“Il campanile è crollato sulla casa:
io sono uscita, le altre ragazze
si sono riparate sotto il tavolo”

SISMA – Racconti choc a Camerino dopo il terremoto: "Sono uscito con una scarpa e una ciabatta". "Io sono ancora in pigiama". Le storie degli studenti. IL VIDEO CON IMMAGINI E INTERVISTE

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Le testimonianze dopo il terremoto a Camerino

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(videoservizio di Andrea Petinari)

Il black out, il crollo, la paura. Sono le immagini davanti agli occhi di chi ha vissuto a Camerino la scossa delle 21,20 di mercoledì quando in centinaia hanno perso la propria abitazione, e tutto quello che avevano in casa. Impotenza e angoscia sono raccontate dagli studenti che abitavano nel centro storico della città ducale: “E’ stato brutto. E’ andata via la luce e ha iniziato a tremare tutto. Abbiamo preso le prime cose e siamo fuggiti. C’era buio e polvere dappertutto, gli anziani non riuscivano a scendere. Sono corso dalla mia ragazza che abita vicino al campanile crollato di Santa Maria in Via. Ci sono stati momenti abbastanza di panico e siamo fuggiti per andare al centro di prima accoglienza: non abbiamo telefoni, vestiti, niente. Possiamo solo aspettare”. “Non ricordo niente – racconta una delle ragazze che abitava nella palazzina distrutta dal campanile crollato – La casa è distrutta. Vogliamo recuperare qualcosa, ma non so più nulla. La casa aveva avuto diversi danni con la scossa del 24 agosto, il tempo di chiudere il portone e la casa è venuta giù. Se il terremoto fosse arrivato di notte sarebbe stata una carneficina. La notte siamo andati al Cus, dove hanno allestito le tendopoli e poi ci siamo spostate a Civitanova perché eravamo abbastanza turbate. Ora cercheremo di recuperare qualcosa di quello che è rimasto perchè non abbiamo veramente nulla” conclude la studentessa quasi in lacrime.

Camerino (foto di Andrea Petinari)

Camerino (foto di Andrea Petinari)

Un terremoto che ha riaperto la ferita lasciata dal sisma del 1997: “E’ stata più forte di quella di 19 anni fa – racconta l’ex sindaco di Camerino, Dario Conti – Casa mia è nella zona rossa quindi sono preoccupato, ma di più per la nostra città”. “Siamo usciti con una scarpa e una ciabatta – è la testimonianza di uno degli sfollati – la seconda scossa è stata fortissima, senza energia elettrica, fuori pioveva. Le scosse continuano, la mia casa è un disastro”. In tanti hanno trascorso la notte in auto, come racconta una signora che abita nel centro storico: “Dobbiamo avere pazienza, purtroppo è toccato a noi. A casa non siamo ancora rientrati, dobbiamo aspettare i vigili del fuoco perché possiamo entrare solo con loro per recuperare medicinali e qualche affetto personale”.



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