Chiesa gremita per l’ultimo saluto all’ex sindaco Gian Mario Maulo. Sulla bara la Bibbia, un ramoscello di ulivo e una bandierina tricolore portata dal cavalier Prato
di Alessandra Pierini
Più che una cerimonia funebre, l’ultimo saluto a Gian Mario Maulo, ex sindaco di Macerata, insegnante e poeta (leggi l’articolo) è stata un’agorà. Il “banchetto di Gian Mario”, come l’ha definito don Flaviano d’Ercoli, il giovane salesiano che ha celebrato, con altri 10 sacerdoti il funerale, è riuscito a radunare nella chiesa di Santa Madre di Dio a Macerata, oltre ai suoi studenti e familiari, generazioni di esponenti politici di ogni estrazione, età e colore. Per un’ora, nel nome dell’ex sindaco, ognuno entrando in chiesa ha abbandonato ideologie , appartenenza politica, conflitti e ambizioni elettorali per ragionare su temi più alti, sul senso della vita e della morte, su come la vita va affrontata con libertà di spirito e di amore. Per un’ora, centro, destra e sinistra non sono esistiti e persino Adriano Ciaffi e Graziano Pambianchi hanno smesso il loro “fardello politico” per essere semplicemente uomini, così come gli assessori e i segretari di partito e gli aspiranti candidati sindaco.
La famiglia dell’ex sindaco Maulo. Da sinistra Ortensia, Sara e Annarita
«Non voleva andare via Giammario – ha raccontato don Flaviano, che più volte era andato a trovarlo – eppure si è messo a disposizione e ha accettato. Gli piaceva molto la vita, gli piacevano le cose che faceva, l’insegnamento, la poesia, la politica, eppure non si è sottratto all’invito del Signore, è andato prima di noi e ci farà da guida. Sapeva ridere di sé. Una sera è venuto a trovarci all’istituto salesiano e durante un momento conviviale ha fatto grasse risate raccontando la sua esperienza da sindaco».
Sulla bara un ramoscello d’ulivo e la Bibbia, simboli di cristianità, ai quali il cavalier Franco Prato ha aggiunto un suo omaggio, una bandierina tricolore. Accanto all’altare il gonfalone del comune di Macerata, in prima fila accanto alla moglie Annarita e alle figlie Sara e Ortensia, il sindaco Romano Carancini, il vice sindaco Federica Curzi e il presidente del Consiglio Romano Mari.
L’uscita della bara dalla chiesa
E’ stato Nazzareno Gaspari, ex preside dell’istituto tecnico commerciale e ex consigliere a ricordare l’amico da 50 anni: «Gian Mario – ha detto – ha lasciato il segno. Ho letto su Facebook i suoi alunni che lo ringraziano per aver insegnato loro il giudizio critico. Penso che sia il commento più invidiabile per chi insegna filosofia. Questo dimostra che il suo insegnamento non convenzionale era basato sui bisogni dei giovani». Solo un accenno alla vita politica con Città dell’uomo che lo portò ad essere protagonista e in prima linea tra la gente «dove pulsa la vita», per poi passare a raccontare la sua famiglia e l’amore per la poesia.
«Con la moglie Annarita, – ha proseguito l’amico – è stato esempio di accoglienza. Aveva un senso alto e generoso della vita. Era una presenza costante nelle sue molteplici attività, anche nella fede, vissuta come ragione di speranza. Poi la poesia, la prima raccolta risale a 30 anni fa».
Per finire una promessa che Gaspari ha fatto rivolgendosi alla moglie dell’ex sindaco Annarita e alle figlie Sara e Ortensia: «Non è riuscito a vedere la sua ultima raccolta ma noi la pubblicheremo, lo faremo non per lui ma come dono per noi. Aveva scelto la poesia come canale con tutti noi in questo periodo di malattia. Dal San Raffaele e anche dalla rianimazione di Macerata consegnava con cadenza settimanale le poesie da pubblicare su Facebook e da inviare per mail a un gruppo di noi. E’ stato un lungo commiato ma le sue poesie non sono mai state lamentose, si poneva domande e dava le risposte della fede. La sua ultima poesia interpreta questo saluto di oggi, questo momento con serenità, speranza e certezza anche se non poteva sapere quello che stava per accadere».
Il sindaco Carancini ha salutato la famiglia
E’ stata la figlia Sara – con lei il marito Enrico Sabbatini – a leggere l’ultima poesia di Gian Mario Maulo (leggi l’articolo) sollevando un grande applauso. La famiglia ha scelto di devolvere le offerte all’Anffas di Macerata sia per l’attività ordinaria, che per la realizzazione della casa famiglia. «Siate generosi con le offerte – ha sottolineato Sara – papà teneva molto a questa associazione».
I tanti, tantissimi che hanno gremito la chiesa e quelli rimasti fuori, nel cortile, sono rimasti per un’ora in un silenzio solenne. L’amen finale del sacerdote come un “rompete le righe” ha rotto l’incanto e le voci di quanti si sono riversati in chiesa ad abbracciare i familiari hanno preso il sopravvento, coprendo anche il canto finale, nonostante lo sforzo dei cantanti di alzare il volume. In ogni angolo della chiesa qualcuno ha raccontato a qualcun altro un aneddoto o una caratteristica o un momento del suo rapporto con Gian Mario.
Per un’ora intera, dopo la fine della cerimonia, in molti sono rimasti nell’agorà a discutere, a confrontarsi, semplicemente a raccontare. La bara si è affacciata dalla porta della chiesa quando la giornata, assolata e splendente come nessuno si aspetterebbe a novembre, giungeva ormai al tramonto, da sempre per i poeti uno dei momenti di massima ispirazione. Sullo sfondo del rosso del cielo, mentre il sole iniziava a spegnersi, per Gian Mario Maulo si è levato un ultimo e lungo saluto, carico di poesia.
(foto di Guido Picchio)
Il gonfalone del comune di Macerata all’uscita della bara
Sara, una delle figlie di Gian Mario Maulo
La moglie dell’ex sindaco Annarita
L’altra figlia, Ortensia
Gli assessori Alferio Canesin e Stefania Monteverde
Al funerale anche Anna Menghi, sindaco subito dopo Maulo
Il cavalier Prato ha omaggiato Maulo con una bandierina tricolore
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Non avrei mai creduto che un funerale si trasformasse in una manifestazione gioiosa e serena. Potenza della Fede. Mi piace ricordare Gian Mario e Annarita quando erano fidanzati e quando avevano le figlie piccoline. Oggi le ritrovo grandi, con il loro avvenire davanti. Eravamo diversi colleghi di Annarita a salutare Gian Mario. Rimane di lui il bene fatto a tanta gente, compresi quelli che amano l’Arte. Dio lo benedica.
l’Arte non fa che dei versi, solo il cuore è poeta…
Anche a me (che evito, quando posso, i funerali) il funerale di Gian Mario, ieri, ha dato un grande senso di pace e serenità. Non so perché. Sono solo sicuro che non sia dipeso dalla mia stretta parentela con lui, perché i funerali di familiari ed amici sono sempre, per me, strazianti.