di Laura Boccanera
(foto Federico De Marco)
Celebrazione del 25 Aprile, il sindaco Corvatta apre il discorso con una lettera choc di un neofascista che incita alla violenza e all’odio razziale. E’ iniziata così oggi, a Civitanova, la festa della Liberazione. La lettera è di un uomo che l’ha inviata al primo cittadino nei giorni scorsi e il sindaco ha voluto leggerla al microfono, per stigmatizzare il degrado dei valori e dimostrare che l’orrore del nazifascismo è ancora vivo. Un modo forte quello scelto da Corvatta, per scuotere le coscienze. Le parole usate da chi l’ha scritta sono di un italiano basico, fatto di turpiloqui e insulti. «Missive di questo tipo sono frutto di una crisi profonda, del degrado degli ideali e del periodo che stiamo vivendo – ha detto Corvatta di fronte a tutte le autorità intervenute per i festeggiamenti – non la leggo perché voglio fare la vittima, è indirizzata a me, ma poteva essere stata inviata a chiunque». E la lettera lascia poco spazio all’immaginazione: il mittente si dichiara fascista ed esprime il proprio odio nei confronti dei rom tacciandoli con aggettivi non ripetibili e dichiarando le proprie intenzioni di utilizzare la violenza nei loro confronti se ripetutamente disturbato dalla richiesta di elemosina. «Eccoli qui i germi della violenza della privazione della libertà degli altri – ha commentato il sindaco – i germi del razzismo e la fobia del diverso. Questi germi ci sono anche adesso. L’epoca in cui hanno combattuto i partigiani non è sepolta. Quella di oggi allora non è una celebrazione ma un giorno di riflessione per dire che come è inaccettabile vedere che qualche nostro concittadino butti rifiuti per strada o lasci le deiezioni degli animali senza raccogliere, allo stesso modo deve essere inaccettabile che discorsi come questi vengano recepiti senza un moto di sdegno. Il moto di sdegno è l’anticorpo per evitare di ricominciare a combattere. Non siamo qui dunque per celebrare ma per combattere. Dire oggi qui “viva la libertà, viva la democrazia” non è un’esortazione retorica ma un grido di dolore e speranza».
E il tema dell’altro, del razzismo e dei migranti, è stato l’oggetto anche dei discorsi del presidente dell’associazione nazionale partigiani italiani, Vito Carlo Mancino e del presidente del consiglio Ivo Costamagna: «Sono un presidente di parte? Di più sono partigiano e iscritto all’Anpi – ha detto Costamagna – perché quei valori sono indispensabili per guardare al futuro. Se non diciamo un no convinto al razzismo che tuttora è presente perché non fa comodo per vincere le elezioni rischiamo di vivere in un paese nazista. Opporsi, anche se oggi è impopolare, è un obbligo».
Le celebrazioni per il 25 Aprile a Civitanova hanno sfidato il maltempo e si sono svolte in varie tappe con la deposizione di una corona alla lapide in memoria dei caduti davanti alla sede comunale, a Civitanova Alta e in piazzale Italia e sono terminate con gli interventi nella sala consiliare anziché in piazza Gramsci causa maltempo. Presenti tutte le autorità civili e militari e il mondo delle associazioni tra cui Protezione civile, Croce verde, sindacati e naturalmente l’Anpi. In prima fila nonostante il freddo Luigi Panichelli,98 anni, partigiano. Dal pomeriggio a sera, la festa del 25 Aprile proseguirà a suon di rock con “Libera la musica”, evento organizzato dall’Assessorato alla cultura di Civitanova Marche insieme ad Anpi ed Arci. Si inizierà alle ore 17 in Piazza XX settembre con l’alternarsi di decine di band e gruppi musicali.
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‘Italiano basico’ NON significa fatto di turpiloquio e insulti, significa italiano ‘di base’, fatto di parole e di espressioni semplici.
Secondo me è tutta una messinscena per fare colpo sui cittadini!
Del resto questo è quello che fanno da anni i comunisti, ricordandoci ad ogni occasione, Anpi in testa, quanto si stesse male ai tempi del fascismo…come se oggi fosse meglio..
La Festa della Liberazione è la festa della soggiogazione ai poteri americani e finanziari, l’inizio di una falsa democrazia, che persegue ideali sbagliati e perversi (gender), con la bugia che il resto dell’Europa li abbia accettati quando questo non è vero, l’inizio del declino di una nazione che aveva toccato l’apogeo.
Conosco chi a Civitanova potrebbe scrivere una lettera del genere, ma sicuramente non lo farebbe in un italiano “basico”.
Con la scusa della festa della Liberazione Matteo il Banale (ragione per cui piace a molti italiani) lo ha dichiarato esplicitamente: “L’antifascismo è elemento costitutivo e irrinunciabile della nostra società. Giusto tenere alta la guardia”. Il resto (corruzione, cambiamento climatico, oscena ineguaglianza, smantellamento della Costituzione, privatizzazioni, distruzione della piccola impresa e del piccolo commercio, disoccupazione, precariato, svendita delle imprese italiane alle multinazionali, leggi truffa, criminalità organizzata, povertà, diffusa disonestà) è sostanzialmente irrilevante e comunque non deve interessare la politica e tanto meno la sinistra. Basta essere antifascisti. E per esserlo basta dirlo.
Bravo Sig. Pavoni
Che pensare di altro riguardo a quelle bande organizzate che quasi tutti i giorni rubano il rame lungo le linee ferroviarie dello stivale arrecando notevoli disagi alla circolazione dei treni, senza che i politici si diano per la ricerca dei colpevoli? Il razzismo e il fascismo, quindi, non c’entrano proprio nulla.
Ognuno cucina il pathos resistenziale a modo suo, i tempi sembrano maturi per un talent.
Vedi che la Norvegia dà 1000€ ad ogni profugo che se ne va dalla Nazione.
Non vogliono la feccia nel loro Paese, perchè costa troppo mantenere quegli sfaccendati.
Che fascisti i norvegesi!
Però guardacaso la Norvegia è considerata uno dei migliori paesi al mondo per quanto riguarda i diritti umani e sicuramente la corruzione sarà lo 0,00001% di quella che c’è in Italia.