Morto in moto, la madre di Andrea:
“Non ho più il mio angelo”

RECANATI - Parla Norma Stramucci, madre del giovane deceduto lungo l'autostrada dopo un incidente in sella alla sua Bmw. Il figlio si era iscritto all'Aido, donati alcuni tessuti. "Noi lo abbiamo scoperto in ospedale che era a favore, era generoso. Parlavamo spesso di come si va in moto e lui non era uno sprovveduto. Se la godeva ma era prudente". Tra i suoi ultimi post su Facebook un inno alla vita: "Quanto è bello il mondo". Il ricordo degli amici: "Sempre sorridente"

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Andrea Pavoni con la sua moto

Andrea Pavoni con la sua moto

 

L'arrivo dei soccorsi in autostrada dopo l'incidente in moto

L’arrivo dei soccorsi in autostrada dopo l’incidente in moto

 

di Marina Verdenelli

«Era il mio angelo che ora non c’è più. Amava la vita, farsi una famiglia. Tante volte abbiamo parlato insieme del modo con cui si deve guidare. Andrea non era uno sprovveduto, la moto se la gustava ma era prudente. Adorava la natura e andare in moto lo avvicinava a questo». Il dolore è immenso a casa dei genitori di Andrea Pavoni, il giovane di Recanati morto ieri lungo la A 14, nel comune di Loreto, in sella alla sua Bmw acquistata da meno di un mese. La mamma, Norma Stramucci, scrittrice e professoressa nella cittadina leopardiana, lo ricorda così. Parole gonfie di amore e orgoglio. «Perché era un figlio adorabile – dice – educatissimo, che si guadagnava la vita facendo due lavori, quello in fabbrica e poi portando a tavola nei ristoranti. Sapeva che lo stipendio da operaio andava integrato». Accanto a lei c’è il marito, Giancarlo, papà del giovane strappato alla vita a meno di due mesi dal suo 34esimo compleanno. Gli anni li avrebbe compiuti il 13 ottobre. Nel giorno del dolore una piccola gioia per i familiari. «All’ospedale di Torrette abbiamo scoperto che nostro figlio – continua la mamma – era iscritto all’Aido. Noi non lo sapevamo. Questo era Andrea, una persona generosa. Rispettando questa sua scelta potrà donare alcuni tessuti. Ne siamo fieri».

Un'immagine di Andrea a contatto con la natura

Un’immagine di Andrea a contatto con la natura

Chi era il giovane dal sorriso dolce e i modi gentili che gli amici ricordano in un tam tam sulla sua pagina Facebook, lo racconta ancora la mamma. «Apparteneva alla generazione dei 30enni – dice Norma – che penano per trovare lavoro. Ma lui si era adattato, aveva scelto la fabbrica, da più di due anni faceva l’operaio alla Cs Stampi di Recanati. Non è stato mai un momento senza far niente. L’azienda aveva chiuso per ferie la settimana scorsa e lui il 14 e il 15 agosto ha lavorato a Sefro in un ristorante per portare a tavola i piatti. Io gli avevo detto di riposarsi ma a lui piaceva darsi da fare». Ieri Pavoni si era preso una giornata per lui. A casa aveva avvisato che forse non sarebbe tornato per cena. «Giro con la moto», aveva detto alla madre.  Ha indossato la tuta protettiva, il casco ed è partito verso la natura. Poi lo schianto, dopo il casello di Porto Recanati. Stando alle prime notizie sui rilievi, Andrea andava piano. Con la sua moto Bmw ha tamponato un autoarticolato che era davanti a lui, nella normale corsia di marcia. Entrambi i mezzi erano in movimento. Dopo l’urto è caduto a terra, scivolando per diversi metri. Trasportato all’ospedale di Torrette in eliambulanza è morto poco dopo, al pronto soccorso. Non è escluso il malore. Gli amici lo aspettavano a Porto Recanati. Non lo vedevano e hanno iniziato a messaggiarsi su Facebook, tra di loro. Poi la drammatica scoperta. Difficile in un primo momento rintracciare i familiari. La chiave della moto si era spezzata e la polizia autostradale di Porto San Giorgio non riusciva ad aprire il bauletto per risalire ai documenti del giovane. In tanti si sono attivati, da Recanati a Porto Recanati, per arrivare ai familiari che nel frattempo erano stati rintracciati da alcuni parenti. Ancora da fissare il funerale. Fino ad oggi pomeriggio il corpo non era stato ancora restituito ai genitori. Un post su Facebook, messo di recente dal giovane, parla per lui. «Vorrei che queste righe fossero ricordate – continua la madre – perché Andrea era così».

Questo il messaggio. «Cazzo, quant’è bello il mondo! – scriveva Andrea – Succede in una sera strana che ti ritrovi a mangiare un panino a 300 metri sopra il mare, e guardi la luna sorgere arancione e specchiarsi su acque calmissime. E il cuore che lei ti ha svuotato si colma di sensazioni maestose. La malinconia lascia piano piano il passo alla serenità. E quando scendi scalzo su quella spiaggia di sassi, il pensiero si, vaga, ma verso calmi lidi. E rabbia, noia, rimorsi, remore e risentimenti diventano pavidi ricordi. Ti viene voglia di gridare che sei vivo, che sei felice. Sorridi da solo, ma non ti importa perché stai bene. E pensi si al romanticismo di un bacio sotto quella luna con quella spiaggia illuminata quasi a giorno, col bianco della scogliera dietro, ma non sei triste perché non puoi darlo, sei felice, perché sai che lo darai di nuovo, prima o poi. E quando torni a casa apri la visiera del casco e ti riempi di odori dell’estate appena cominciata, la macchia, la menta nei locali per i moijti, per chi cerca la felicità dentro un bicchiere, odore di festa, di gambe di donne, e di bambini con lo zucchero filato, di creme doposole, di compiti per le vacanze e di carte sfogliate per il burraco dopo una giornata di mare, così come i costumi e i teli da mare…e vai a dormire, e veramente ti senti vivo!» .

Una laurea in Economia e Commercio, vecchi lavori alle spalle come quello di ristoratore, Pavoni aveva corso anche il palio di San Giovanni, a Porto Recanati. «Alcuni anni fa – lo ricorda Michele Tetta, vice presidente di quartiere – era con noi del quartiere Europa. Un ragazzo molto socievole e sempre sorridente». Sabato (20 agosto) il palio correrà di nuovo. «Lo dedicheremo a lui – dice Marco Cocchi, tra i componenti del quartiere Europa e suo amico – lo faremo con il lutto nero al braccio». Pavoni era conosciuto anche negli ambienti del basket, tifava per la squadra di A2 di Recanati. Poi era appassionato di freccette. Andrea lascia anche un fratello, Paolo, e una Sorella, Ilaria che tra poco diventerà mamma.

Il luogo dell'incidente

Il luogo dell’incidente



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