Mille piante di marijuana
coltivate in un locale segreto

POLLENZA - Si accedeva da un armadio posto nel garage di un casolare in via Murat, a copertura di una doppia porta. Quattro stanze ricavate per la piantagione, riscaldate e con un impianto di irrigazione. Il tutto alimentato da un allaccio abusivo della corrente. Ieri mattina il blitz della squadra mobile di Macerata. In manette Giuliano Maccari. Trovati 12 ventilatori, incubatrici e lampade ad alto dosaggio VIDEO

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Le immagini del sequestro
Il blitz della squadra mobile

Il blitz della squadra mobile

 

Più di mille piante di marijuana, coltivata in un locale segreto fatto da quattro stanze, dietro ad un armadio posto nel garage. Così era composta la fabbrica della droga scoperta ieri a Pollenza dalla squadra mobile di Macerata e finito con l’arresto del proprietario dell’abitazione, Giuliano Maccari, 55 anni, che si trova ai domiciliari. Un paradiso rigoglioso della marijuana, coltivata in casa, in via Murat. La polizia, seguendo un filone investigativo, è arrivata al casolare e insospettita degli spostamenti di Maccari, già noto alle forze dell’ordine, che trascorreva molte ore del giorno in garage ha deciso di approfondire. La casa, in condizioni esterne precarie, era fornita di ricche apparecchiature per la climatizzazione. Ieri mattina il blitz. All’interno del garage, al piano terra, una importante coltivazione suddivisa in ambienti diversi a seconda dello stato di crescita delle piantine. Per arrivare fino ai locali però si doveva superare un grosso armadio, posto a copertura di una porta nascosta.

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A guidare i poliziotti il forte odore di marijuana che trapelava nell’aria. Dietro il pannello posteriore dell’armadio è spuntata una doppia porta artigianale che permetteva di accedere ad un locale di 4 vani, tutti pieni zeppi di piante di marijuana di notevoli dimensioni e differente grado di maturazione. Le ulteriori ricerche hanno consentito di rinvenire nella stessa zona, anche una stanzetta adibita a vivaio, dove vi erano centinaia di piantine pronte ad essere trapiantate.

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Giuliano Maccari

Giuliano Maccari

L’impianto clandestino scoperto era stato arredato con attrezzatura tecnica alquanto costosa, montata a regola d’arte. I locali risultavano adeguatamente refrigerati con condizionatori, areati da una dozzina di ventilatori, riscaldati da una trentina di lampade ad alto voltaggio. All’interno anche un sistema di irrigazione automatico, ben funzionante in ogni vaso, con tanto di ricircolo dell’acqua e continuo flusso dello stesso liquido. Ogni vaso conteneva da due a quattro piante. Le quattro stanze erano state divise per la diversa fase di maturazione dello stupefacente. In due di esse vi erano complessivamente quattro bancate composte da 48 vasi cadauna, ove erano impiantate 563 piante di marijuana, tutte pronte per essere tagliate lavorate e quindi immesse sul mercato della droga. Nella terza stanza, adibita ad incubatrice sono stati rinvenuti 7 contenitori in plastica trasparente, contenenti complessivamente 454 piantine di marijuana. Infine nell’ultima area vi erano le piante madri per un totale di 4 piante ad alto fusto e 11 più piccole su altrettanti vasi. In tutto più di mille piante tra piccole, medie e grandi. Negli stessi locali la polizia ha trovato fogli e quaderni cartacei dove erano riportate indicazioni in merito alle tecniche di coltivazione della marijuana. Durante i controlli è stato anche accertato un allaccio abusivo alla corrente elettrica, per un ingente utilizzo, che serviva per alimentare gli apparecchi usati per la coltivazione, il riscaldamento dell’aria e l’irrigazione.

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La porta per accedere al locale segreto

La porta per accedere al locale segreto

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