Nasce la Reggia Picena:
“Salveremo il nostro patrimonio
dall’immobilismo maceratese”

MACERATA - La nuova associazione, nata da 13 soci fondatori, ha lo scopo di tutelare, valorizzare e divulgare le bellezze nascoste, anche in prospettiva turistica. Dalla sua attività nasceranno proposte, da discutere con la cittadinanza per non perdere beni secolari che rischiano di essere dimenticati. Giorgio Ballesi: "Solo affermando la propria identità ci si può difendere dalla globalizzazione"

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Il gruppo fondatore dell’associazione “Reggia Picena”

 

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Mattia Orioli introduce la nuova associazione

di Marco Ribechi

(foto di Lucrezia Benfatto)

Un team multidisciplinare per riscoprire e divulgare la cultura maceratese. Con questi intenti è stata presentata oggi l’associazione “Reggia Picena” che si avvale dell’esperienza di 13 soci fondatori che per differenti ragioni si trovano ad indagare le radici storiche del capoluogo. Quello che propongono non è solo un lavoro di ricerca ma una vera e propria riflessione proiettata al futuro. In altre parole alla valorizzazione e allo sviluppo turistico di luoghi di interessa che oggi sono dimenticati o addirittura abbandonati. Dall’architettura all’archeologia, dalla storia alla letteratura passando per la musica, le tradizioni e il folclore esiste un patrimonio sommerso da riportare in superficie. Significativo in questo senso l’intervento di Giorgio Ballesi: «E’ importante affermare la propria identità, unica e specifica – spiega l’avvocato – Senza la chiarezza delle proprie caratteristiche si viene facilmente cancellati dalla globalizzazione. Non resta nulla se non l’identità».

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Silvano Iommi

Per questo il simbolo scelto per rappresentare il gruppo, a cui si uniranno nel tempo altri soci, è uno scudo, quello di Felice Floriani:  «Questa è unica delle poche immagini – dice l’architetto e archeologo Silvano Iommi – datata 1618, in cui si vede una macina in prospettiva. La prospettiva è quella del futuro a cui la riscoperta deve tendere». Il gruppo è fermamente convinto che senza una programmazione nel tempo, che proponga delle tappe di sviluppo, non si può dare alla dimensione culturale quella centralità che negli ultimi tempi viene sempre più collegata allo sviluppo economico del paese come una delle soluzioni alla crisi. «Nell’epoca in cui si parla della grande bellezza – continua Iommi – negli ultimi decenni è solo il brutto che è avanzato e continua a farlo. Oggi però le parole territorio e ambiente, molto usate ma fin’ora poco apprezzate, sono state sostituite dal concetto di panorama. E’ questo il vero nodo da cui partire». Il termine panorama racchiude non solo un valore geografico e ambientale ma anche tutti i legami che l’uomo ha intrattenuto con l’ambiente che per secoli ha abitato.

 

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Lo scudo di Felice Floriani simbolo dell’associazione

Da riscoprire quindi per prima cosa le collezioni sepolte o poco valorizzate: quella dei libri ai piani superiori della Mozzi Borgetti, quella del Risorgimento, finita chissà dove, quella di Cassese che conta oltre 7 mila pozzi di presepe provenienti da ogni parte del globo. E ancora la figura di Giuseppe Tucci orientalista ed esploratore, i viaggi dei cappuccini che per primi arrivarono in Tibet, i percorsi delle fonti storiche e delle aree verdi di Macerata, la cui valorizzazione è passata quasi inosservata in consiglio comunale nonostante il voto (leggi l’articolo). Insomma l’interesse è verso tutto quello che già esiste ma che per motivi vari è entrato a far parte dell’immobilismo maceratese per cui “si cambia per lasciare tutto com’è”. Dall’attività dell’associazione dovranno uscire quindi non meri studi da torre d’avorio ma vere e proprie proposte, da discutere con la cittadinanza, per non perdere un patrimonio secolare che rischia di essere dimenticato. I 13 fondatori della “Reggia Picena” sono: Silvano Iommi, Giuseppe Bommarito, Giorgio Ballesi, Gianni Menghi, Claudio Fraticelli, Anna Capitani, Enzo Fusari, Simonetta Torresi, Giovanna Matteucci. Mattia Orioli, Matteo Iommi, Francesco Castiglioni, Stefano Quarchioni.

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