di Giancarlo Liuti
Che lo Sferisterio si sia ormai affermato come tempio internazionale dell’opera lirica è fuor di dubbio. Da quasi mezzo secolo (dal 1967, direttore artistico Carlo Perucci) non c’è stato un solo anno in cui non vi abbiano preso dimora i capolavori di Verdi, Puccini , Rossini, Bellini e Mascagni (dal 2012 direttore artistico Francesco Micheli). E stavolta, da luglio ad agosto, andranno in scena l’Otello e il Trovatore di Verdi e la Norma di Bellini. Ma c’è qualcos’altro di molto importante che salirà sul palcoscenico dello Sferisterio il 23, 24 e 25 giugno: le serate finali di “Musicultura”, il festival nazionale della canzone d’autore, cioè degli artisti che interpretano brani – parole e musica – composti da loro stessi.
Ed è appunto a “Musicultura” che oggi dedico la “Domenica del Villaggio” riassumendo un incontro al bar Venanzetti con l’amico Piero Cesanelli, il recanatese docente di lettere, chitarrista e anche lui cantautore al quale si deve, nel 1990, insieme col poeta e sindacalista Vanni Pierini, l’idea di questa manifestazione che lo vede tuttora “patron”.
“Per quale ragione – gli chiedo – avvertiste l’opportunità e fors’anche la necessità d’inserirvi nel panorama musicale italiano? Con De Andrè, Gaber, Dalla, Endrigo, Battisti, De Gregori, Venditti, Pino Daniele, Paolo Conte e altri la stagione dei cantautori aveva già raggiunto i vertici del successo discografico e della notorietà mediatica ben oltre i confini nazionali, tanto da far dire a Renzo Arbore che grazie a loro la canzone italiana produsse capolavori che gli americani neppure se li sognano”.
Cesanelli: “Verissimo. Ma quella stagione cominciava a ripetere se stessa, come se si fosse fermata. In Italia c’era una moltitudine di concorsi grandi e piccoli in tema di canzoni e, a parte il ‘Club Tenco’ che però premiava dischi già in commercio, non ce n’era nemmeno uno riservato alla scoperta di altri cantautori e alla loro arte che unisce musica, poesia, letteratura, sentimenti personali, tradizioni locali, testimonianze sociali e politiche in senso alto e lo facesse in sintonia col progressivo mutare dei tempi. Il rischio, insomma, era che nella canzone tornasse ad affacciarsi la banalità dell’amore che fa rima con cuore. Il nostro scopo, ripeto, era di scovare in tutta Italia cantautori di nuova generazione”.
“ In tutta Italia? Un’impresa non facile, suppongo, partendo da quello che il grande Giacomo definì, certo sbagliando, borgo selvaggio”.
“Invece il ‘Premio città di Recanati’, così lo chiamammo all’inizio, ebbe subito il vento in poppa grazie al fatto che fin dalla prima edizione svoltasi in un cinema locale la nostra iniziativa ricevette via via il sostegno e l’adesione di autorevoli personaggi della cultura nazionale, poeti, romanzieri, registi cinematografici, attori di teatro e di cinema, cantanti, musicisti e storici del folclore che accettarono con entusiasmo di far parte delle giurie iniziali e finali e di salire in palcoscenico come ospiti degli spettacoli conclusivi”.
“Poi, nel 2005, lo Sferisterio. Un bel salto”.
“Sì, ci rendemmo conto di essere cresciuti, ci chiamammo ‘Musicultura’ e per motivi soprattutto logistici ci trasferimmo a Macerata, ospiti del teatro della ‘Filarmonica’ per il lungo lavoro delle selezioni e allo Sferisterio per le serate conclusive e la proclamazione del vincitore”.
“Qualche nome di coloro che nel corso degli anni vi han dato lustro”.
“Tutti prestigiosi. I registi Ettore Scola, Nelo Risi e Pupi Avati, i poeti Alda Merini e Dario Bellezza, le scrittrici Dacia Maraini e Fernanda Pivano, le cantanti Teresa De Sio e Fiorella Mannoia, l’attrice Franca Valeri. E l’elenco sarebbe più lungo”.
“Veniamo alla sostanza. Qual è l’aspetto che distingue Musicultura da altri concorsi musicali e canori?”
“Sta nell’assenza di pressioni commerciali da parte delle case discografiche, sta nelle selezioni affidate a persone competenti che operano sulla base di giudizi esclusivamente qualitativi e non dipendenti, in tutto o in parte, come a San Remo o a “X Factor” di Sky, dai voti anonimi degli spettatori televisivi e sta nel rigore del procedimento valutativo che ogni anno inizia a novembre e si conclude nell’estate dell’anno successivo”.
“Spiegamelo meglio, questo percorso”.
“Il bando viene diffuso in Italia a partire da settembre grazie ai nostri schedari e all’ampio raggio d’azione della Rai di Radio1, i concorrenti inviano i loro brani in cassette registrate, noi facciamo una prima scrematura e chiamiamo i prescelti a Macerata per le successive selezioni. Dieci mesi, insomma, d’impegno piuttosto duro”.
“E com’è andata quest’anno?”
“Fin qui benissimo. Abbiamo avuto il record dei concorrenti, che sono stati 740 con 1.500 brani. E questo dimostra quanto sia radicato nel profondo del nostro paese il bisogno individuale di esprimersi e di comunicare in musica, parole e canto le speranze, le paure, le rabbie dei tempi attuali. Adesso sono rimasti in sedici, si ridurranno ancora e saranno otto per le tre serate conclusive”.
“E Recanati? Dimenticata?”
“No, ci mancherebbe altro! Il 9 aprile questi sedici si esibiranno nel teatro ‘Persiani’. E non solo, pensa a ‘Lunaria’, spettacoli e incontri non soltanto musicali che si protraggono per tutta l’estate con ospiti di alto livello. Stavolta, poi, c’è una straordinaria sorpresa”.
“Cioè?”
“La presenza a ‘Lunaria’ di Joan Baez, la ‘folk singer’ americana amicissima di Bob Dylan e arcinota nel mondo per tante canzoni fra cui ‘We shall overcome’ e ‘C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones’ del nostro Gianni Morandi”.
“Perché non far venire Bob Dylan allo Sferisterio?”
“Ci abbiamo provato e ci proveremo, ma non credere che questi ‘mostri’ costino poco. Per Elton John a San Remo pare che ci siano voluti 386.000 euro …”.
“ San Remo, ecco. E’ il festival canoro di gran lunga più famoso in Italia e pure quest’anno ha ottenuto un enorme successo di pubblico. Un pizzico d’invidia?”
“Nient’affatto, Musicultura è totalmente diversa da ogni punto di vista, negli scopi, nei contenuti, nelle regole. Ciò tuttavia non significa che fra noi e loro non ci siano stati dei legami, sia pure involontari, indiretti e per noi gratificanti”.
“Quali?”
“Pensa a Povia, vincitore a Musicultura nel 2003 e tre anni dopo vincitore a San Remo davanti ai Nomadi. Lui, fra l’altro, è l’autore della canzone ‘I bambini fanno ooh’ che primeggiò per venti settimane di seguito nella hit parade italiana. E poi Cristicchi, vincitore a Musicultura nel 2005 e due anni dopo vincitore a San Remo con ‘Ti regalerò una rosa’, canzone di grande successo. Avevamo avuto occhio lungo, no?”.
“Hai detto tutta Italia ma immagino che per ragioni un po’ ‘campanilistiche’ fra i sedici rimasti in gara ci siano molti marchigiani”.
“Soltanto uno, il maceratese Simone Cicconi col brano assai esplicito ‘Simone s’è incazzato’. Gli altri quindici vengono due da Cagliari, Napoli e Palermo, e, uno per città, da Trento, Milano, Sant’Arcangelo di Romagna, Roma, Latina, Roseto degli Abruzzi, Benevento, Lecce e Messina. T’avevo detto tutta Italia? E tutta Italia è, dalle Alpi alla Sicilia”.
“Prepariamoci dunque agli exploit del 23, 24 e 25 giugno nello Sferisterio che, come sempre, si annuncia gremito”.
“Ma, prima, i sedici diventeranno otto e saranno loro a comporre la squadra dei campioni che si esibirà nell’arena dei cento consorti”.
“Quindi un’altra selezione”.
“Sì. Quest’ultima fase, la più impegnativa, vedrà l’intervento da un comitato artistico di garanzia composto fra gli altri da Stefano Zecchi, il notissimo docente di estetica, da Sandro Veronesi, l’altrettanto noto romanziere, e da cantanti di cui è superfluo dire la fama come Claudio Baglioni, Vasco Rossi e Roberto Vecchioni. Sarà questo comitato a scegliere cinque concorrenti, mentre due verranno scelti dagli ascoltatori di Radio Rai e uno da noi”.
Piero Cesanelli con Roberto Vecchioni, uno dei grandi ospiti di Musicultura e membro del comitato artistico di garanzia
“E la vostra situazione finanziaria?”
“Problematica da sempre e ancor più adesso a causa dei perduranti effetti della crisi economica che limitano – ma, se pur ridotti, continuano ad esserci – i contributi della Provincia, del Comune e della Regione”.
“Però, magari ‘eroicamente’, ce la fate”.
“E continueremo a farcela, soprattutto in virtù del totale disinteresse – cosa rara, oggigiorno – delle persone di prestigio che ci sostengono fin dall’inizio. A loro, in particolare, va la nostra gratitudine”.
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«La perfezione ha un grave difetto: ha la tendenza ad essere noiosa.»
(William Somerset Maugham)
una domanda sorge spontanea: che flauto c’entra Vasco Rossi con la cultura?
se l’intenzione è il superamento della musica leggera la si chiami musicawelterjunior, la cultura sia lasciata stare per l’amor di D.io o almeno della decenza.
Sempre interessanti gli articoli del Maestro Liuti.
L’unica cosa di cui non sono d’accordo è riguardo lo Sferisterio.
Sebbene in passato (per cantanti, scenografie, registi, mkg) lo Sferisterio se la giocava in Champions League (<em<spesso arrivando in finale e sollevando la coppa) almeno negli ultimi 15 anni, oramai, è un nobile decaduto che sta a mezza classifica, più vicino alla retrocessione che alla zona UEFA…