Dalla sorgente del Nera
il quasi novantenne Luigi Falcucci
tra gli sfollati a Civitanova

SISMA - Sono arrivati ieri sera da Castelsantangelo in 17 alloggiati all'hotel Velus. Tra di loro anche la mascotte del paese che finora non aveva voluto abbandonare la sua Vallinfante

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Le testimonianze degli sfollati trasferiti a Civitanova da Castelsantangelo

 

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La sistemazione nell’hotel Velus

 

di Laura Boccanera

(foto e video Federico De Marco)

Sono arrivati a Civitanova i primi sfollati del terremoto che ha colpito l’entroterra. Sono 17 persone e arrivano da Castelsant’angelo sul Nera. Ieri sera poco dopo le 20 sono stati accolti all’hotel Velus sul lungomare nord per trascorrere la notte. Non dormono da martedì notte, la maggior parte di loro ieri è rimasta in auto ad attendere l’alba con l’angoscia negli occhi ad ogni nuova scossa, quando dal buio emergeva solo la polvere dei crolli. Fra loro qualche giovane, il più anziano invece ha 89 anni, Luigi Falcucci ed è la mascotte del paese (leggi l’articolo). In albergo si accomodano nelle camere allestite da Stefano Mei. Ad attendere il loro arrivo anche Aurelio Del Medico della protezione civile comunale che fin da subito questa mattina insieme al sindaco hanno iniziato a verificare le disponibilità degli alloggi lungo la costa. Niente tendopoli, la prima fase dell’emergenza si gestisce con l’ospitalità nelle zone limitrofe più sicure. Molti di loro a pranzo neanche hanno mangiato, per la cena un furgone messo a disposizione dal Comune è andato a prendere gli sfollati e li ha portati al Donoma che ha donato il pasto serale.

 

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I primi sfollati arrivati a Civitanova

Azzurra, 29, lavorava in un bar in paese

Azzurra, 29, lavorava in un bar in paese

Sono stanchi, abbattuti, quasi tutti provengono dalle tendopoli allestite per il sisma del 24 agosto e le scosse di ieri sono state un drammatico déjà vu. E si deve ricominciare tutto da capo. I più giovani sono preoccupati per il futuro lavorativo, come Azzurra. Lavora al bar della piazza di  Castelsant’angelo sul Nera e ci fa vedere una foto in cui il palazzo di fronte alla sua attività è venuto giù. «E’ tutto chiuso, il paese è distrutto, piango da ieri, non so neanche cosa ritroverò, quando potremo tornare». Sono tutti salvi, la prima scossa ha messo in allarme e tutti si sono radunati al parcheggio per passare la notte. Ci sono 270 abitanti nel piccolo comune del maceratese, si conoscono tutti e tutti si chiamano per nome. Quando sono iniziati i crolli hanno iniziato a cercarsi, tutti come in una grande famiglia allargata.  Ed è così anche in albergo: siedono sui divanetti in attesa dell’arrivo del furgoncino del comune che li porterà al Donoma e raccontano, c’è spazio anche per qualche battuta perchè finalmente “domani mattina ci svegliamo col mare”. Molti conoscono Civitanova come meta estiva: «ci veniamo al mare d’estate – racconta Giuseppe Paternesi – siamo stati contenti di sapere che saremmo venuti qui, ma i momenti di ieri sono indimenticabili. A proposito di mare, la seconda scossa è stata proprio come un’onda. Ero in auto e ho sentito quasi l’auto sollevarsi come sopra un’onda. Visto da fuori il terremoto era anche peggiore che dentro casa. Si sentivano calcinacci che cadevano, si vedeva la polvere, ma non sapevi cosa fosse crollato, il tutto al buio e sotto la pioggia».

Luigi Francucci

Luigi Falcucci

E se per un giovane è straziante lasciare il proprio paese, lo è ancor di più per chi da 89  anni vive “alla sorgente del Nera” come ama chiamare Vallinfante Luigi Falcucci, classe 1927. Di terremoti ne ha visti tanti, dai più recenti dell’Aquila, di Amatrice, a quello del 1997, «ma questo era peggio – racconta  – stavo all’albergo Dal navigante quando la sedia ha tremato». A Civitanova è arrivata anche Lina Piccinini, proprietaria dell’hotel ristorante. Ha dovuto chiudere e lasciare tutto lì. «Ho preso le poche cose che avevo, quello che indossavo quando è arrivato il terremoto e poco altro che sono riuscita a tornare a prendere – racconta invece Linda Fonti, 74 anni – la preoccupazione è il dopo, chissà quanto tempo ci vorrà a ricostruire, noi siamo vecchi, ma per i giovani soprattutto. E poi vedere il nostro paese nelle immagini della tv fa ancora più brutto, ora siamo lontani, speriamo di dormire stanotte». E già da domani potrebbero arrivare anche altri sfollati dall’entroterra.

 

 

Il sindaco accoglie gli sfollati

Il sindaco accoglie gli sfollati

Linda Fonti

Linda Fonti



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