Delitto di Simone, in attesa della perizia
Il legale: “Spartiacque
per valutare imputabilità”

SAN SEVERINO - Solo la perizia psichiatrica potrà dire se Debora Calamai fosse in grado di intendere e di volere quando ha ucciso il figlio Simone. L'avvocato Simona Tacchi che assiste la donna: "Non so dire se si sia resa conto di quello che ha fatto"

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Debora Calamai in una foto insieme al figlio Simone

Debora Calamai in una foto insieme al figlio Simone

 

«Siamo in attesa che venga fissata la data dell’incidente probatorio, la perizia psichiatrica su Debora Calamai sarà lo spartiacque anche per valutare sull’imputabilità: se dovesse essere dichiarata incapace di intendere e di volere non potrà essere processata». Così l’avvocato Simona Tacchi, che assiste la donna di 38 anni, originaria di Firenze, che la notte di Natale ha ucciso il figlio Simone Forconi, 13 anni, colpendolo con 9 coltellate. La donna, subito dopo il delitto, era apparsa particolarmente confusa. Dopo l’interrogatorio di garanzia davanti al gip, il pm Luigi Ortenzi ha chiesto che venisse svolta una perizia psichiatrica con incidente probatorio. Una formula che consente a tutte le parti di poter partecipare, con un proprio consulente, alle operazioni peritali. La difesa ha nominato lo psichiatra Marco Ricci Messori. Intanto Debora Calamai da due giorni è stata trasferita nel carcere di Sollicciano, a Firenze, nel reparto psichiatrico. «In questi giorni l’ho incontrata diverse volte, non so dire se si renda conto di quello che ha fatto – dice l’avvocato Tacchi (Calamai è assistita anche dal legale Mario Cavallaro, ndr) –.

In primo piano il pm Luigi Ortenzi, alle sue spalle il colonello Patrizio Florio, vice comandante provinciale dei carabinieri, nel corso del sopralluogo nella casa del delitto

In primo piano il pm Luigi Ortenzi, alle sue spalle il colonello Patrizio Florio, vice comandante provinciale dei carabinieri, nel corso del sopralluogo nella casa del delitto

Sulle condizioni della mia cliente non posso esprimermi, sarà l’esito della perizia a parlare. Io mi limito riferire i fatti: abbiamo chiesto venisse trasferita in una struttura idonea e il gip ha accolto la richiesta. E sulla perizia psichiatrica se non l’avesse chiesta il pm l’avremmo chiesta noi».

(Gian. Gin.)

 

 

 

 

 

 

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