Due settimane per tornare in Italia,
Robert e Maria Luisa presto a Civitanova

CIVITANOVA - Potrebbe terminare nel giro di 15-20 giorni la disavventura dominicana per la coppia bloccata sull'isola da più di 7 mesi dove si era recata per l'adozione di 2 bimbi

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Robert Corsalini e Maria Luisa Capomasi, la coppia di Civitanova bloccata a Santo Domingo con i due bambini che hanno adottato

Robert Corsalini e Maria Luisa Capomasi, la coppia di Civitanova bloccata a Santo Domingo con i due bambini che hanno adottato

Saranno necessarie almeno un paio di settimane per poter ritornare a casa dopo l’arrivo dell’autorizzazione alla richiesta dei visti. Questi sarebbero i tempi per il rientro in Italia di Robert Corsalini e Maria Luisa Capomasi e dei due bambini adottati dalla coppia in Repubblica Dominicana. I due civitanovesi sono bloccati a Santo Domingo da circa 7 mesi a causa di complicazioni legate alla chiusura del consolato italiano (leggi l’articolo) che ha smistato le pratiche burocratiche sulla sede di Panama, rendendo complicatissimo il ritorno in patria (leggi l’articolo). Molta la rabbia per una situazione che sembrava non aver mai fine ma che, salvo nuove complicazioni, vede ora una piccola luce che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi giorni. Il 15 maggio infatti è stata effettuata la richiesta dei visti tramite Panama e si attende solamente, a dita incrociate, che questa venga portata a termine nel più breve tempo possibile. «Prima della chiusura del consolato queste operazioni avevano bisogno di 24 ore per essere completate – spiega Aldo Burzatta, rappresentante locale a Santo Domingo per le adozioni internazionali – Ora noi abbiamo una richiesta del 15 maggio e siamo ancora senza visti e soprattutto non sappiamo quando arriveranno. Le nostre pratiche sono state dirottate su Panama che però è un paese che non ha esperienza per le adozioni.

La coppia civitanovese con i due bambini

La coppia civitanovese con i due bambini

I loro funzionari hanno addirittura chiesto 68 euro per il passaporto quando ufficialmente si tratta di una situazione umanitaria, per legge non soggetta ad imposte». Le critiche sono rivolte soprattutto al modo di gestire l’emergenza: «Si tratta di un caso umanitario ma nessuno è stato capace di agire tempestivamente – continua Burzatta –  Siamo amareggiati con tutte le istituzioni a più livelli, basta fare proclami senza offrire la soluzione. La sciagurata decisione di chiudere l’ambasciata era già pessima ma non agevolare nessun tipo di servizio sostitutivo significa veramente non curarsi del proprio Paese, anche in vista degli accordi preesistenti con la Repubblica Dominicana, attualmente infuriata col governo italiano». La lunga attesa, maggiore di ogni ragionevole programmazione, sta creando anche problemi economici alla coppia che ormai da più di un mese si ritrova senza alcuna retribuzione: Maria Luisa ha infatti terminato il suo periodo di maternità mentre Robert ha terminato l’astensione non retribuita dal lavoro il 22 aprile. Oltre a questo è scaduto anche il biglietto per il volo di ritorno, che costringerà la coppia ad ulteriori spese. Snervati anche i famigliari in Italia che da lungo tempo sono in attesa di abbracciare la coppia e i due bambini. «Se tutto andrà bene questo per la coppia sarà l’ultimo atto – spiega Burzatta – Non ce la sentiamo di fare affermazioni troppo precise perchè ne abbiamo già viste di tutti i colori. Di sicuro non abbandoneremo il caso perchè comunque in Repubblica Domenicana ci sono tante persone che hanno bisogno di una referenza italiana, non solo per le adozioni ma anche per motivi turistici o lavorativi, è importante che situazioni assurde come questa non si verifichino mai più». Il vice sindaco di Civitanova, Giulio Silenzi ha spiegato che «mi è stato comunicato che il visto ci sarà, mancano solo certificati da presentare e c’è un aumento dei costi. Mi ha chiamato la presidente degli affidi internazionali che fa capo al ministero, dice che per l’ambasciata di Panama la situazione è ok».



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