Il grido del corteo Sacci a Macerata:
“Lavoro è dignità”

VIDEO - I 71 lavoratori chiedono tempo per evitare il licenziamento ormai alle porte. Disponibilità del prefetto per sensibilizzare il ministero dello Sviluppo. "La miniera è nostra e non si tocca" il grido sotto la Provincia

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Le testimonianze dei rappresentanti sindacali Sacci al corteo di Macerata
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La manifestazione in piazza della Libertà

 

di Gabriele Censi

(Foto di Lucrezia Benfatto)

“Lavoro, lavoro, lavoro”, un urlo corale dei dipendenti Sacci che hanno sfilato stamattina per le vie del centro a Macerata. Al termine una delegazione ha incontrato il prefetto Roberta Preziotti per illustrare la situazione della vertenza del cementificio di Castelraimondo. Ultimo capitolo della triste vicenda che coinvolge 71 lavoratori lunedì scorso con l’incontro tra Regione, Cementir e sindacati. La regione ha ribadito la propria disponibilità alla concessione della Cig in deroga, ma l’azienda si è resa indisponibile al ritiro dei licenziamenti che saranno operativi dal 3 ottobre. I rappresentanti sindacati hanno chiesto al prefetto “di favorire la ripresa del confronto con la Cementir per discutere su un periodo di tre mesi di cassa integrazione che eviterebbe il licenziamento immediato. La richiesta è anche di  intervenire sul Governo per inserire lo stabilimento di Castelraimondo nel tavolo di crisi sulla riorganizzazione complessiva di tutti i siti dell’azienda, per delineare un piano industriale che eviti i licenziamenti”.

Daniel Taddei, segretario provinciale Cgil ha espresso soddisfazione all’uscita dall’incontro per l’attenzione mostrata dal prefetto: “Ha voluto conoscere in dettaglio tutta la vicenda e si attiverà, per le proprie prerogative, con l’azienda ma in particolare con il ministero dello Sviluppo per far sì che i lavoratori non restino fuori dal circuito produttivo”.

 

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Il corteo in piazza Garibaldi

“Il lavoro è dignità” è stato l’altro slogan ricorrente, poi quando il corteo è passato sotto la sede della Provincia rivolto proprio all’amministrazione provinciale il grido “la miniera è nostra e non si tocca”.  Lo stabilimento ha una concessione rilasciata dalla Provincia e i lavoratori non vogliono che altri ci mettano le mani: “Si utilizzino le nostre risorse per il bene di questo territorio” dice Gionata Ghergo (rsu Cisl).  I lavoratori vigliano altro tempo per verificare la possibilità di trovare soluzioni che evitino il licenziamento è questa ora la flebile speranza che rimane dopo un lungo periodo di travaglio intorno al proprio destino e a quello di una intera comunità.

 

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