso togliere servizi ad un ospedale come quello di San Severino, città messa in ginocchio dal sisma, la struttura va rilanciata e potenziata, se tagliano sono sciacalli. Deve essere rispettato l’accordo firmato dal presidente Ceriscioli”, conclude Chirielli.

comitato-ospedale-san-severino-2-400x225Il presidente del comitato, il medico Marco Marchetti, ha proposto di riflettere sul futuro dell’ospedale, preparando un progetto per una sua maggiore caratterizzazione, puntando sull’ambito geriatrico e riabilitativo. A quasi un anno dalla chiusura del punto nascita, l’avvocato Marco Massei, vicepresidente del comitato si è chiesto quali siano i benefici per l’area vasta: “Con la chiusura del punto nascita dell’ospedale di San Severino tutta l’area vasta si è indebolita. Trovo scandaloso che con la viabilità precaria che ci ritroviamo ed i disagi aggravati dal terremoto, sia indebolito l’ospedale di San Severino, che serve l’entroterra. A San Severino venivano ogni anno circa seicento donne a far nascere i loro figli. Poco più di duecento sono andate a Macerata, un centinaio a Civitanova, le altre trecento che fine hanno fatto? Saranno andate probabilmente fuori regione, con un aggravio dei costi per il sistema sanitario regionale. Per noi sono tre i punti prioritari: lavoro a pieno regime della week surgery, della Lumpa ed il potenziamento del punto di primo intervento”. Ha aggiunto Simona Barbini: “La popolazione di San Severino vuole risposte su quanto non è stato mantenuto”. Ha concluso Samuela Rotili: “A Fabriano con l’Afoi si è mantenuta la possibilità di avere il punto nascita, questo può essere concesso anche a San Severino, che tra l’altro aveva più di cinquecento parti”.



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