Vigili del fuoco a Castelsantangelo sul Nera
di Gianluca Ginella
E’ cominciato tutto alle 3,36 del mattino del 24 agosto: esattamente un mese fa. E’ allora che una scossa di 6 gradi di magnitudo ha colpito il centro Italia, lasciandosi dietro, morti, crolli, disperazione. Lo sciame sismico da allora ancora continua, così come la conta dei danni che nel Maceratese «sono molto superiori a quelli del terremoto del 1997» dice l’assessore regionale alla protezione civile, Angelo Sciapichetti. Una provincia dove gli sfollati sfiorano quota 2mila (sono arrivati a 1.979) con 1.561 ordinanze di sgombero. Nella gestione del post terremoto si va per step. Il primo, spiega l’assessore Sciapichetti, «era di riaprire le scuole, l’altro obiettivo era di portare via le persone che avevano la casa lesionata dalle tende. Questa seconda operazione ci vede ancora impegnati, ma quasi tutti sono usciti dalle tende – spiega l’assessore –. C’è stata grande partecipazione e solidarietà da parte di cittadini, che hanno messo a disposizione case e appartamenti».
L’assessore Angelo Sciapichetti (al centro) durante la visita di ieri con Nencini (primo a sinistra) a Castelsantangelo, Visso e Ussita
IL DECRETO – Altro step, decisivo: «Siamo nel pieno dell’operazione di decretazione di ricostruzione. Il decreto annunciato ieri (previsto per il 3 ottobre, ndr) dovrà tenere conto di una serie di cose: ad esempio il personale dei Comuni, con deroga al blocco delle assunzioni. Perché per progettare la ricostruzione servono tecnici e i piccoli comuni non hanno personale – dice Sciapichetti –. Un altro punto è la possibilità di sostenere le aziende, commerciali e non, colpite direttamente o indirettamente dal sisma. Questo si potrebbe fare, ad esempio, con strumenti come il prestito d’onore». Altro aspetto di cui dovrebbe tenere conto il decreto, dice Sciapichetti, è «che i Comuni possano uscire dal Patto di stabilità in modo da accedere a mutui. Cosa necessaria, ad esempio, se si vogliono costruire nuove scuole, che in alcuni casi potrebbe essere più economico che mettere a posto quelle esistenti rimaste lesionate». Quarto punto «le seconde case. La ricostruzione non può non tenerne conto: qui non parliamo di case a Cortina, ma di abitazioni che sono lasciti, spesso di nonni, genitori, e fanno economia nel territorio. Il decreto deve tenere conto che vanno finanziate anche le seconde case».
Luigi Falcucci, 90enne costetto nella tendopoli, una delle immagini simbolo del terremoto
RISARCIMENTI – Poi Sciapichetti rassicura: «Tutti quelli che hanno avuto danni per il sisma, troveranno ristoro. Al di là che si trovino nella zona cratere o meno». I tecnici autorizzati procederanno nei prossimi mesi a stilare le schede Aedes con cui saranno certificati i danni subiti dalle abitazioni.
CASETTE – «E’ partita la fase di costruzione delle casette di legno. Il primo passo è l’individuazione delle zone. Speriamo di riuscire a completarne la costruzione entro sette mesi, questa è la nostra sfida. Non solo a Visso, Ussita, Castesantangelo che sono nell’epicentro – dice Sciapichetti –. Ma anche in altri comuni, come Gualdo, che ha 110-120 sfollati su 800 abitanti».
Soccorsi del corpo forestale nelle zone più colpite dal sisma
I DANNI – «Nella provincia di Macerata i danni sono vastissimi, molto più di quanto si potesse immaginare all’inizio – continua l’assessore –. Abbiamo 29mila richieste di sopralluoghi. La stima dei danni, a livello nazionale, è non meno di 4 miliardi di euro. Nelle Marche sono il 50-60%. Non è possibile al momento quantificare quanto costerà ricostruire nel Maceratese. Ci vorranno alcuni mesi per farsi un’idea e sono necessari prima i sopralluoghi. Ma i danni sono ingentissimi. Molto superiori a quelli del 1997, anche per il numero di comuni interessati. In pratica da Macerata verso l’entroterra sono stati colpiti quasi tutti i comuni».
Tendopoli a Castelsantangelo sul Nera
ECONOMIA IN GINOCCHIO – Dalle case alle aziende: solo ieri nel corso di un convegno che si è svolto a Visso, era stato spiegato che il turismo nell’entroterra è crollato, si è parlato di un meno 90% di presenze. «Il terremoto ha colpito comuni che si basano sul turismo, e che si sono svuotati dopo il sisma. L’economia è in ginocchio – prosegue Sciapichetti -. C’erano commercianti che hanno fatto scorte per i turisti e oltre ai danni hanno l’invenduto in magazzino. E’ un disastro».
1997 – «Il sisma di 20 anni fa e la ricostruzione che è stata fatta si può dire che ci ha salvati da quello del 24 agosto. Perché le case hanno retto grazie ai lavori che erano stati fatti. Il modello da seguire per la ricostruzione è quello del 1997, naturalmente aggiornato» dice Sciapichetti. Una strada, quella della ricostruzione, che sarà lunga e che non sarà solo fatta di sistemazione delel case e delle strutture danneggiate, ma sarà rimettere in piedi interi territori, farli tornare a vivere, ridare a loro un’immagine di luoghi dove si può soggiornare con serenità. Quella che il sisma un mese fa ha spezzato. Ma non per sempre.
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Scapichetti, l’altro ieri al telegiornale hanno mostrato delle casette di legno a 8500 euro esposte nei pressi di Amatrice. Non voglio entrare nel merito della notizia, diciamo che tutti hanno diritto a campà. Quindi, volendo, perché aspettare sette mesi quando proprio lì in zona sono già in esposizione e pronte all’uso? Ah, decreti, decrotoni, de…cretini, richiedono tempo?