di Carlo Cambi
Compagno Antonio, che meraviglia! Non ci frequentavamo dall’esame di Economia Politica. M’è capitata tra le mani un’edizione vecchiotta di Sotto la Mole con quella copertina bianco rossa (guarda caso) peculiare dell’Einaudi che fu. Li compravo quei libri, a rate, dal papà di un mio compagno di liceo che faceva il rappresentante per la casa torinese. Così la mia modesta biblioteca è zeppa di saggi marxisti, nonostante con Carletto Marx abbia litigato fanciullo preferendo Gobetti, Mazzini, Locke, Einaudi (padre). E tuttavia riscontravo, e ancora ti do atto, che tu compagno Antonio eri un marxista sui generis, quasi attratto, sicuramente rispettoso, dall’idea liberale. Ho come l’impressione che tu amassi la vita dagli orizzonti aperti, forse perché troppa galera ti sei fatto. L’ho scoperto l’altra sera, rileggendoti: “Il calcio è il regno della lealtà umana esercitata all’aria aperta”. Firmato Antonio Gramsci. Che goduria sentirti discettare tra lo scopone, bilioso, truffaldino, sedentario, e il pallone arioso, libertario e legalitario. C’è un passaggio, compagno Gramsci, che mi affascina: “Anche in queste attività marginali degli uomini si riflette la struttura economico-politica degli Stati. Lo sport è attività diffusa delle società nelle quali l’individualismo economico del regime ha trasformato il costume, ha suscitato accanto alla libertà economica e politica anche la libertà spirituale e la tolleranza dell’opposizione”. E sembra che tu provi ammirazione per quell’Inghilterra liberale dove il calcio ebbe i natali contrapponendovi un vetusto costume italico. Affermi: “Gli italiani amano poco lo sport; preferiscono lo scopone. Osservate una partita di football: essa è un modello di società individualistica: vi si esercita l’iniziativa, ma essa è definita dalla legge”. Queste tue analisi mi sono venute in mente leggendo di un tuo nipotino maceratese che si dà il caso abbia la responsabilità dello sport cittadino. M’ha punto il vago sospetto che non t’abbia mai letto.
Si dà il caso che Macerata – città bellissima, vivibilissima, ma ultimamente (diciamo nell’ ultimo quarto di secolo) sparita dai radar nazionali; conta quasi nulla tanto che perde pezzi: prima l’aviazione, poi la Banca d’Italia, poi la Provincia, ora la Camera di Commercio, dell’ospedale è meglio tacere, anche il Tribunale hanno provato a portarlo via, con una viabilità da selvaggio borgo natio, con un’economia di piccolo cabotaggio e se non fosse per l’università ignota ai più – abbia ritrovato col calcio un palcoscenico nazionale. Nello sport ce l’aveva: grazie alla palla a volo, ma causa mancanza di un palazzetto degno di questo nome l’ha perso. Non ci crederai compagno Antonio, ma la Maceratese è tornata a militare tra i professionisti in un campionato nazionale. E lo ha fatto da imbattuta. Ora ci si aspetterebbe che per quella forza d’aggregazione che il calcio ha, per quella indiscutibile capacità di essere veicolo di griffe territoriali, per il fatto medesimo d’essere popolarissimo sul calcio si soffermassero le attenzioni di chi amministra la città e – non foss’altro per calcolo elettorale – si facesse di tutto perché la Maceratese operasse nel miglior modo possibile. E invece questo tuo nipotino ha deciso che lui – poiché è un duro e puro – favori alla Maceratese non gliene fa. Integerrimo, dirai tu. Un po’ partigiano e anche un tantino miope nella prospettiva dico io. Il signore in questione si chiama Alfiero Canesin e di mestiere fa l’assessore allo sport. E secondo me è invidioso della notorietà e dalla popolarità che una consigliera comunale non del Pd ha ottenuta grazie ai tanti soldi che ha speso per far tornare grande la Maceratese: Mariella Tardella. Insomma secondo me lui vuol farsi vedere bianco (nel senso d’immacolato, di attento ai soldi pubblici, di difensore degli sport minori) ma in realtà è rosso (per la militanza politica ma anche un po’ per invidia). Insomma ci prova ad esser solo biancorosso, ma non gli riesce.
Ti riassumo i fatti: la Maceratese gioca in uno stadio vecchiotto. Quando la Maceratese è stata promossa tra i professionisti – gran festa di popolo e grandi applausi del sindaco uscente che poi è stato rientrante e c’era la campagna elettorale – si sono promessi mari e monti: lo stadio lo rifacciamo, sarà la nostra vetrina, orgoglio biancorosso (sono i nostri colori sociali, gli stessi della città) e via retoricando. Poi i lavori sono cominciati in ritardo per via di un certo pellegrinaggio Macerata-Loreto. Devi sapere che qui anche i rossi, come il compagno Canesin, in realtà poi sono bianchi perché la Chiesa viene prima di tutto. E’ il destino di essere bianco-rossi. Comunque alla fine una rattoppata all’Helvia Recina gliela hanno data e il campionato è partito. Però è successo che sia venuto un acquazzone e gli spogliatoi si sono mezzi allagati. E’ in quel momento che è intervenuto fiero l’Alfiero: “ Non abbiamo più soldi per intervenire sull’Helvia Recina, abbiamo già speso 800 mila euro e fino al prossimo anno non se ne parla. E poi mica si può spendere solo lì. Noi (cioè il Comune) alla Maceratese lo abbiamo detto: non vi allenate sul campo da gioco.”. E a parziale scusante Canesin ha aggiunto che ci sono state condizioni atmosferiche eccezionali. Insomma ha piovuto troppo. Una volta si sarebbe detto: piove governo ladro, ma a palazzo Chigi c’è Renzi e dunque non si può.
Ora compagno Gramsci memore del fatto che tu dici che il calcio è la sintesi della lealtà, che insegna a rispettare le minoranze, che è governato dalla legge, che inquadra le libertà individuali mi è venuto il sospetto che Canesin non ti abbia mai letto. Anche perché se uno è stato comunista in Italia non può dimenticarsi di te. O sì? In attesa che ti scopra provo io a mettere in relazione il tuo pensiero con i fatti di Macerata.
Allora si dà il caso che la presidentessa della Maceratese, Mariella Tardella che in totale isolamento e contando solo sulle sue forze ha regalato alla città il miracolo di questa squadra che ha vinto e continua a vincere, sia anche consigliere comunale di minoranza. Un bianco (l’ultras della Dc Ivano Tacconi) che sta con i rossi (i tuoi eredi molto sbiaditi) ha provato a sbatterla fuori dall’assemblea cittadina sollevando un’incompatibilità proprio in relazione alla Maceratese. Gli è andata male. Ma la prima domanda che sorge spontanea è: non sarà che i soldi per l’Helvia Recina non si trovano perché la Tardella sta all’opposizione?
Seconda considerazione. Dice il Canesin duro e puro: mica si può spendere solo per l’Helvia Recina. Ha ragione da vendere: lo sport è pratica diffusa e bisogna sostenere tutti. Macerata è all’avanguardia. Ad esempio ha- sulla carta- un polo natatorio straordinario. Hanno stanziato da un ventennio tre milioni di euro. Lo vogliono fare così bene che ancora delle piscine non c’è traccia. In compenso però se l’Helvia Recina si allaga si può giocare lì a palla a nuoto. Canesin è lo stesso assessore che ha fatto riasfaltare i viali di circonvallazione per far disputare nel 2011 i campionati europei (giovanili) di pattinaggio su strada col risultato che nove nazionali si ritirarono perché il percorso era pericoloso. I soldi per lo sport vanno spesi bene. Ma sempre Canesin è l’assessore che ha fatto scappare la Lube dal palazzetto – ma proprio etto – di Fontescodella. Che ha costretto la Maceratese a comprarsi i campi per la scuola calcio, che ha concesso il campo da rugby all’Amatori Macerata a condizione che se lo sistemasse con i suoi soldi, che ha impedito alla squadra di softball di allenarsi per mesi perché il campo e gli spogliatoi erano inagibili, che costringe le squadre di ginnastica a peregrinare di palestra in palestra, che non dà ai nuotatori maceratesi, che pure vincono titoli a raffica, una piscina dove non solo si possano allenare, ma disputare delle gare. Che fa pagare alle scuole di danza l’affitto del Lauro Rossi per i saggi, ma concede sponsorizzazioni ai circoli amici. Lo sport per tutti – come scrivi tu, compagno Gramsci – che fa esercitare “l’individualismo economico”.
Ma c’è un terzo aspetto. Si dà il caso che la Maceratese paghi un affitto anche salato al Comune per lo stadio. Ora seguendo i tuoi scritti caro Antonio si apprende che il calcio insegna il rispetto della legge. Ebbene la legge vuole che se io faccio un contratto per usufruire di un bene bisogna che quel bene sia fungibile, adatto allo scopo e disponibile. Se la Maceratese non si può allenare nel suo stadio, se negli spogliatoi ci piove dentro, se non può far disputare su quel terreno i campionati nazionali allievi e Beretti perché o ci giocano i ragazzi o ci gioca la Maceratese visto che il terreno di gioco non sopporta due partite di seguito, per quale motivo la Maceratese dovrebbe pagare l’affitto al Comune?
Un Comune che dice di non avere un quattrino, ma che sta meditando l’acquisto del Park-sì con notevole ed opinabile esborso di denari pubblici. Viene il sospetto – seguendo il pensiero gramsciano – che questa giunta sia più incline allo scopone che al football.
Perché forse il compagno Canesin non ha considerato alcune cose.
1) – Il campionato di Lega Pro porta le televisioni all’Helvia Recina. Sta alla città scegliere se presentarsi bene o male. Non facendo però il gioco delle tre carte che se la Tardella spende quattrini e fa andare bene la squadra Macerata ci fa una gran figura e quando invece si vede che lo stadio fa acqua da tutte la parti a rimetterci la faccia, e i punti in classifica, è solo la Maceratese.
2) Se la Maceratese va bene i fondi federali per la promozione dello sport giovanile s’incrementano e questo è un vantaggio per lo sport di tutta la città.
3) Se la Maceratese resta nel calcio che conta il brand Macerata acquista valore il che significa attrattività d’investimenti, attrazione turistica, plus positivo nella competitività tra territori.
Con l’aria che tira acquisire visibilità e centralità vuol dire forse salvarsi dalla mannaia renziana che un po’ a casaccio manda fendenti per sfoltire i cosiddetti livelli intermedi, ma anche poter fare un po’ di voce grossa ad Ancona (nel caso in cui, ad esempio, ti vogliano chiudere l’ospedale: un’ipotesi, per la carità solo un’ ipotesi).
Insomma compagno Gramsci spiegaglielo tu a Canesin che il calcio dà centralità ai territori e magari gli passa anche qualche voto visto che il Pd di Macerata si regge sul consenso prima di tutto del ceto burocratico e che se la città riesce a salvarsi qualche centro di servizi non fa un soldo di danno. Ma spiegagli anche che se la faccenda dell’Helvia Recina invece di viverla come “io non faccio favori alla Tardella, io non divento nazional popolare cercando di attrarmi le simpatie del calcio perché essendo di sinistra mi devo occupare degli sport minori che è più politically correct” e con ciò rischiando di fare un bis della Lube, la vivesse come un investimento sulla città e anche – il che non guasta – come un preciso adempimento contrattuale sarebbe meglio per lui e per tutti. Già dimenticavo; per capirlo bisognerebbe avere qualche nozione di economia. E se non ha letto te compagno Gramsci c’è da pensare che abbia letto altro. Perché i campi (sportivi) della conoscenza sono infiniti. Su questo almeno non ci piove.
Con ossequi ciao, un tuo ammiratore che però non hai mai convinto.
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Non sapevo che fosse diventato anche l’avvocato difensore del Presidente
Sig. Cambi,l’articolo da lei inviato,lo faccia firmare alla persona che glielo ha scritto…..non è. Farina del suo sacco,posso immaginare di chi è la penna!
La buona volontà ce l’ho messa ma nonostante quella, non sono riuscito a leggere fino in fondo. Ma che robba è???
Commento davvero interessante e cio’ che piu’ conta veritiero. D’accordo con chi l’ha scritto. Lo stadio non e’ stato rinnovato perche’ – non siamo ciechi – e’ sempre lo stesso. A dir la verita’ e’ peggiorato se non altro per quella fastidiosa indecente procedura per entrarci tanto che forse conveniva farlo nuovo ma fuori dalla citta’ a Piediripa o Villapotenza .Ma certe idee sono troppo grosse per chi e ‘ abituato a ragionare in piccolo , Basta ricordare la storiella della LUBE condannata a giocare per anni nel PALAZZETTO !!!!!!!! ripeto PALAZZETTO !!!!!!!!!!!!!!!!
Nn pensavo che questo Cambi avesse bisogno di scrivere sulla questione stadio/spogliatoi x rifarsi un po’ di notorietà…..molto triste davvero….
Canesin lo stadio va’ sistemato punto…e a capo…e dillo anche al tuo capo che fa’ bello sfoggio della sua sciarpetta in tribuna…
Una sola cosa ho capito ed in fondo ci speravo visti anche i precedenti sermoni:Cambi non è comunista e meno male.Due piccoli appunti;credo che Gramsci vedendo quello che succede nel calcio oggi rivedrebbe di brutto le sue posizioni;prima di considerare Consigliera la Tardella conti le sue presenze in Consiglio;per il resto tanti blah blah pre elettorali stile Pantana.
Non si è lasciato convincere da Gramsci,OK.Il cinese nelle scuole non è un’opportunità,bensi l’inizio dell’invasione,OK.Chi frequenta scuole religiose è perseguitato,OK.I comunisti mangiano i bambini,OK.Caro sig.Cambi i suoi articoli sembrano scritti da un presidente di una squadra di calcio.La Tardella?Nooooooooooooo da Silvio Berlusconi.