Dario Conti
Ospedale unico e piano delle reti cliniche, il Partito Socialista di Macerata suona la sveglia. Basta pensare alla struttura che sorgerà tra 20 anni, è più importante concentrarsi sulle crititcità attuali. L’intervento del presidente della federazione del Psi e ex sindaco di Camerino Dario Conti chiede più vitalità ai sindaci del Maceratese. «Per costruire l’ospedale unico chiudendo Civitanova e Macerata ma lasciando Camerino servono 200 milioni di euro – spiega Conti – I nostri sindaci si “accapigliano” su dove localizzare la nuova struttura, invece di discutere il nuovo piano delle reti cliniche. Ognuno la vuole su suo territorio come se dovesse sorgere dall’oggi al domani. Ma, se tutto va bene, ci vorrano 10 o 20 anni. I sindaci dovrebbero soffermarsi soltanto sul piano sociosanitario delle reti cliniche, che disegna il futuro della nostra sanità provinciale». Secondo Conti parlare di un ospedale unico, senza più Civitanova e Macerata, con posti letto inferiori a quelli dei due ospedali messi insieme, sembra una distrazione per gli amministratori maceratesi più che un tentativo di affrontare i pressanti problemi e le criticità del territorio. «In alcuni reparti dei tre ospedali vi è scarsezza di personale medico, infermieristico e di strumenti diagnostici – continua il rappresentante del Psi – Nonostante ciò la sanità provinciale offre prestazioni di qualità in accoglienza, professionalità dei medici e d’infermieri. Queste deficienze, le lunghe liste di attesa e altro, spingono molti malati ad andare fuori regione, con un rilevante aumento della mobilità passiva a danno del bilancio della sanità regionale. Pertanto è necessario migliorare e potenziare le strutture attraendo così anche malati di altre regioni e non nascondersi sempre dietro la solita solfa della scarsità di fondi. Bisogna ridurre la mobilità passiva, limitare le convenzioni con strutture private, diminuire le consulenze con professionisti esterni, sollecitare il ministero della salute a riformulare la convenzione con i medici di base e contenere i lauti stipendi dirigenziali. Si risparmierebbero, senza togliere la funzionalità dell’ Asur, diversi quattrini che potrebbero essere riutilizzarli nelle Aree Vaste più deboli, in personale sanitario, in nuovi servizi e dotarle di ulteriori strumenti diagnostici».
Una delle manifestazioni di aprile a difesa dell’ospedale
L’idea è anche quella di ripensare le Aree Vaste: «Perché non dare loro la personalità giuridica? – continua Conti – si risparmierebbe e si guadagnerebbe in funzionalità. Il presidente della regione e il direttore generale dovrebbero avere ben presente la situazione in cui si trova l’Area Vasta 3, in termini di personale, di unità operative e di tutte quelle difficoltà cui alcune volte vanno incontro i malati, nonostante l’affannarsi dei nostri bravi medici. I sindaci dovrebbero approfondire il piano delle reti cliniche, per migliorare i servizi della nostra Area Vasta e individuarne di nuovi, rendendo così più agevole il percorso del malato». Conti identifica inoltre le criticità della sanità di San Severino e Camerino, che in futuro potrebbe essere compromessa: «A Camerino va bandito e espletato al più presto il concorso per il primario di ortopedia per dare copertura alla pianta organica così come a medicina. Serve un h24 al pronto soccorso considerati gli oltre 10mila accessi. Deve ritornare ematologia, inspiegabilmente tolta dal nuovo piano. Riconsiderare un’unità organizzativa di chirurgia di urgenza e reintrodurre quella di urologia che ben funzionava. Per adoprare al meglio gli strumenti diagnostici di radiologia tra Camerino e San Severino sarebbe opportuno completare l’organico già previsto e stabilire un’unità per diagnostica Tac e Rm. E poi c’è diabetologia a rischio cancellazione. Importante è l’istituzione dell’U.o.c. di oculistica a San Severino, già promessa ma assente».
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