C’è anche il disagio dei tanti operatori della sanità, alle prese con evacuazioni e traslochi nelle tante facce del dramma del terremoto. In questi giorni sono decine i medici, gli infermieri, gli operatori socio sanitari, gli autisti d’ambulanza soccorritori che si devono spostare da una parte all’altra della provincia per seguire gli assistiti o semplicemente raggiungere il proprio posto di lavoro cambiato nel giro di poche ore per l’emergenza sisma. Disagi che Cgil, Cisl e Uil porteranno nell’incontro urgente richiesto con il direttore di Area vasta Maccioni e già presentati oggi al direttore generale Asur Alessandro Marini. “Un destino questo – scrivono Maurizio Piccioni e Marcello Evangelista della segreteria provinciale Uil Fpl – che accomuna tra loro il personale della lungodegenza di Tolentino, dove a seguito del terremoto tutta la struttura ospedaliera è completamente inagibile, il personale della rsa di San Ginesio , quello della lungodegenza di Matelica, solo per citare i principali. A questi si debbono aggiungere tutti gli altri , che non si sono dovuti spostare di sede ma che lo stanno facendo mettendo da parte quello che li affligge per dare sollievo agli altri”.
“Stimiamo che almeno 8 operatori su dieci che lavorano nelle strutture sanitarie dei comuni dell’Area Vasta più colpiti abbiamo perso la casa o ce l’abbiano inagibile – continuano Piccioni ed Evangelista – Hanno le loro famiglie lontano. Specie chi lavora a Tolentino, o Camerino, o San Severino, o che si è spostato da San Ginesio a Recanati per recarsi sul posto di lavoro e che per restare vicino ai propri cari deve percorrere ogni giorno tantissimi chilometri, ha bisogno di attenzioni particolari. Questi colleghi vanno sostenuti con ogni mezzo, facendo ricorso all’uso di tutti gli istituti contrattuali certamente ma soprattutto adottando misure e soluzioni mirate anche eccezionali come eccezionale è la situazione che essi stessi vivono”.
Diversi i bisogni registrati dai rappresentanti Uil in ricognizione in questi giorni nelle strutture dei territori colpiti. Dalla necessità di mantenere alcuni servizi sul territorio come il Sert a Camerino, o il punto prelievi a Tolentino, fino al bisogno di posti letto e una doccia calda da mettere a disposizione a Camerino, San Severino, Recanati, Tolentino. “Per quei dipendenti che oggi sono costretti a dormire in macchina o in un camper – spiegano i due esponenti Uil – finito il proprio turno di lavoro scelgono di fermarsi anziché raggiungere i loro familiari sistemati lontano lungo la costa. Oppure alla possibilità di una rimodulazione delle assegnazioni di sede del personale facendo in modo che siano più rispondenti e compatibili con la vicinanza al proprio nucleo familiare, o una maggiore flessibilità nelle turnazioni per consentire un periodo di riposo più lungo, fino a prevedere un supporto attraverso il ricorso a soluzioni di integrazione vera e propria con altri professionisti (medici e infermieri o altro) provenienti dalle associazioni di volontariato come l’Ares”.
(Cla.Ri)
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