Pd srl, 46 dipendenti in mobilità
“Indesit ha determinato ogni scelta”

ESANATOGLIA - Scade il 1 novembre la cassa integrazione straordinaria per i lavoratori (soprattutto donne) della ditta che si occupa di cablaggi per elettrodomestici. Il segretario provinciale Fiom: "Siamo in trattativa con la proprietà per riassorbire qualche esubero"

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Rosella Marinucci

Rosella Marinucci segretario provinciale Fiom

di Claudio Ricci

Saranno 46, soprattutto donne, i lavoratori della Pd srl ad andare in mobilità dal 1 novembre. La ditta di Esanatoglia che si occupa di cablaggi elettrici per conto di Indesit si appresta a dimezzare il proprio organico composto ad oggi di 83 dipendenti. Tutto è partito con la chiusura dei reparti montaggio e macchine semiautomatiche e l’avvio della cassa integrazione – spiega Rossella Marinucci, segretario provinciale Fiom – All’inizio c’erano un centinaio di lavoratori, poi dopo alcuni licenziamenti volontari, sono rimasti 83. Parliamo per lo più di donne, tutte tra i 35 e i 50 anni, residenti nei Comuni di Esanatoglia e Matelica particolarmente indicate nel lavoro di cablaggio dei fili negli elettrodomestici per la loro manualità. Il 1 novembre scade l’ultimo anno di cassa integrazione straordinaria e viene avviata la procedura di mobilità per 46 dipendenti. Rimarrà ad Esanatoglia il reparto di macchine automatiche che non necessita di molta manodopera». Intanto continuano le trattative tra proprietà e le rappresentanze di Fiom-Cgil. «L’ultimo incontro c’è stato ieri – continua Marinucci – e altri sono in programma il 22 e il 26 ottobre. L’obiettivo è quello di ridimensionare il numero degli esuberi cercando di inserire unità in più nel reparto rimasto aperto come abbiamo fatto, durante il periodo di cassa integrazione attraverso percorsi di formazione all’utilizzo delle macchine.» Cliente di riferimento principale della Pd è la Indesit Company committente di lavori su impianti elettrici per forni, cucine e frigoriferi. «In questi anni Indesit ha determinato ogni scelta dell’azienda. Imponendo l’apertura di un sito produttivo in Polonia, sul quale sono state indirizzate in questi anni le produzioni a maggiore impatto di manodopera, gli investimenti dell’azienda e le competenze professionali. Ha determinato per anni modalità e ritardi nei pagamenti delle competenze dei lavoratori e delle lavoratrici. L’impatto lavorativo e sociale di questa procedura di mobilità è enorme, in un territorio dell’entroterra maceratese come questo, privo di ogni alternativa occupazionale. Intanto abbiamo chiesto all’assessore provinciale Paola Mariani di Macerata e ai sindaci di Esanatoglia e Matelica Giorgio Pizzi e Alessandro Del Priori un incontro per cercare risposte concrete».



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