di Leonardo Giorgi
(foto Andrea Petinari)
Il rombo dei motori che hanno accompagnato il feretro fino a Villa Strada, la sua frase preferita “Se sei incerto tieni aperto” detta con gli amici che conoscevano la sua passione per le due ruote e il pensiero di don Oscar che ha invitato tutti a cercarlo guardando al cielo. Abbracci e lacrime oggi al funerale di Mattia Coloccioni, il 17enne morto domenica dopo uno schianto in moto a Cingoli in sella alla sua enduro 125 (leggi l’articolo). La chiesa di Sant’Esuperanzio del Balcone delle Marche non è riuscita a contenere il fiume di gente accorsa per l’ultimo saluto al piccolo campione. Centinaia le persone all’interno e altrettante quelle che hanno dovuto seguire la cerimonia da fuori per dare vicinanza ai genitori Moreno e Lorena, piegati dal dolore in chiesa vicino alla figlia Giorgia di 13 anni. Molti erano volti giovani, tutti gli amici di “Coloc”, come lo chiamavano nel suo gruppo. «Se sei incerto tieni aperto» lo ha ricordato l’amico Daniele Chiarotti, salito sull’altare per sottolineare l’affetto e il vuoto che ha lasciato la morte del 17enne. E per farlo ha concluso proprio con la frase che Mattia diceva spesso, il suo motto. Sull’altare, attorno al sacerdote, hanno preso posto decine di giovani tra i 15 e i vent’anni con il volto segnato dai pianti di questi giorni.
Una scena che, con il suo messaggio di amicizia e speranza, ha dato un’immagine ancora più esplicita dell’assurdità della tragedia. «Dacci la forza Signore di trovare in te il senso di questa perdita» ha recitato in preghiera uno dei ragazzi lì presenti. Un senso lo ha provato a dare don Oscar, sacerdote della parrocchia di Villa Strada che ha visto crescere il ragazzo. «Come si fa a credere ancora in Dio – ha domandato durante la sua omelia – e nel suo agire dopo tragedie del genere? Dobbiamo sempre ricordarci che il nostro Dio, è il Dio dei vivi e non dei morti. Così come ha permesso a suo figlio Gesù di farsi uomo ed essere ucciso da innocente, Dio ha accolto nella vita oltre la morte l’innocenza del nostro caro Mattia. Dovete guardare in alto verso il cielo ragazzi. Mattia è con Cristo ora, accolto dall’agire di Dio che è sopra ogni cosa». All’uscita del feretro, in onore della profonda passione del 17enne per il mondo dei motori e in particolare per le moto da cross ed enduro, il rombo di tante moto e scooter hanno accompagnato il carro funebre fino al cimitero di Villa Strada dove è stato tumulato. Molti i piloti presenti al funerale e che conoscevano Mattia sin dai primi giri sulle minicross, oltre ai ragazzi del Moto Club Ragni di Fabriano a cui il giovane era iscritto. Nel 2013 è stato vincitore nel 2013 del campionato regionale di enduro 50. A Cingoli tutti lo conoscevano per la sua passione motociclistica. «Ho lavorato a casa dei genitori – ha raccontato Giancarlo Molini, imprenditore edile cingolano di 45 anni – e mi ricordo che da piccolo, per quello che ho visto io, non stava mai a giocare con qualcosa, era continuamente davanti il televisore a guardare video di moto su cassetta. Ancora non mi capacito di quello che è successo».
Nel pomeriggio è stato esposto uno striscione davanti i giardini di Villa Strada, adiacenti alla chiesa della frazione con la frase ricordata durante la funzione
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Non ci sono parole a tanto dolore,e poi a lui che era un esperto di moto doveva succedere.
Certo, che i destini e la vita sono dei misteri irrisolvibili. r.i.p.
Rip mattia
RIP