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Risorge la Gesuelli & Iorio,
revocato il fallimento

SENTENZA - La Corte d'appello di Ancona ha ribaltato la sentenza del tribunale di Macerata. Ora via al piano di ristrutturazione che prevede di ripianare i debiti attraverso le proposte di acquisto avanzate per le proprietà del gruppo e il recupero dei crediti

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Aermeeting, l'hotel dell'Aereoporto Raffaello Sanzio di Falconara

Aermeeting, l’hotel dell’Aereoporto Raffaello Sanzio di Falconara

 

di Gianluca Ginella

Revocato il fallimento della Gesuelli & Iorio, colpo di scena alla Corte d’appello di Ancona che ha accolto il ricorso del legale del gruppo maceratese e disposto una udienza per la presentazione della procedura di concordato liquidatorio. La decisione dei giudici è arrivata oggi dopo che il 23 settembre scorso l’azienda era stata dichiarata fallita al tribunale di Macerata. Ma contro la sentenza di fallimento aveva presentato ricorso l’avvocato Alberto Feliziani: «Lo avevo presentato sul fatto che non si poteva dichiarare fallita l’azienda se il concordato che avevamo presentato non era stato nemmeno valutato».

Il concordato liquidatorio del gruppo Gesuelli prevede il pagamento di una parte piuttosto corposa dei debiti del gruppo. Questo attraverso le proposte di acquisto avanzate per le proprietà della Gesuelli e Iorio ai quali si aggiunge il recupero dei crediti. Un piano di rientro che era stato realizzato dall’avvocato Feliziani insieme al commercialista Marco Lorenzini.

Per la Gesuelli e Iorio la sentenza significa tornare a sperare in una rinascita e nel rilancio. Un gruppo storico che negli anni d’oro fatturava oltre 40 milioni di euro, e che si è occupato della realizzazione di importanti infrastrutture in giro per l’Italia. Dalla sede della Loriblu, al quartiere Isola blu di Jesolo, al nuovo hotel dell’aeroporto Raffaello Sanzio, al complesso residenziale Lido azzurro (241 appartamenti e 5 ville, a ridosso del parco del Conero). Tante le opere che hanno visto protagonista il gruppo nel corso degli anni. Nel 2012 però è iniziata la crisi, come per molte ditte che lavorano nel settore del mattone. Mancati pagamenti di opere già realizzate e le banche che hanno stretto i cordoni del credito al gruppo sono stati gli elementi che hanno messo l’azienda in cattive acque.



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