di Gianluca Ginella
Cinque chili di eroina spediti per posta e nascosti nella fodera di alcune borse, marito e moglie finiscono in manette. Operazione della sezione antidroga della squadra mobile di Macerata, in cooperazione con la polizia tedesca, e coordinata dalla Direzione centrale per i servizi antidroga di Roma e dal procuratore Giovanni Giorgio. La coppia è stata arrestata questa mattina dalla polizia della questura di Macerata. Venduto sul mercato, lo stupefacente una volta tagliato avrebbe reso circa un milione di euro.
Eroina purissima che arrivava dal Pakistan alla nostra provincia nascosta all’interno di borse di stoffa, ricamate con perline, bottoni, borchie di vario tipo. La droga veniva celta all’interno della fodera delle borsette. In ognuna, 25 quelle trovate, c’erano 200 grammi di eroina. Il blitz della polizia è scattato questa mattina.
Ma le indagini erano partite da tempo dopo una segnalazione della Direzione centrale per i servizi antidroga di Roma. Il pacco con la droga, partito dal Pakistan, è stato seguito e tracciato a Francoforte dove è stato aperto e controllato dagli uomini della sezione Antidroga della Mobile. Da lì è nata la cooperazione con i colleghi tedeschi che dieci giorni fa hanno poi preso un volo Lufthansa con scalo diretto a Firenze dove si sono incontrati con gli uomini della Mobile di Macerata, diretta dal vice questore aggiunto Alessandro Albini. Nel briefing sono stati definiti i dettagli dell’operazione. Che questa mattina è passata alla sua fase finale. Dieci agenti della squadra mobile hanno atteso in un ufficio postale della provincia un operaio 37enne che lavora in una azienda della zona industriale di Corridonia, e la moglie dell’uomo, 36 anni, disoccupata, entrambi residenti a Macerata. Il pacco era destinato al fratello disabile del 37enne (completamente estraneo ai fatti). Una volta che la coppia l’ha ritirato, il tempo di uscire dall’ufficio postale che gli uomini della Mobile sono intervenuti arrestando marito e moglie. Poi è stato controllato il pacco dove all’interno sono state trovate le borse e i 5 chili di eroina purissima.
La droga, una volta tagliata, avrebbe reso 25 chili di sostanza di buona qualità che sul mercato poteva essere venduta a circa un milione di euro. Le indagini della Squadra mobile proseguo per chiarire se il traffico internazionale di stupefacente era gestito dalla coppia o se invece lavorava per qualcuno. L’operazione ha assestato un colpo allo spaccio di stupefacenti non solo in provincia ma nel centro Italia dove era destinato lo stupefacente. Nelle scorse settimane altre operazioni della Mobile di Macerata hanno portato all’arresto di una coppia che gestiva un giro di spaccio in un bar di Porto Potenza e a controlli con svariate denunce all’Hotel House e al River Village di Porto Recanati. E’ probabile però che un giro così grosso di stupefacente non potesse essere gestito solo da un operaio e dalla moglie ma che altri si nascondano dietro di loro e che a loro sia collegata una rete di spacciatori. Su questo si concentrano ora le indagini.
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Il problema della droga è simile a quello della prostituzione: l’esistenza dei clienti.
Iacobini ha ragione: il fenomeno non si blocca.
Nonostante tutti gli sforzi ci sono e ci saranno sempre clienti.
Con l’alcool ci hanno provato in USA con il proibizionismo (che ha fatto dilagare la criminalità organizzata) che hanno poi revocasto in quanto si è dimostrato fallimentare.
Invece che spendere milioni e milioni nella inutile repressione (olte che dispendio uomini e mezzi) non sarebbe il caso di provare altre strade??
Se produre droga rende più che produrre grano: perchè il contadino dovrebbe spaccarsi la schiena per raccattare un elemosina con il grano??