di Claudio Ricci
(foto di Lucrezia Benfatto)
«Wajubat shahyatan». Semplicemente «buon appetito» in arabo. Non così difficile da pronunciare come sembra, eppure il miglior modo per accogliere il vicino e spalancare le porte della propria casa. In questo caso del Mediterraneo. E’ nel presente del convivio che si assapora il gusto dell’incontro tra culture. Il salotto ideale per ospitare l’abbraccio enostronomico è piazza Mazzini, stasera anticamera dell’aperitivo di lusso per l’inedita Medea in scena allo Sferisterio. Una serata di beneficenza a chi supera i confini per portare il buono che c’è nella natura umana: i volontari di Medici senza frontiere.
Quale miglior modo di scavalcare le divisioni se non attraverso la scoperta dei sapori e delle ricette dei Paesi lontani. Fianco a fianco, negli stand allestiti dall’Istituto marchigiano di tutela vini lo chef stellato Errico Recanati e il collega siriano Basyl dell’associazione Yalla Yalla si affacendano nella preparazione del grande banchetto a base di finger food mediterraneo. Da una parte la tradizione marchigiana, con polpette di scottona e parmigiana con pomodori affumicati, senape e cicerchia, dall’altra falafel e pita in salsa di ceci. “Un’olimpiade di sapori” in cui tutti vincono, soprattutto la moltitudine beata che si gusta la cena bagnata dal Verdicchio Belisario e dai Colli maceratesi Ribona. In 1500 affollano la piazza aspettando in fila pazientemente. Con il tono pacato e il sorriso sereno di chi, vedendo un nuovo compagno di tavola, dà il benvenuto dicendo: «Wajubat shahyatan», «buon appetito».
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Quante persone,sono contenata.=D
A mio parere 1 a 0 per il prodotto siriano per presentazione, qualità e quantità!!!
Ahiaiahi il pluristellato italiano inferiore nella presentazione, nella qualità e soprattutto nella quantità: mezz’ora di fila per avere 4 polpettine o un pezzettino di parmigiana!!!
Bella e riuscita iniziativa, l’aperitivo mediterraneo, con meritato successo e grande partecipazione. Come spesso accade il buono quasi mai raggiunge l’ottimo e dopo l’elogio mi permetto di suggerire pochi “consigli per l’uso” da applicare magari quando un’iniziativa analoga sarà ripetuta.
Il problema maggiore sono state le tre code che si sono protratte anche oltre le ore 21.00, ora di inizio dello spettacolo ‘Medea’. Una maggiore informazione, magari alla cassa, avrebbe consentito di attivare per ogni gruppo almeno tre volontari per le tre code. Il problema ci sarebbe stato comunque per i ‘single’ o le ‘coppie’ che hanno dovuto fare tre o due file (escludendo naturalmente i furbi). Sarebbe bastato attivare un’unica coda come si fa in tutte le tavole calde, con passaggio unico in sequenza di fronte ai tre punti di prelievo. Giustificata la lentezza degli stand che magari non avevano previsto un numero così elevato di utenti. Comunque successo meritato anche se con mia figlia siamo stati in coda dalle 19.45 alle 20.55 (quando mia figlia ha rinunciato per entrare in arena) e il sottoscritto che, non avendo obblighi di orario, è restato in coda oltre le ore 21.00.