di Marina Verdenelli
E’ stato arrestato il professore dell’Università di Camerino denunciato lo scorso dicembre da uno studente che lo accusava di avances sessuali (leggi l’articolo). E’ Francesco Parillo, 51 anni, docente alla facoltà di Veterinaria di Matelica. Nato a Roma ha poi vissuto nell’ascolano. L’accusa è quella di violenza sessuale continuata e aggravata su più studenti e tentata concussione nei confronti di uno di loro. Il suo avvocato, Francesco Copponi, presenterà domani stesso istanza di scarcerazione al tribunale del Riesame di Ancona, insieme al collega avvocato Gian Marco Russo. Le indagini della procura di Macerata erano partite dalla denuncia di uno studente che aveva registrato le avances sessuali fatte a voce dal professore in un file audio. A quel punto dagli uffici di Unicam è partito l’esposto. Dalle indagini condotte dai carabinieri di Camerino e coordinate dalla procura di Macerata risultano attualmente sette studenti coinvolti. Uno di loro ha fornito una mail ricevuta dal docente e nella quale Parillo gli avrebbe scritto che se non fosse andato con lui lo avrebbe ostacolato nel percorso di studi. Il docente di Veterinaria è finito agli arresti domiciliari questa mattina su ordine di custodia cautelare del gip Enrico Zampetti. Era a casa, nell’abitazione di Matelica, quando sono arrivati i carabinieri, di mattina presto, per la notifica del provvedimento. Si stava preparando per andare all’Università dove dopo la denuncia dello studente che ha fatto partire le indagini (il ragazzo il 4 novembre scorso si era rivolto alla presidenza di Unicam che aveva poi fatto un esposto in procura) aveva continuato ad insegnare. Per due volte il docente era stato convocato per essere interrogato, una volta dai carabinieri e poi dalla procura, ma in entrambe le occasioni si era avvalso della facoltà di non rispondere.
LA REAZIONE DI UNICAM – Dopo il provvedimento odierno l’Università di Camerino ha comunicato l’immediata sospensione dal servizio del professore Parillo. «Contestualmente – si legge nella nota di Unicam – è stato avviato il procedimento disciplinare interno, come previsto dallo statuto e dal codice etico di Ateneo». Oltre alla mail fornita da uno studente c’è anche un certificato medico, quello dell’alunno che ha fatto partire l’indagine. E’ il referto di una visita al pronto soccorso nel quale si era recato per uno stato di ansia sopraggiunto a causa delle continue avances ricevute dal docente. Le violenze ai sette studenti, tutti tra i 22 e i 24 anni, di sesso maschile (non rapporti sessuali completi ma si tratterebbe di palpeggiamenti) sarebbero avvenute nello studio del professore in ambiente universario, prima degli esami e anche durante le lezioni di laboratorio alla facoltà di Veterinaria a Matelica. Le indagini della procura hanno portato al sequestro del pc del professore all’interno del quale è stato trovato un documento, si tratterebbe di una lettera, che avvalorerebbe l’accusa a suo carico. I fatti contestati sono compresi nel periodo che vanno dal 2011 al 2013. La nota di Unicam sottolinea come «Lo scorso 4 novembre l’Ateneo camerte aveva presentato formale esposto alle autorità competenti, in seguito alla segnalazione di uno studente, per richiedere l’accertamento di fatti ed atteggiamenti tenuti dal medesimo docente. L’Università ripone totale fiducia nell’operato delle autorità inquirenti e ribadisce che la tutela degli studenti, della loro serenità e della loro salute è al primo posto, al centro di ogni obiettivo ed attività ed è prioritaria, per questa ragione Unicam ha voluto che si accertasse la veridicità dei fatti segnalati».
LA DIFESA – Dopo la notifica del provvedimento il professore Parillo è apparso incredulo. «E’ allibito e molto provato – riferisco i suoi legali – per accuse infondate e per una misura cautelare gratuita e incongrua, arivata a due anni e mezzo dai presunti fatti contestati. Non comprendiamo la necessità di una misura cautelare. Per il professore Parillo l’insegnamento è una ragione di vita, un lavoro che svolge con serietà e apprensione per gli studenti». Una spiegazione questa, stando agli avvocati, che giustificherebbe il senso della mail inviata ad uno studente e interpretata dagli inquirenti come un tentativo di concussione. Nel messaggio il docente avrebbe invitato lo studente ad andare a studiare per non perdere gli esami parziali. «Nessuna pressione – concludono i legali – da parte sua, solo sollecitudine di un insegnante».
IL PRECEDENTE – L’arresto del professore Francesco Parillo è il secondo caso di un docente di Unicam dopo la vicenda dei video hard di Ezio Capizzano. Un salto indietro di 16 anni, quando allora le presunte vittime erano studentesse e non studenti. L’Università di Camerino torna al 1999-2001 e a quei video spinti del docente di Diritto commerciale, condannato in appello a tre anni e quattro mesi di reclusione, e a 40 mila euro di risarcimento danni, per i filmini erotici con protagoniste alcune studentesse. Una vicenda che occupò a lungo le cronache dei quotidiani e i talk show. In primo grado l’anziano docente venne assolto dalle accuse di violenza sessuale, corruzione e concussione, mentre il reato di peculato, per il quale era stato rinviato a giudizio, nel frattempo era decaduto. L’Unicam aveva sospeso e poi licenziato il docente. All’epoca finanziò anche una campagna pubblicitaria sui giornali per rassicurare l’opinione pubblica sulla lotta alle ”mele marce”. Una studentessa si costituì parte civile per la violenza sessuale, un’altra rinunciò a farlo nel processo d’appello. Il peculato veniva contestato dall’Università per l’uso dei divani. Capizzano, che a sua volta aveva denunciato per calunnia 4 studentesse, si era sempre difeso sostenendo che con le ragazze c’era ”amore consensuale”.
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