Il momento della consegna della cittadinanza italiana a don Fabio Josè Olano Carranza
Il sindaco Franco Capponi illustra il gioco della palla al bracciale all’ambasciatore Manuel Roberto Lòpez
di Federica Nardi
Nato in una San Salvador dilaniata dalla guerra civile e chiamato giovanissimo alla vocazione sacerdotale. Don Fabio Josè Olano Carranza, 36 anni, è un nuovo cittadino di Treia. La sua è una storia segnata dal destino. Dopo che la sua famiglia si era trasferita nella città di Sonsonate proprio a causa del conflitto civile, il giovane Fabio Hosè comincia a studiare nelle scuole francescane e poi nella facoltà di Economia dei Gesuiti. A vent’anni la chiamata: «Decisi di riflettere seriamente sulla vocazione al sacerdozio – racconta Fabio Hosè nella breve biografia letta stamattina dal sindaco di Treia, Franco Capponi – mi aiutarono molte persone, specialmente un sacerdote che mi fece entrare in un collegio internazionale che ammetteva i candidati a sorteggio. Quindi non scelsi io ma Dio scelse per me il collegio Redemptoris Mater di Macerata».
Anni di viaggi tra Cina e Svezia e poi il sacerdozio nel 2011. Fabio Josè si divide ora tra gli studi di dottorato a Roma e il servizio a Montefano e Treia. Qui sotto la guida di don Gabriele Crucianelli, parroco della cattedrale Santissima Annunziata. Ed è Treia la città che, per mano del sindaco Franco Capponi, ha coronato il sogno del giovane sacerdote di ricevere la cittadinanza italiana. Una cerimonia semplice e partecipata. Ad accompagnare Fabio Hosè anche Manuel Roberto Lòpez, ambasciatore straordinario della Repubblica di El Salvador nella Santa Sede di Roma, per la prima volta in città e che ha colto l’occasione «per conoscere questa parte dell’Italia così bella. Siamo stati qua tutta la giornata e stasera torneremo a Roma – racconta Lòpez – La vita qui è molto diversa dalla grande città, le persone sono più aperte». L’ambasciatore si è trattenuto a lungo con il sindaco Capponi, che dopo aver donato a lui e a Fabio Hosè un ricordo della città di Treia, ha raccontato a Lòpez le regole del gioco della palla al bracciale, una delle tradizioni più tipiche e radicate della zona.
Da sinistra Franco Capponi, Manuel Roberto Lòpez, Fabio Hosè Olano Carranza e Maria Lopez
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