di Claudio Ricci
(foto di Andrea Petinari)
Dopo le prime di Rigoletto e Cavalleria Rusticana-Pagliacci si è srotolato ancora una volta questa sera, per il debutto della Bohème il tappeto rosso dello Sferisterio. La prima dell’opera pucciniana rivisitata in versione sessantottina dal regista Leo Muscato, (che nel 2012 fece il pieno di applausi proprio a Macerata) è una ghiotta occasione per gli affamati di gossip. Hanno aperto le danze del jet set le autorità. Ormai affezionato all’opera maceratese è tornato allo Sferisterio per il terzo anno consecutivo Naor Gilon, ambasciatore d’Israele in Italia. Con lui, come sempre, la moglie e la figlia. Intorno alla famiglia diplomatica un necessario spiegamento di forze, all’opera già da oggi pomeriggio per mettere in sicurezza l’area intorno all’arena. Tombini chiusi, pattumiere sigillate e cani antiesplosivo per evitare ogni tipo di rischio. L’ambasciatore si intrattiene sul red carpet con l’altro grande atteso della serata, Monsignor Renzo Fratini, nunzio apostolico per la Spagna e il Principato di Andorra, originario di Urbisaglia. Il sindaco Romano Carancini fa da padrone di casa e scambia con i due ospiti, con cui condivide l’ingresso in arena, una breve ed istituzionale conversazione, illuminata da una raffica di flash.
Seguono il questore Leucio Porto, il neo nominato prefetto Roberta Preziotti, il senatore e vice presidente della Commissione di Vigilanza della Rai Francesco Verducci, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. Il presidente della Provincia Antonio Pettinari, arriva accompagnato dall’attore Cesare Bocci (anche lui un affezionato di Macerata e dello Sferisterio) e dalla compagna Daniela. «Ho perso la Bohème l’anno scorso – ha detto Bocci – e non potevo lasciarmi scappare anche questa occasione. Conosco l’allestimento di Muscato anche se non ho mai visto la sua Bohéme e sono molto curioso. Dovevamo ripartire ieri da qui ma ci siamo trattenuti qualche giorno in più proprio per vedere quest’opera». Il direttore artistico Francesco Micheli ha dribblato invece fotografi e giornalisti portando i suoi ospiti d’eccezione Carlo Fuortes sovrintendente del teatro dell’Opera di Roma, e Massimo Zenobi direttore marketing del Sistina di Roma direttamente nel palchetto riservato.
Nel frattempo all’ingresso principale continuava il defilé di industriali, politici, belle donne e molti giovani. Annarita Pilotti, lady Loriblu e il presidente di Assocalzaturifici con la figlia Claudia, il direttore d’orchestra e assessore di Matelica Cinzia Pennesi, il conduttore Rai Paolo Notari, Mister Corridomnia Alfio Caccamo con famiglia, amici e collaboratori, l’architetto Mario Montalboddi, gli imprenditori Germano Ercoli, proprietario di Eurosuole e signora, Massimiliano Guzzini vice presidente del gruppo IGuzzini e non da ultimo il main sponsor della stagione lirica Giovanni Fabiani.
«Per me è la prima Bohème – confida Susanna Mosca, insegnante di Macerata – ho visto il Rigoletto all’anteprima e mi è piaciuto quindi torno volentieri a scoprire questa regia di cui mi hanno parlato molto bene». «La Bohème è la mia preferita – rivela invece Camilla Console, fermana, studentessa al Conservatorio di Musica Barocca – è la terza volta che assisto all’opera di Puccini. La prima fu proprio qui a Macerata nel 2012, quando ne rimasi positivamente colpita». Entusiasta il commento di Federica Nardi, musicista, anche lei maceratese che alla fine del primo atto si sbilancia: «Questa Bohème è bella colorata e Musetta è strepitosa. Viva l’amore!».
(Domani la recensione della Bohème a cura di Maria Stefania Gelsomini)
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Una menzione speciale merita la cravatta del Sig. Sciapichetti. Dopo il Palaseurosuole ( impronunciabile ) voi che non avete fatto la rivoluzione per tenervi la Lube ex Macerata, ex Treia, e moh Civitanova, vi meritereste ” Arena Sferisterioeurosuole”, poi voglio vedere se con un nome così srotolate il tappeto rosso, pardon the red carpet.
« Ad ornamento della città, a diletto pubblico. La generosità di cento consorti edificò. MDCCCXXIX »
Ma quale dilietto pubblico?
Il pubblico continua a pagare tasse per tenere in piedi uno spettacolo al quale diverse centinaia di persone continuano a dilettarsi AUFO “Ad usum Florentinae Operae”.
diletto pubblico per molti ma non per tutti…ci vuole il cervello funzionante e le orecchie giuste per gustare ed apprezzare quello che moltissimi maceratesi e tantissime persone in Italia ed all’estero amano.Perche’ l’opera lirica e’ emozioni e sentimento e non sole e palle a volo…
Si, con Sparafucile che vende panini con salsicce, cantanti alla bassezza della situazione così come la direzione musicale e il Ras della malavita conosciuto come ” Il Duca “. Queste le ho lette su cronache maceratesi e chissà perché li Vip vanno sempre alla prima.Mi è piaciuto il commento di Tamara che avrebbe, giustamente, voluto dare le spalle al palcoscenico. In fondo anche Anton Bruckener, quando andava a sentire Wagner, per apprezzare meglio la musica assisteva all’opera con gli occhi chiusi.