di Walter Cortella
La stagione di prosa del Lauro Rossi apre all’insegna del buonumore e della comicità allo stato puro e lo fa con un classico del teatro leggero, con “Sarto per signora”, opera prima di Georges Feydeau, il prolifico drammaturgo parigino vissuto a cavallo tra ’800 e ’900 e considerato uno dei più grandi autori della commedia francese, dopo Molière. La regia e la riduzione del testo originale sono di Valerio Binasco. Protagonista della divertente pièce è Emilio Solfrizzi, attore brillante di bella presenza, dalla notevole vis comica, con alle spalle un ricco bagaglio di esperienze maturate nel mondo del cabaret, della televisione e del cinema. Ma la sua vera passione è il teatro. Dopo il successo di pubblico e di critica dello scorso anno, «Sarto per signora» inizia una seconda stagione teatrale per la quale si prevede una lunga serie di repliche nelle principali città italiane.
La trama è praticamente inesistente, ma i dialoghi sono frizzanti, l’umorismo è vivace, le battute davvero spiritose hanno sempre un ritmo sostenuto. È ricca di colpi di scena: scambi d’identità, sotterfugi, equivoci e amori segreti sono gli elementi base per questo divertente vaudeville. Non è possibile distrarsi. Anzi, l’attenzione del pubblico è massima fin dalle prime battute. In platea c’è un sommesso brusio, ben avvertito dagli attori, che dà la misura della sua partecipazione al dipanarsi della vicenda. La commedia è costruita su figure tratte dal quotidiano, ma sono state tratteggiate da Feydeau con grande maestria e rese credibili ed empatiche dalla bravura degli interpreti e dalla riuscita messa in scena di Valerio Binasco. Il cast è all’altezza del testo e la sua performance è stata più volte sottolineata da calorosi applausi.
La commedia è ambientata a Parigi. Il dottor Molineaux, fresco di matrimonio ma dai dubbi comportamenti coniugali, ha un animo libertino che lo porta a tradire la moglie con un’avvenente signora. Per potersi incontrare liberamente con l’amante, prende in affitto un appartamentino discreto, abitato in precedenza da una sarta. Per non destare sospetti è perciò costretto a fingersi sarto per signora, creando così una serie di simpatiche ed esilaranti gags che coinvolgono tutti i protagonisti della pièce. Accanto ad un superlativo Solfrizzi, brillante protagonista principale nei panni dell’impenitente e gaudente donnaiolo, troviamo un team di prim’ordine, in gran parte già al suo fianco nella precedente edizione: Elisabetta Mandalari (Yvonne Moulineaux), Anita Bartolucci (sua madre, la signora Aigreville), Fabrizio Contri (molto ben caratterizzato il suo Bassinet), Viviana Altieri (l’avvenente moglie), Simone Luglio (dalla prorompente vis comica, nel ruolo di Aubin), Lisa Galantini (sua moglie Susanna), Barbara Bedrina (nei panni di Pomponnette) e infine Cristiano Dessì, davvero bravo nel ruolo del cameriere di casa Moulineaux. Per un lavoro corale un «bravo» corale per accomunare tutti i protagonisti per l’eccellente performance. Eleganti i costumi di Sandra Cardini, in una scenografia davvero signorile, opera di Carlo De Marino. La stagione del «L.Rossi» è dunque partita con il piede giusto e se il buon giorno si vede dal mattino.
(foto di Mario D’Angelo)
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