L’esodo degli insegnanti maceratesi,
il Ministero li manda a nord

CAOS - Su 141 assunti alle scuole elementari oltre 50 sono stati assegnati fuori regione mentre i sindacati oggi sono a Roma per denunciare la carenza di personale negli istituti marchigiani. Nella nostra provincia restano scoperte oltre 3mila ore

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Foto d'archivio

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di Federica Nardi

Sono 141 gli insegnanti elementari di Macerata assunti questo mese ma la metà è destinata a lasciare la regione. Secondo criteri ancora da chiarire, dato che la notizia dell’esodo di maestre e maestri ha colto di sorpresa sindacati e politica e reso più amara l’assunzione a tanti insegnanti che speravano di restare vicini a casa loro o di riavvicinarsi dopo aver lavorato fuori città per un periodo. A Macerata dovrebbero essere 52 gli insegnanti dovranno fare i bagagli e trasferirsi (famiglia o meno) alla volta delle città del centro e del nord. Le destinazioni sono Emilia Romagna, Veneto, Toscana e poi a seguire Lombardia e Umbria. Nonostante per far respirare le scuole della provincia (non solo le primarie) manchino all’appello oltre 180 posti per un totale di 3404 ore da coprire. Gli insegnanti maceratesi delle primarie che restano in regione sono 89.

Ugo Barbi, segretario provinciale della Snals

Ugo Barbi, segretario provinciale della Snals

È caos in queste ore soprattutto perché nessuno capisce con che criterio siano state fatte le assegnazioni. Chi parte spesso ha un punteggio più alto di chi resta (compaiono, tra gli assegnati alle scuole del Maceratese, anche degli zero). Un punteggio basso al contrario dovrebbe corrispondere a una maggiore probabilità di essere trasferiti dato che rispecchia la situazione familiare. Se si è single e non si hanno figli, secondo il Ministero, è più facile cambiare città. Tra le teorie anche quella che l’algoritmo che ha assegnato gli insegnanti non abbia funzionato come doveva o che le assunzioni che dovevano essere fatte in diverse fasi siano state decise tutte insieme. «Io faccio parte della fase B delle assunzioni – spiega Maria Chiara Vecchione, maestra elementare di sostegno che dovrà trasferirsi a Modena – In teoria dovevano assegnare prima noi ma tante mie colleghe assunte nella fase C rimarranno a Macerata mentre noi del sostegno, per quello che so io, siamo stati tutti mandati fuori». Insomma il criterio di assegnazione, al momento, è «un dogma della fede – dice Claudia Mazzucchelli, segretario regionale della Uil scuola – Con 1400 euro al mese di stipendio qualcuno non può permettersi di partire con la famiglia e dovrà licenziarsi». Anche a Macerata la Snals ha cominciato a preparare diversi reclami, perché «non capiamo come sia possibile che persone con un punteggio alto siano state trasferite – dice il segretario Ugo Barbi – nonostante da noi ci siano posti vacanti». Oggi pomeriggio Cisl scuola,  Flc Cgil, Uil scuola e SnalsConfsal saranno a Roma per discutere del quadro generale delle assunzioni sia di insegnanti che di personale amministrativo e chiederanno al Ministero di mettere mano alla carenza di personale che in una nota definiscono «gravissima».



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