di Mario Monachesi
Un’antica leggenda narra che nella notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294 la Santa Casa di Nazareth, dove la Madonna nasce e riceve l’annuncio, arriva in terra marchigiana. L’inizio di un locale canto di fede così descrive l’avvenimento: “Madonna Loretana, / che dal mare ne veniste, / che parteste da Schiavonia / co’ la tua casetta bella, / ti saluto, Verginella, ecc.”. L’inizio di una lauda, sempre maceratese, recita invece: “Maria, Verginella, / se ne vène da Schiavonia, / se la reca la casetta / luscì ddegna e benedetta. / Lu mare je fa loco / pe’ non falla rinegà. / Tutti ll’arbuli se ‘nghina, / quanno passa ‘sta divina, ecc”. Prima di posarsi a Loreto, un racconto vuole che a Macerata la Santa Casa si sia fermata in contrada Due Fonti; un altro narra invece che a Villa Potenza si è posata su una quercia secolare. Quando gli abitanti cercano di avvicinarsi, essa sparisce. La devozione per la Madre di Gesù ha fatto sì che da sempre la sera della vigilia non vi fosse campagna o paese che non brulicasse di falò (focaracci), o “fuochi di gioia”, come li definiva Ginobili. A Macerata si accendevano davanti al Duomo, bruciando i libri messi all’indice dalla Chiesa; altri ne venivano allestiti in corso Cairoli: i ragazzi li saltavano più volte, perché, oltre a ritenerli spiritualmente purificatori, una costumanza voleva che preservassero per tutto l’anno dai dolori viscerali.
A Villa Potenza, fino agli anni ’60, ne venivano accesi due, uno presso la Madonnetta (o monumento ai Caduti), un altro davanti alla chiesa. Fra le due fazioni impegnate vinceva quella che lo faceva ardere più a lungo. In Duomo veniva esposta la “Santa Casetta” e il giorno della celebrazione, alle 16.30, una processione dalla Cattedrale raggiungeva Porta San Giuliano. Oggi i falò sono spariti quasi del tutto, ne resiste qualcuno in campagna, ma dalla metà degli anni ’80 a Fonte Maggiore e poi, dal ’90, in Piazza della Libertà, si è ripreso, per volontà degli Amici del Pellegrinaggio, l’usanza di accenderne uno alla “Madonna de li tittarelli” o “de li cuppitti”, come veniva definita un tempo la Vergine dai maceratesi. Anche quest’anno, dopo la messa, fiaccolata fino in piazza e alle 19 falò (leggi).
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