di Laura Boccanera
Sfiducia a Costamagna, protocollata oggi la richiesta in Comune. Porta la firma di 5 consiglieri di maggioranza la mozione di sfiducia al presidente del consiglio comunale. Tra le motivazioni che hanno portato i membri della maggioranza a chiedere il decadimento di Costamagna ragioni di carattere tecnico e non politico, legate alla gestione del consiglio comunale. A sottoscrivere il documento che suona come un “ammutinamento” Pier Paolo Rossi, ex capogruppo di Uniti per cambiare, recentemente fuoriuscito in polemica, Belinda Emili di Rifondazione comunista e i tre consiglieri della lista La Nuova Città Piero Gismondi, Marco Dolci e Paolo Rachiglia. Tra i consiglieri firmatari però le bocche sono cucite, nessuno spiega le ragioni del gesto di rottura che doveva, almeno per il momento, rimanere segreto. La mozione ora potrebbe essere discussa già nel prossimo consiglio comunale. Rimane fuori il Pd che non si è schierato sulla vicenda legata alla fuoriuscita di Rossi. Nel documento vi sarebbero indicate alcune presunte anomalie rispetto al regolamento comunale, nella gestione del consiglio comunale. Errori veri o presunti che potrebbero costare la testa di Costamagna, o che comunque aprono un problema per il sindaco che dovrà affrontare il malcontento dei suoi nell’ultimo anno di mandato, prima delle elezioni del 2017.
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Ma fate cadere tutto. Che senso ha tenere in piedi un amministrazione a cui date sempre il sì ma neanche vi considera. Dare la sfiducia solo a Costamagna non ha senso se non sfiduciate anche Corvatta e Silenzi, Poi ognuno pagherà in separata sede gli errori fatti.