di Maria Cristina Pasquali
Lorenzo Paolucci, “maceratese nel mondo” da tre anni a Shangai , è originario di Civitanova. Dai suoi racconti si intuisce che la Cina per lui è stata ed è una vera e propria sfida, un mondo stupefacente da scoprire e da esplorare, un’esperienza tutta da vivere. Dal trentesimo piano di un grattacielo dove abita insieme ad altri amici, può permettersi una metaforica “vita parallela” , sufficientemente “lontana” dai problemi italiani e dagli “eccessi” della politica cinese. A differenza di molti altri “maceratesi nel mondo” intervistati , lui è sicuro che tornerà in Italia. Ora però svolge un lavoro alquanto impegnativo ed interessante che metterà nel suo bagaglio di esperienze.
Scopriamo quale.
Sono nato a Civitanova, il 12 maggio 1989 e vivo a Shanghai, in Cina, da quasi tre anni. Nato e cresciuto a Civitanova, dopo il liceo mi sono spostato a Torino per studiare Automotive Engineering al Politecnico.
Di che cosa ti occupi ora Lorenzo?
Sono responsabile di una serie di prodotti che realizziamo e vendiamo in Cina. Seguo il progetto in tutte le sue fasi: dall’analisi dei costi, alla preventivazione, allo studio, fino alla messa in produzione; si tratta spesso di progetti globali, sia per la mia azienda, che fa parte di una multinazionale, che per il cliente, e mi trovo quindi spesso a dover gestire relazioni tra attori oltre che molto distanti anche molto diversi.
Ti piace veramente la tua nuova vita all’estero?
La vita a Shanghai è tutta un’altra cosa. Ci sono fondamentalmente due fattori che si combinano e rendono la vita qui un’esperienza fantastica. Per prima cosa c’è da capire che Shanghai è una città oltre che enorme anche estremamente moderna. Non le manca nulla rispetto alle grandi capitali occidentali. Tenendo questo in mente ci si rende conto che la vita qui ha un costo decisamente inferiore, soprattutto per quanto riguarda i servizi, come ad esempio ristorazione e trasporti. A questo primo aspetto bisogna aggiungere che nel cinese medio esiste una forte ammirazione nei confronti degli occidentali. Per loro noi siamo tutti più ricchi, più intelligenti ed anche più belli. A prescindere da tutto. Unendo le due cose ci si sente sempre un pò come re, al centro dell’attenzione, importanti ed invincibili.
Perché, in sostanza, hai lasciato il nostro paese?
Sono una persona curiosa e mi piacciono le sfide, mi danno carica. La laurea specialistica al Politecnico, per quanto interessante, non rappresentava più quella sfida in grado di tenere l’adrenalina alta, così ho preso in considerazione delle proposte di scambio. Tra le tante, quella più avvincente era certamente la Cina. Ho fatto le valige e sono partito. Una volta finiti gli studi ancora non mi ero stancato di Shanghai e così sono rimasto qui a lavorare.
Ogni quanto tempo ritorni?
Ora che lavoro torno ogni tre mesi circa e rimango un paio di settimane. Non torno mai per pura vacanza, sfortunatamente, ma mi ritengo comunque fortunato in quanto mi sembra di riuscire a conciliare bene il dovere ed il piacere.
Dove abiti? Come vivi la nuova città?
Vivo in un bellissimo quartiere al centro di Shanghai. E’ una zona un pò più residenziale e quindi rimane molto tranquilla e pulita, pur sempre ricca di servizi di tutti i tipi e in tutte le fasce di prezzo. Io e i miei coinquilini chiamiamo il nostro fantastico appartamento “The Castle” (il castello); pur essendo in tanti, sei persone di varie nazionalità, le condizioni dell’appartamento consentono una vita pacifica ed addirittura piacevole. Abbiamo in affitto una duplex – appartamento su due piani – al trentesimo ed ultimo piano di un grande edificio; ognuno ha la sua stanza e ci sono bagni a sufficienza per tutti, c’è un grande e luminoso soggiorno in cui ospitiamo spesso feste per i nostri amici. Abbiamo persino una ragazza per le pulizie che viene tutti i giorni, da lunedì a domenica.
Se viaggi per lavoro dove ti rechi?
I viaggi più frequenti sono all’interno della Cina, dove vado per visitare clienti, per riunioni o per seguire determinate attività sui prodotti. Il cliente in Cina va tenuto su di un piedistallo d’oro quindi lui, ben consapevole, si può permettere ogni tipo di capriccio. Non capita poi tanto raramente di arrivare la mattina in ufficio per poi dover letteralmente correre in aeroporto per partecipare ad un meeting a duemila chilometri di distanza nel pomeriggio. Viaggio anche spesso in Europa e faccio visita alle altre aziende del gruppo per allinearci sui vari progetti.
Nel futuro pensi di tornare a Civitanova o in Italia?
Sono certo che in futuro tornerò in Italia, tornerei molto volentieri anche a Civitanova. Per quanto la grande città mi affascini e mi elettrizzi so che anche il mare, l’aria fresca e le colline mi rendono felice. Per adesso accumulo un pò del primo, in futuro avrò l’altro.
C’è qualcosa che non ti piace della tua vita all’estero?
Ci sono molte cose che non mi piacciono qui, come per esempio l’atteggiamento spesso egoista ed arrogante del cinese, il regime e tutto quello che comporta, ma, in compenso, in quanto straniero, posso vivere fregandomi di tutto quello che succede qui e vivere come in un bel mondo parallelo. Spesso, giustificato dal fatto di essere tanto lontano, vivo inconsapevole anche di tutto quello che succede nel mio paese, cosa molto comoda se si vuol vivere spensierati, ed allo stesso tempo vivo inconsapevole di quello che succede in Cina, perché non è il mio paese.
Ti senti adeguatamente remunerato?
Mi sento adeguatamente remunerato, rispetto allo stipendio medio in Italia e soprattutto rispetto al costo della vita qui.
Quali tipi di lavoro si trovano con più facilità nel posto in cui vivi?
Di lavori se ne trovano di tutti i tipi, anche se quasi sempre lo straniero finisce a lavorare presso le compagnie straniere. In generale, non direi che è facile trovare lavoro: il Governo favorisce l’impiego di personale locale e rende difficile l’ottenimento del permesso di lavoro, in più tutte le aziende puntano sempre di più a trovare personale locale preparato perché solitamente viene pagato meno dello straniero ed in più riesce a muoversi molto meglio, soprattutto per quanto riguarda la lingua.
Ci sono altri Italiani? Quanti? Hanno un club? Ci sono ristoranti italiani? Come si mangia?
Gli Italiani a Shanghai sono senza dubbio tanti, ma il numero non regge il confronto con tante altre nazionalità, la prima quella francese. In generale a Shanghai ci sono tanti stranieri e di solito si tende a fare gruppo, perché si condividono molte più cose e punti di vista. A Shanghai il cibo è fantastico, ci sono ristoranti davvero ovunque, che fanno cucina buonissima e di tutti i tipi. Solitamente io mangio cinese durante la settimana, in generale mi piace e in alcuni posti e davvero molto buono, poi nel fine settimana, tanto per cambiare, cerco sempre di provare qualcosa di nuovo. I ristoranti italiani ci sono e sono gettonatissimi, si mangia bene eppure li evito. La sensazione è sempre un pò strana. La cosa più bella e strana riguardante il cibo a Shanghai è sicuramente il fatto di trovarlo ovunque e ad ogni ora del giorno e della notte. In tantissimi cucinano in strada: non sarà il cibo più salutare, ma di certo è buono e comodissimo.
Rimpiangi qualcosa dell’Italia o delle Marche?
Il mare. Non mi devo fermare nemmeno un minuto a pensare. Il mare e tutti quei luoghi dove posso andare a trovare pace. Qui ci sono tantissimi posti molto belli, ma il comun denominatore e sempre la gente, tanta, troppa.
Quale è stata l’esperienza più bella o le esperienze che hai fatto da quando sei fuori?
L’esperienza più bella e più folle della mia vita è stata il viaggio all’avventura in Mongolia con quello che è diventato uno dei miei più cari amici, nonostante ci conoscessimo appena, prima di partire. Sempre un pò a caso abbiamo attraversato le pianure sconfinate, girato le montagne a cavallo, camminato su di un lago ghiacciato ed attraversato il deserto in moto. Ancora mi emoziono ogni volta che ne parlo o ne scrivo.
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