di Laura Boccanera
Dal terremoto di Marche-Umbria del 1997 a quello di Amatrice e Arquata del Tronto del 2016. Quasi venti anni sono passati tra i due eventi calamitosi, la stessa devastazione nelle case e nelle strade. Civitanova si interroga sul dopo, sul modello di ricostruzione e lo fa attraverso la presentazione di un libro e con una mostra fotografica con gli scatti di Manuel Cafini. Domani (15 settembre), alle 21.15, nella biblioteca Cecchetti di Civitanova, ci sarà anche il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci per la presentazione di “Il ragazzo e l’altopiano”. Ci saranno anche i protagonisti del terremoto del 1997: dal sindaco Venanzo Ronchetti, già primo cittadino di Serravalle, a Maurizio Verdenelli autore del libro. Con loro per raccontare come si è ricostruito in quelle zone e in tempi brevi anche Giulio Silenzi che nel 1997 era assessore regionale impegnato nella ricostruzione e Cesare Spuri direttore della protezione civile delle Marche. Saranno presenti anche il presidente della Regione Luca Ceriscioli, l’assessore Anna Casini che il giorno della prima scossa si trovava proprio ad Accumoli ed è sopravvissuta al sisma, Angelo Sciapichetti e il sindaco Tommaso Corvatta. Prima del dibattito verrà inaugurata la mostra fotografica su Pescara del Tronto del fotografo Manuel Cafini. La famiglia di Cafini è originaria di Pescara del Tronto e già nelle prime ore dopo il terremoto l’autore si è recato sul posto, oltre la zona rossa, per immortalare il disastro.
«Ero seduto in un bar quando avvertii la scossa. Ebbi subito un brutto presentimento, una sensazione molto strana da descrivere, ero sempre più convinto che qualcosa di brutto fosse accaduto a qualcuno a me caro – racconta il fotografo. – Mentre le notizie diventavano sempre più dettagliate, il mio presentimento diventava sempre più forte. La giornalista in tv iniziò ad elencare i comuni e le frazioni colpite dal sisma e tra questi, purtroppo, c’era anche Pescara Del Tronto, una delle frazioni di Arquata Del Tronto, luogo dove è nato mio nonno paterno e dove ha vissuto con la sua famiglia per buona parte della sua vita, prima di trasferirsi a Civitanova Marche e creare una sua famiglia. Una volta appresa la notizia che Pescara Del Tronto era stata colpita mi precipitai a casa dove trovai mio padre già intento a preparare l’attrezzatura necessaria per prestare soccorso in casi del genere. Nel frattempo iniziammo un giro di telefonate per accertarci delle condizioni di alcuni cugini e cugine di mio padre che ancora abitano lì, purtroppo senza ottenere risposta: tutti i telefoni squillavano a vuoto e, pertanto, decidemmo quindi di partire il prima possibile. Ho deciso di fare questa serie di scatti con il preciso intento di raccontare quello che è successo facendomi violenza costantemente, uccidendo ogni volta quella vocina che in testa mi diceva “questa non la scattare”; ho cercato di fotografare con il massimo rispetto possibile mantenendo tra me ed i miei soggetti sempre le dovute distanze. Per scelta personale non vedrete in questo album immagini troppo crude ma spero che la disperazione che traspare da queste immagini ed il rispetto che ho avuto nel produrle vi invogli a fare una donazione in favore del Comune di Pescara del Tronto per aiutare le vittime di questa terribile tragedia che ha colpito il centro Italia».
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