di Marina Verdenelli e Monia Orazi
«Il 3 luglio alle ore 11 è il termine ultimo per completare l’esame di Sistema Nervoso, prego dare conferma». Sarebbe questo il contenuto della mail (una parte) oggetto dell’accusa di tentata concussione mossa nei confronti del professore Francesco Parillo, 51 anni, docente di Unicam e insegnante alla facoltà di Veterinaria di Matelica finito ieri agli arresti domiciliari (leggi l’articolo) anche per l’accusa di violenza sessuale continuata e aggravata su 7 studenti. La vicenda era esplosa dopo la denuncia partita a dicembre e fatta da uno di loro, un 22enne, che lo accusava di avance sessuali (leggi l’articolo). Una mail inviata il 29 giugno 2012 e correlata da un secondo invio da parte del docente che insegna Anatomia degli Animali Domestici, sempre tramite posta elettronica, dove il professore avrebbe scritto, in assenza di una risposta dello studente a cui era indirizzata, che interpretava il silenzio come «una grande scorrettezza». Sempre il professore avrebbe aggiunto: «Non sono più disposto a far sostenere questo esame» in riferimento al fatto che lo studente aveva sostenuto delle prove parziali e doveva completare l’esame non facendo passare troppo tempo. Oggi gli avvocati Francesco Copponi e Gian Marco Russo hanno presentato istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame di Ancona. Sono in attesa che venga fissata l’udienza. Intanto è stato fissato l’interrogatorio di garanzia che ci sarà martedì mattina. Gli avvocati della difesa continuano a sottolineare che Parillo non ha fatto nulla di quanto gli viene contestato. «Sono tutti equivoci – dice Russo – il professore infatti è tranquillo e ha già ricevuto la vicinanza di molti colleghi di Unicam». Un professore ha chiamato i legali a nome anche dei colleghi per riferire a Parillo la loro solidarietà. La misura cautelare ai domiciliare, nell’abitazione di Esanatoglia, è semi restrittiva. Il professore infatti può parlare telefonicamente con alcune persone dell’università che possono contattarlo e può uscire di casa anche qualche ora. Tra i sette studenti coinvolti, tutti maschi, 5 sono delle Marche mentre due di fuori regione. Solo uno è della provincia di Macerata. Tutti studenti fuori corso che all’epoca dei fatti contestati (dal 2011 al 2013) avevano tra i 22 e i 24 anni.
LE REAZIONI – Intanto all’università di Veterinaria c’è poca voglia di parlare il giorno dopo l’arresto. Questa mattina gli sguardi erano schivi tra gli studenti e il personale docente. Aule semivuote a Matelica. Fuori un paio di studentesse, di cui una con la valigia, hanno detto di non conoscerlo e di non aver mai sentito, fino a qualche mese fa, quando sono partire le indagini, la storia delle violenze. Una ragazza ha aggiunto è un docente molto preparato. Chi lo conosce ha dichiarato che è fortemente provato. Anche fuori dall’ambito scolastico c’è chi lo difende. «E’ un docente molto preparato – ha commentato un passante – un grande appassionato del suo lavoro, non mi sento di dire nulla, sino a quando le indagini saranno finite». In ateneo lo si vedeva spesso in camice bianco, nelle tante ore trascorse a fare ricerca. Parillo è un esperto nella riproduzione animale, in particolare nel cavallo e nei bovini, autore di un centinaio di pubblicazioni. Dopo la laurea in Veterinaria, conseguita nel 2001 a Perugia, ha insegnato prima nella facoltà umbra, dal 2007 è a Matelica, conosciuto e stimato per la sua brillante attività professionale. Qualche anno fa, insieme a dei ricercatori della facoltà di Matelica, ha firmato un’importante ricerca, finita su una rivista scientifica degli Stati Uniti, che ha spiegato i meccanismi di infertilità nell’alpaca, il camelide da cui si produce l’omonima, pregiata lana. Il timore è che quanto accaduto abbia ripercussioni sull’immagine dell’ateneo e della facoltà in particolare, che ha negli anni scorsi ha effettuato importanti miglioramenti, in modo da ottenere, una delle poche in Italia, la certificazione di qualità europea, per l’avanguardia della didattica e delle strutture.
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