Vaccino sì o vaccino no,
questo è il dilemma

SECONDA PUNTATA - Tre pediatri maceratesi si mettono a disposizione dei genitori per fornire informazioni e chiarire dubbi

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vaccini

I tre pediatri maceratesi Paolo Francesco Perri, Costantino Gobbi e Federica Zallocco (leggi la prima puntata) propongono uno spazio informativo online dove i genitori maceratesi possano confrontarsi con personale “addetto ai lavori” e affrontare la questione vaccinazioni con più serenità.

 

Con questo articolo cercheremo di rispondere a delle domande che ci sono giunte riguardo il tema delle vaccinazioni. Ci preme sottolineare che questa iniziativa è del tutto spontanea e nata da una preoccupazione verso la salute dei bambini, non siamo sponsorizzati, non abbiamo conflitti d’interesse, il nostro unico interesse è quello di cercare di aiutare i neo-genitori verso una scelta che può condizionare il futuro e la vita stessa dei loro figli.
Forse nella nostra provincia, così come nel resto della nazione, di vaccinazioni si è parlato troppo poco in termini scientifici con il risultato che una scarsa e cattiva informazione possa aver favorito degli equivoci.
Per rispondere ai dubbi dei genitori ci affidiamo all’evidenza scientifica, la scienza non è perfetta ma non possiamo affidare la salute a scelte emotive o teorie improbabili. Scegliere in base all’evidenza significa scegliere facendo un uso coscienzioso eplicito e giudizioso delle migliori evidenze aggiornate dalla letteratura internazionale.

Se ci fossere altri dubbi i genitori potranno scriverci commentando questo articolo o inviando una email ad info@cronachemaceratesi.it.

Paolo Francesco Perri Responsabile di struttura complessa pediatria-neonatologia Ospedale di Macerata Direttore del Dipartimento materno-infantile dell'Area vasta 3 Macerata

Paolo Francesco Perri, responsabile di struttura complessa pediatria-neonatologia ospedale di Macerata e direttore del Dipartimento materno-infantile dell’Area vasta 3

PERCHE’ HA SENSO VACCINARE? – La vaccinazione rappresenta una delle misure di sanità pubblica più efficaci per la protezione della salute sia individuale che collettiva in quanto il vaccino riduce o elimina la circolazione dei patogeni per i quali viene studiato e sviluppato.
Nessun vaccino ha un’efficacia del 100%, tuttavia se la percentuale di persone vaccinate supera una certa soglia, i germi hanno maggiori difficoltà a diffondersi da una persona all’altra. Il senso di continuare a vaccinare ancor oggi è perché i microrganismi (batteri e virus) esistono ancora e la possibilità che possano diffondersi di nuovo è reale. La vaccinazione diffusa protegge anche chi non può essere vaccinato perché ha importanti problemi di salute: ad esempio i bambini affetti da seri disturbi delle difese immunitarie, o da tumori.
Non tanti anni fa erano visibili, nella vita di ogni giorno, i danni e le sequele causate da queste malattie, oggi, data la rarità di esse, si è creato un ingannevole pensiero di essere distanti dal problema. Emblematico è il fatto che i soggetti extracomunitari, provenendo da paesi in cui tali malattie sono presenti e quindi essendo consapevoli della loro pericolosità, richiedono esplicitamente la vaccinazione per i loro figli.

Costantino Gobbi Pediatra di famiglia - Segretario nazionale alla Tesoreria Fimp

Costantino Gobbi
Pediatra di famiglia – Segretario nazionale alla Tesoreria Fimp

Il calo di copertura vaccinale e la relativa diffusione delle malattie che il vaccino previene colpiscono in primis le categorie più deboli e a rischio di complicanze e morte. Soltanto nel 2013 cinque lattanti sono stati uccisi dalla pertosse tra Marche e Toscana.
Non si tratta di malattie minori anzi: ogni mille casi di morbillo, si registra ancora oggi una encefalite, con possibili danni permanenti e morte.
L’OMS (ha stimato che nel solo 2013, il morbillo ha causato 145.700 decessi nel mondo, circa 400 decessi al giorno, 16 ogni ora. Nel 2013, circa l’84% dei bambini nel mondo ha ricevuto una dose di vaccino antimorbillo entro il compimento di 1 anno di età ( nel 2000, la percentuale era pari al 73%).
Si stima che dal 2000 al 2013, la vaccinazione abbia permesso di evitare 15,6 milioni di decessi per morbillo. (OMS Fact sheet N°286 Reviewed February 2015 )
In Europa, tra il 1 novembre 2012 e il 31 ottobre 2013, sono stati segnalati 10.678 casi di morbillo. I Paesi che hanno riportato il maggior numero di casi e anche le incidenze più elevate sono: Paesi Bassi, Regno Unito, Italia, Germania e Romania. Otto casi sono stati complicati da encefalite acuta (quindi 1 su 1335 casi) e si sono verificati anche tre decessi (1 su 3559 casi).

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Federica Zallocco, medico in formazione specialistica in Pediatria – Università politecnica delle Marche

In Italia dall’inizio del 2013 al mese di settembre 2014 sono stati segnalati 3.768 casi di morbillo (possibili, probabili e confermati). Dei 1517 casi registrati nei primi otto mesi dell’anno 2014 (di cui 23 confermati nelle Marche) il 12,8% dei casi (n=194) sono stati osservati in bambini al di sotto dei cinque anni di età, di cui 61 in bambini con meno di un anno. 398 casi di morbillo (26,2%) riportano almeno una complicanza, mentre 150 casi (9,9%) ne riportano due o più. La diarrea è la complicanza più frequentemente segnalata (n=194; 12,8%). Sono stati riportati 79 casi di polmonite (5,2%) e 37 con insufficienza respiratoria (2,4%). Sono stati inoltre segnalati 62 casi di cheratocongiuntivite, 55 casi di epatite e 15 casi di trombocitopenia. (dati Istituto della Sanità).
Nel 2002 si è verificata in Italia una grave epidemia di morbillo, che ha interessato proprio le aree con una minore copertura vaccinale. Sono stati identificati 3072 ricoveri per morbillo e relative complicanze. Oltre il 70% dei ricoveri si è verificato nei bambini di età inferiore a 15 anni; il gruppo di età <1 anno ha presentato il tasso di ricovero più elevato.Sono state registrate 391 diagnosi di polmonite e 81 diagnosi di encefalite. Il costo totale, valutato sulla base delle tariffe DRG, è risultato pari a circa € 4.960.000(Ricoveri per morbillo in Italia nel 2002: valutazione dell’impatto in termini di salute e di costi. Antonietta Filia, Antonio Brenna, Augusto Panà, Gianluca Maggio Cavallaro, Marta Luisa Ciofi degli Atti 2005, 21 p. Rapporti ISTISAN 05/3)

morbillo in europa

 

 

effetti collaterali morbillo

 

I VACCINI SONO SICURI? – Ogni vaccino prima di essere approvato viene sottoposto ad una lunga sperimentazione per valutarne la tollerabilità e sicurezza oltre che la capacità di indurre una risposta immunitaria efficace e duratura, sia somministrato singolarmente che in associazione con altri vaccini. Come tutti i medicinali, anche i vaccini, tuttavia, possono dar luogo a reazioni avverse generalmente lievi (es. febbre, gonfiore in sede di iniezione), e solo molto raramente gravi. E’ meglio vaccinarsi perchè il rischio che si corre contraendo l’infezione naturale è molto più alto del rischio ipotetico legato alla vaccinazione. Esplicativa è in tal senso la tabella sottostante.

 

tabella rischi_benefici
Il rapporto dell’AIFA sulla sorveglianza postmarketing dei vaccini in Italia evidenzia che in Italia, nel 2012, sono state segnalate 2.555 reazioni avverse di cui 329 gravi su circa 19 milioni di vaccinazioni eseguite.
CHE COSA CONTENGONO I VACCINI? – I vaccini sono formati da diversi costituenti, che possiamo suddividere in due grandi gruppi: i componenti del microrganismo (detti antigeni) e i principi inerti (liquido di sospensione, detossificanti, adiuvanti, conservanti,stabilizzanti), necessari per prevenire la crescita batterica o per stabilizzare gli antigeni.
I moderni vaccini sono costituiti in maniera tale che non necessitano più di antisettici a base di mercurio, utilizzato negli anni passati. In Italia da più di 10 anni essi non sono più presenti nelle preparazioni vaccinali.
Gli adiuvanti sono sostanze che vengono aggiunte ai vaccini per aumentare la loro efficacia e ridurre la quantità di vaccino necessaria per ottenere una risposta immunitaria protettiva. Attualmente i sali di alluminio sono gli adiuvanti più importanti, essi sono utilizzati in alcuni vaccini come quello esavalente o l’anti-pneumocco, ne sono privi invece i vaccini virali come quello contro il morbillo, rosolia e parotite. L’alluminio è un metallo leggero, presente in gran quantità nell’ambiente. Noi lo assorbiamo soprattutto attraverso l’acqua potabile e gli alimenti. Già nella vita intrauterina il feto assorbe alluminio tramite la placenta, e’ stato stimato che alla nascita in media un bambino ha un carico di alluminio in corpo di 0.4mg. Nei primi mesi di vita è esposto in primis con la dieta a tale metallo: il latte materno contiene all’incirca 40 microgrammi di alluminio per litro (cioè 0,04mg/l), le formule di latte artificiale per bambini contengono in media circa 225microgrammi di alluminio/litro (cioè 0,25/mg/l).
In media quindi un bambino nei suoi primi 6 mesi di vita riceve circa 7 milligrammi se allattato al seno, circa 38 milligrammi se alimentato con latte artificiale (quantità maggiore se viene usato il latte di soia). Attraverso le vaccinazioni ne riceve circa 4,4 milligrammi.
Studi di farmacocinetica hanno mostrato che l’1% dell’alluminio assunto attraverso la dieta viene assorbito a livello sistemico. Mentre per quanto riguarda i vaccini, l’iniezione è intramuscolo e l’alluminio è presente in forma insolubile ed una volta iniettato si deposita nel muscolo e viene immesso lentamente in circolo.
Il calcolo del quantitativo di alluminio presente nel primo anno di vita del bambino, dopo le vaccinazioni, mostra una concentrazione al di sotto del minimal risk level, cioè alla concentrazione stimata essere verosimilmente senza rischio di affetti avversi, secondo la Agency for Toxic Substances and Disease Registry, principale agenzia federale degli USA per lo studio degli effetti sulla salute da parte di sostanze tossiche.
Ciò significa che, data la modalità di somministrazione dei vaccini, il bambino ha un periodo di tempo sufficientemente lungo per assorbire e smaltire la quantità di alluminio iniettata tramite i vaccini così da non raggiungere mai concentrazioni considerate tossiche.

quantità alluminio vaccini
Per la preparazione di alcuni vaccini la formaldeide è utilizzata come conservante e agente inattivante (i virus mantengono le caratteristiche che servono per essere riconosciute dal sistema immunitario, ma grazie all’azione della formaldeide non sono più in grado di provocare la malattia) e pertanto può essere presente, in tracce, nel prodotto finito.
Il limite massimo di formaldeide che può essere contenuta in una singola dose di vaccino è 0,1 mg.
La formaldeide è un prodotto che noi stessi produciamo nelle nostre cellule in un quantitativo molto maggiore rispetto a quello che viene introdotto con i vaccini (136 volte maggiore il picco sistemico raggiunto dopo l’iniezione del vaccino). Inoltre la formaldeide ha una emivita di 1.5 minuti, quindi viene eliminata molto velocemente dal nostro corpo. Pertanto la quota di formaledide introdotta con i vaccini è talmente minima rispetto al normale turn-over quotidiano di formaldeide nel corpo che è plausibile che essa non rappresenti un pericolo per la salute del bambino.
Un discorso a parte riguarda la formaledeide esogena inalata. Occorre sottolineare che tutti i giorni noi respiriamo formaldeide esogena. La pericolosità della formaldeide esogena deriva dall’inalazione di essa per un periodo di tempo prolungato. La formaldeide esogena è presente come gas liberato da alcuni prodotti sintetici sia in ambiente esterno che interno (ad esempio dai processi di combustioni come il fumo di sigaretta o prodotti contententi resine, fissativi, disinfettanti, in alcuni mobili, cosmetici, e altri materiali che possono essere presenti nelle nostre abitazioni o posti di lavoro). Nel 2014 la Commisione Europea ha classificato la formaldeide come un agente carcinogeno e mutageno di tipo 1B, cioè il cui effetto carcinogenico è presunto negli essere umani. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda un controllo ambientale (soprattutto indoor) per la formaldeide perchè l’esposizione ad essa attraverso l’inalazione, appunto, potrebbe avere effetti tossici e suggerisce come linea guida per la qualità dell’aria un valore soglia di 0,1mg/m3 per un breve lasso di tempo (30 minuti).

Minime quantità di antigeni proteici dell’uovo possono essere presenti nel vaccino contro il morbillo (non sono presenti nelle vaccinazioni che si effettuano nel primo anno di vita del bambino). Numerosi studi hanno dimostrato che la presenza di una sensibilizzazione alle proteine dell’uovo non è in sé una controindicazione al vaccino.
L’Accademia Americana di Pediatria afferma che i bambini allergici all’uovo hanno un basso rischio di reazione anafilattica verso i vaccini del morbillo e che i test cutanei non sono utili nello stabilire il rischio di reazioni avverse al vaccino.
Le più frequenti reazioni allergiche al vaccino non si sono verificate in bambini allergici alle proteine dell’uovo ma sono dovute nella maggiorparte dei casi a coloro che sono allergici alla gelatina e alla neomicina. La gelatina idrolizzata ottenuta dal collagene animale è utilizzata nella preparazione di numerosi vaccini come stabilizzante.
La neomicina, antibiotico utilizzato per prevenire la crescita batterica, ugualmente può rendersi responsabile di gravi manifestazioni allergiche.
L’anafilassi è un rischio raro(stimato intorno a 1/500.000 dosi di vaccino) ma possibile in chiunque venga sottoposto a qualunque vaccinazione, è importante quindi che le vaccinazioni vengano sempre eseguite in un ambiente adeguato e da personale esperto che effettui un’attenta anamnesi e sia in grado di intervenire rapidamente ed efficacemente in caso di bisogno. Questo tipo di reazione compare in genere immediatamente o entro pochi minuti dalla vaccinazione: per questo è necessario, dopo la vaccinazione, rimanere per 30 minuti nella sala d’attesa dell’ambulatorio vaccinale, che è attrezzato per il trattamento di questo tipo di reazioni.

Bibliografia
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Hawkins NM, Coffey S, Lawson MS, Delves HT. Potential aluminum toxicity in infants fed special infant formula. J Paediatr GastroenterolNutr. 1994;19:377 Mandic ML, Grgic J, Grgic Z, et al. Aluminum levels in human milk. Sci Total Environ. 1995;170:165–170
Mitkus, Robert J., et al. “Updated aluminum pharmacokinetics following infant exposures through diet and vaccination.” Vaccine 29.51 (2011): 9538-9543.
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INIZIARE A VACCINARE A DUE MESI NON E’ TROPPO PRESTO? IL BAMBINO NON E’ TROPPO PICCOLO?  – Il neonato ha sviluppato la capacità di rispondere alle malattie e a svariati antigeni prima ancora della nascita. Se così non fosse, gran parte dei neonati non sopravvivrebbe alla moltitudine di virus, batteri e funghi che si trova a fronteggiare subito dopo la nascita.
Le cellule B e T (cellule fondamentali per la risposta immunitaria) sono presenti alla 14a settimana di gestazione e sono già in grado di rispondere ad una grande varietà di antigeni.
Gli antigeni contenuti nei vaccini costituiscono un minimo “carico” per il sistema immunitario del bimbo: è stato calcolato che gli 11 vaccini che ogni lattante riceve contemporaneamente negli Stati Uniti, impegnano solo lo 0,1% del suo sistema immunitario. Se le vaccinazioni fossero realmente in grado di indebolire o sovraccaricare il sistema immunitario, dovremmo osservare un aumento di episodi infettivi dopo ogni vaccinazione. Diversi studi hanno dimostrato che ciò non accade.

Bibliografia
Offit, Paul A., et al. “Addressing parents’ concerns: do multiple vaccines overwhelm or weaken the infant’s immune system?.” Pediatrics (2002): 124-129.
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Hviid, Anders, et al. “Childhood vaccination and nontargeted infectious disease hospitalization.” Jama 294.6 (2005): 699-705)

SOMMINISTRARE PIU’ VACCINI CONTEMPORANEAMENTE NON E’ PERICOLOSO? – Gli studi clinici dimostrano che la somministrazione contemporanea del vaccino esavalente (contenente gli antigeni di difterite, tetano, pertosse, polio, Haemophilus b, epatite B) e del vaccino 13-valente contro lo pneumococco, oltre a non determinare un aumento degli effetti collaterali severi, non produce una risposta inferiore rispetto alla somministrazione separata dei due vaccini . Lo stesso accade con gli altri vaccini (morbillo-parotite-rosolia, meningococco C etc.) del calendario di vaccinazione dell’infanzia
E’ vero invece che la somministrazione contemporanea di più vaccini può provocare un aumento sia delle reazioni locali (ossia gonfiore, arrossamento e dolore nella sede di somministrazione del vaccino) sia generali (soprattutto la febbre); tuttavia tale inconveniente è ampiamente compensato dalla riduzione degli accessi al servizio vaccinale, con conseguente minore stress per il bambino.

Bibliografia
Esposito, Susanna, et al. “Safety and immunogenicity of a 13-valent pneumococcal conjugate vaccine compared to those of a 7-valent pneumococcal conjugate vaccine given as a three-dose series with routine vaccines in healthy infants and toddlers.” Clinical and vaccine immunology 17.6 (2010): 1017-1026
Miller E, Andrews N, Waight P et al. Safety and immunogenicity of coadministering a combined meningococcal serogroup C and Haemophilus influenzae type b conjugate vaccine with 7 valent pneumococcal conjugate vaccine and measles, mumps, and rubella vaccine at 12 months of age. Clin Vaccine Immunol. 2011;18:367 72

SONO TROPPI TUTTI QUESTI VACCINI RISPETTO AL PASSATO? – Se pensiamo che i vaccini proposti ai nostri bambini siano troppi rispetto al passato dobbiamo considerare il numero di antigeni e non il numero di vaccini somministrati. I bambini vaccinati nel periodo tra gli anni Sessanta e Ottanta ricevevano un numero di antigeni per dose nettamente superiore all’attuale. La diminuzione degli antigeni rispetto al passato è legata sia all’impiego di prodotti purificati, sia all’abbandono della vaccinazione contro il vaiolo, conseguente all’eradicazione di tale patologia. Basti pensare che negli anni ’70 un bambino che veniva vaccinato contro la pertosse, difterite, tetano e vaiolo riceveva 3215 antigeni. Oggi un bambino nel primo anno di vita vaccinato con esavalente e pneumococco riceve 37 antigeni; nel secondo anno è prevista anche la somministrazione di una dose del vaccino morbillo-parotite-rosolia e meningococco. Se i genitori decidono di vaccinare il loro bimbo anche contro il rotavirus e la varicella, il totale degli antigeni per dose di vaccino nei primi due anni di vita risulta essere di 148 antigeni.

tabella contenuti antigeni
TUTTI POSSONO ESSERE VACCINATI? – Per ogni vaccino esistono delle specifiche controindicazioni e precauzioni, definite a livello internazionale. Tutto il personale sanitario che esegue una vaccinazione deve verificare la presenza di controindicazioni e/o di precauzioni in ogni persona prima di somministrare il vaccino. Se emergono controindicazioni temporanee alla vaccinazione, questa sarà rinviata e rivalutata in seguito. Nel caso in cui la controindicazione sia permanente, il bambino sarà esonerato per quella ed eventuali altre vaccinazioni per cui è presente la controindicazione. Ogni bambino ha una sua storia sanitaria e familiare ed è importante quindi confrontarsi con il proprio pediatra per valutare la scelta migliore.



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