Rogo del teatro Vaccaj, un testimone: “mancava l’acqua dalla vasca che doveva servire la bocchetta per spegnerlo”. Il legale di uno degli imputati: “Se ci fosse stata l’acqua, il rogo si sarebbe spento facilmente”.
E’ continuato ieri il processo per l’incendio del teatro Vaccaj di Tolentino, bruciato nel luglio del 2008. Per quei fatti sono imputati al tribunale di Macerata, per incendio colposo, l’imprenditore Ennio Mancini, titolare della Alma snc, che eseguì i lavori al teatro, Marco Mancini, responsabile del cantiere della Alma, Filippo Lanzi, coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione, l’imprenditore Ilio Mancini e del progettista Gianfranco Ruffini. Ieri è stato sentito il caposquadra dei vigili del fuoco che era intervenuto nel teatro per primo. Ha riferito che quando i pompiere sono andati ad attaccare le loro pompe alla bocchetta che si trovava in strada davanti al Vaccaj e che era collegata ad una vasca, di acqua non ne era uscita. Perché la vasca era vuota. A riempirla “doveva essere il Comune di Tolentino, ma a causa di una serie di diatribe, il Comune non l’aveva riempita” dice l’avvocato difensore di uno degli imputati, il legale Paolo Carnevali. In base a questa testimonianza, il legale aggiunge “l’incendio nel teatro all’inizio era piccolo e si è propagato perché non c’era l’acqua nella vasca di decantazione. Se ci fosse stata, poteva essere spento facilmente”. Il legale ha poi aggiunto, in merito alla costituzione di parte civile del Comune di Tolentino (assistito dall’avvocato Pietro Siciliano), che “la contestiamo, perché il Comune è già stato risarcito dall’assicurazione”. Il risarcimento all’ente è stato di 2 milioni e 605mila euro. Gli imputati sono difesi, oltre che da Carnevali, dagli avvocati Stefano Migliorelli, Francesco Governatori, Marco Manfredi.
(Gian. Gin.)
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