di Marco Ribechi
Un lungomare abbandonato, pericoloso per i pedoni e con pochi controlli. Dopo l’investimento della mamma con i due bambini (leggi l’articolo) è questa l’immagine che emerge del tratto litoraneo di Scossicci che separa Porto Recanati da Marcelli e che segna il confine tra la provincia di Macerata e quella di Ancona. Tra i bagnanti c’è paura, anche quando si attraversa sulle strisce pedonali. Sconforto invece tra gli operatori turistici che da generazioni chiedono un massiccio intervento per migliorare i servizi e la viabilità. Domande secondo loro inascoltate. Dopo l’ennesima tragedia sfiorata, il litorale non è nuovo in quel tratto di incidenti anche dall’esito mortale, si chiedono interventi per la messa in sicurezza. «Corrono come matti, di notte ci sono le gare tra le moto – dice Paola D’Orazi, amministratore unico del campeggio Adriatico – Le strisce pedonali sono invisibili perché ormai consumate dai continui passaggi. Non esistono deterrenti alla velocità, nessun dosso, nessun autovelox, nessun semaforo. Spesso mi trovo ciclisti e centauri direttamente all’ingresso del camping poiché l’asfalto della rotatoria è molto consumato e scivoloso quindi chi è sulle due ruote va dritto e non riesce a curvare. Anche l’illuminazione scarseggia. Dicono che vogliono il turismo ma ci devono dare i mezzi, Scossicci è la parte dimenticata di Porto Recanati». La donna investita domenica è la nuora di D’Orazi. Non ha riportato ferite gravi. Stanno bene i due bambini (ad uno è stato ingessato il braccio).
Disilluso anche Sergio Tavoloni, proprietario del camping Bellamare, proprio sulla linea di confine tra le due provincie: «Ho questa attività da 35 anni, non è mai cambiato niente. Per un periodo hanno fatto qualcosa, ad esempio i marciapiedi ma poi non c’è un piano di sviluppo, e pensare che la zona di Scossicci, con tutti i vari campeggi, è proprio quella che accoglie la maggioranza dei turisti di Porto Recanati. Il problema secondo me è solamente uno: si chiama strada provinciale 100, vale a dire lungomare Scarfiotti, una strada maledetta. C’è il limite di 50 ma nessuno lo rispetta. Non ci sono controlli da parte delle forze dell’ordine, la segnaletica non si vede, è consumata. Sabato e domenica il curvone è pieno di auto parcheggiate in maniera selvaggia che restringono la carreggiata e non esiste un passaggio per i pedoni. A Marcelli hanno i dossi per far rallentare le auto, qui dicono che non si possono mettere e intanto abbiamo un sacco di incidenti. Per ogni tamponamento ce ne sono almeno mille sventati. Bisogna eliminare il traffico, ripensare i servizi bus collegandoci anche con Marcelli, Numana e Sirolo. Bisogna dare la possibilità di muoversi senza auto». Estremamente pericolosa anche la strada Scossicci, che collega il lungomare Scarfiotti con Villa Musone, dove l’anno scorso una ciclista tedesca perse la vita (leggi l’articolo). «Qui siamo al paradossale – sbotta Massimo Agostinelli, turista stagionale – Esattamente come sul lungomare la ciclabile si interrompe nel nulla, ci si ritrova nella carreggiata dove le auto sfrecciano. Ma la cosa incredibile è che esiste un semaforo per l’attraversamento pedonale ma non quello che blocca le auto visto che è caduto lo scorso anno in seguito ad un incidente. Praticamente quando il pedone ha il verde non c’è il rosso per le auto che tirano dritte. Dire che è pericoloso è un eufemismo».
Tornando sulla litoranea c’è anche il problema del parcheggio, non organizzato e spesso selvaggio: «La sosta è un altro grande problema – dice Matteo Striglio, responsabile dell’hotel Brigantino – Le auto spesso parcheggiano sul marciapiede, specialmente nel fine settimana. Questo costringe pedoni e ciclisti a scendere in carreggiata dove le auto corrono e spesso gli automobilisti sono distratti. Sarebbe importante anche asfaltare la parte più esterna della strada e fare le strisce di parcheggio ordinate poiché ognuno sosta un po’ come vuole. Servono più controlli, soprattutto di notte quando le moto fanno a gara. Molti dicono di mettere i dossi, non so se sia la soluzione giusta perché d’inverno non c’è praticamente nessuno ma certamente per l’estate bisogna trovare il modo per limitare la velocità. Bisogna dire che anche i pedoni sono negligenti, qui è tutto un attraversamento, dove si sosta si attraversa quindi non basta rifare le strisce, bisogna limitare la velocità, magari anche aumentando il servizio bus che ridurrebbe il traffico». Idee e reclami non mancano, specialmente da parte di chi lavora con il turismo che deve subire le lamentele dei clienti senza poter fare niente: «Abbiamo fatto una segnalazione circa un mese fa chiedendo al Comune la manutenzione ordinaria ma non è cambiato nulla – spiega Carlo Neumann, amministratore del camping Medusa – Teniamo conto che siamo a fine luglio e viviamo di turismo balneare. Gli interventi andavano fatti prima. Quello della sicurezza sulla strada provinciale è un fatto storico da sempre siamo dimenticati. Già due o tre anni fa c’era il progetto di fare dei dossi, mettere degli autovelox per limitare la velocità ma poi non si è fatto nulla. Ora il Comune è anche commissariato e non sappiamo se queste sono competenze del commissario, però è necessaria una presa di responsabilità. Per noi è anche un danno economico, facciamo una figura pessima con i turisti. Le segnaletiche orizzontali sono sparite, servono piste ciclabili, nuovi marciapiedi. I clienti ci dicono che le strade sono mal messe e pericolose, noi cosa dobbiamo rispondere? Serve una nuova pianificazione territoriale a vantaggio di tutta la zona. La provincia e il comune devono operare non possono restare a guardare. Questo solo per quel che riguarda la viabilità, ma anche qualche servizio in più non guasterebbe, come ad esempio delle panchine, dell’arredo urbano, aree lontane dal traffico. Se vogliamo fare turismo credo che sicurezza e maggiore vivibilità sia il minimo, i nostri turisti devono almeno poter attraversare la strada o prendere la bici in tranquillità anche perché ci sono molte famiglie con bambini, per loro la sicurezza è tutto».
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