di Donatella Donati
Il centenario della nascita del poeta Mario Luzi (Castello di Firenze 20-10-1914 – Firenze 28-02-2005) è passato abbastanza inosservato nei media in generale. Ma si sa, la speranza più volte proclamata che la poesia potesse salvare il mondo è naufragata nel mare dei disastri economici e naturali dell’ultimo decennio.
La rivista Istmi diretta da Enrico Capodaglio, Eugenio De Signoribus e Feliciano Paoli, gli ha dedicato l’ interessante volume, in parte di scritti inediti e rari, Desiderio di verità (Premio Frontino 2014), in cui si afferma l’impegno civile di Luzi pari a quello poetico. Viveva a Firenze in una semplice casa, una stanza dentro l’altra, in mezzo a libri e incisioni, doni di amici, e un ritratto di Leopardi. Quando su suo invito ho trascorso un pomeriggio primaverile con lui nell’ultimo anno della sua vita, ancora riusciva a organizzarsi da solo e passava parte delle sue giornate rivedendo i suoi scritti e concludendone alcuni.
Era stato il presidente onorario del Centro mondiale della Poesia di Recanati e sperava che quella nuova istituzione potesse diventare luogo di incontro di poeti e artisti di ogni parte della Terra sul colle cantato da Giacomo Leopardi. All’inizio fu così ma col passare degli anni il Centro ha perduto la sua identità e i finanziamenti che lo reggevano, trasformandosi in pura nominalità.
Mario Luzi, che nei primi anni ne era assiduo frequentatore , era legato a Leopardi dall’ammirazione per tutta la sua opera e per la purezza dei sentimenti, alla base della poesia di entrambi. La lunga carriera di Luzi comprende la formazione classica al liceo e all’università, l’insegnamento in vari atenei, tra i quali Urbino, la competenza precisa della letteratura francese, l’indagine puntuale della storia del presente. Si è occupato di lirica, di teatro, di sceneggiature cinematografiche e di ricostruzioni appassionate della vita di celebri pittori,come il Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini in cui il paesaggio, la pittura e la lirica fondono e uniscono paesi diversi,dalla Provenza alle Marche. Anche nel periodo fascista, pur continuando a collaborare con riviste letterarie e storiche, era riuscito a mantenere la sua indipendenza di intellettuale libero, senza retorica ma con la sensibilità dei grandi.
Candidato più volte dall’Accademia della Crusca al Premio Nobel, nominato senatore a vita, conosciuto e apprezzato dagli intellettuali di mezzo mondo, il nobile vecchio fino ai novant’anni ha professato la sua limpida fede nei valori morali e civili ai quali ha dedicato tutta la sua ricca produzione storica e critica e alla ricerca poetica della coerenza tra parola e senso,spingendosi fino alla deformazione e alla trasformazione delle parole stesse,con un intelligente sperimentalismo. Nonostante una vita dedicata alla cultura, messa al di sopra di tutto, anche della vita familiare, Luzi manca ancora di un solido status nella storia della letteratura italiana e nei testi scolastici. Leggendo gli inediti pubblicati da Istmi si sente l’attualità del suo pensiero e l’adesione a tutti i temi della realtà, una realtà attraversata dalla poesia con una forza creativa che tanto lo avvicina a Leopardi.
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del resto il centro Leopardiano è morto o sequestrato?!
una dimenticanza da poco hehehehe! forse i successi di leopardi napoletno fanno dimenticare il leopardi della poesia dell’anima.
Bellissimo ricordo dell’amico Mario e “poetica” la foto della sua abitazione in via Bellariva, casa che ben conosco. E’ stato per me un secondo padre e la sua ” assenza” isituzionale è una vera offesa.
Li Bbeati
Nun è cche nnun ce ssiino Bbeati
deggni e stradeggni de fà un passo avanti:
er paradiso sbrullica de frati
che mmoreno de vojja d’èsse Santi.
Nun è cch’er Papa se li sia scordati,
come se scorda de li nostri pianti:
ché anzi, doppo avelli proscessati,
voría cannonizzalli tutti quanti.
La raggione che ancora li tiè addietro
ne la grolia sceleste, è la gran spesa
de la funzione che cce vò a Ssan Pietro.
Eccolo er gran motivo, poverini:
la miseria. E li Santi de la Cchiesa
nun ze ponno creà ssenza quadrini.