Capannoni per capre e pecore nell’area protetta: le associazioni ambientaliste della Regione scendono in campo per dire no. Teatro della protesta è San Severino dove, in base a quanto dichiarato dall’alleanza delle associazioni ambientaliste marchigiane (tra cui Cai Marche, circolo “il Grillo Legambiente San Severino”, circolo Forum Paesaggio Marche, gruppo intervento giuridico, Italia Nostra Marche, Legambiente Marche, Lupus in Fabula, Pro Natura Marche, Terra Mater, Wwf Marche), è stata appena approvata una variante al piano regolatore che consentirebbe la realizzazione di due allevamenti, uno di capre e uno di pecore in località Ugliano area sottoposta a vincolo paesaggistico. Le associazioni di difesa dell’ambiente hanno così presentato le proprie opposizioni al sindaco di San Severino Cesare Martini. La richiesta sarebbe stata avanzata da due aziende che intendono realizzare nuovi capannoni con relativi impianti di fotovoltaico, in aree destinate dal prg a zone agricole di interesse paesistico (esp) e da zone agricole di salvaguardia paesistica-ambientale (ea). La richiesta delle aziende è di declassare le aree a zone agricole normali per poter realizzare gli ampliamenti di volume progettati. Le associazioni, nelle loro osservazioni, si chiedono se per caso nel frattempo le zone agricole interessate all’intervento abbiano perso il loro interesse paesistico o la loro esigenza di salvaguardia ambientale.
«La risposta è no – scrivono nelle opposizioni le associazioni – l’intervento ricade in una area dove vi è un vincolo idrogeologico, tutelata dal codice dei beni culturali e paesaggistici come zona di bellezze naturali e di territori coperti da foreste e boschi. Inoltre comporta una modifica permanente delle modalità di utilizzo e occupazione, costruzioni, alterazioni morfologiche dello stesso terreno. E’ soggetta a verifica di compatibilità idraulica e deve prevedere opere compensative rivolte al perseguimento dell’invarianza idraulica. Contempla la realizzazione di nuova recinzione e l’apertura di un nuovo accesso sulla strada vicinale di uso pubblico. Le associazioni si appellano agli amministratori pubblici affinché questa iniziativa economica privata, senza utilità sociale, anzi contro il paesaggio e quindi contro l’interesse pubblico, sia bocciata. Un tema quello della tutela del paesaggio su cui aveva richiamato l’attenzione anche il mondo accademico con un convegno del 10 febbraio scorso all’università di Macerata (leggi l’articolo)
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