L’Anpi di Tolentino ricorda Paolo Pace a 100 anni dalla nascita

Pittore, incisore e primo sindaco di Tolentino nel dopoguerra dopo aver fatto la lotta di Liberazione

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Paolo Pace fotografato mentre dipinge un paesaggio

Paolo Pace fotografato mentre dipinge un paesaggio

Cento anni fa nasceva Paolo Pace (23 agosto 1914 –  23 aprile 1961), pittore,  incisore (del quale nei giorni scorsi abbiamo ricordato anche il suo passato di artista, leggi) e primo sindaco di Tolentino. Restò in carica dal 18 marzo del 1945 al 24 marzo del 1946  e poi confermato primo cittadino, dal 25 marzo del 1946 al 10 giugno del 1951. Eletto dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e prima ancora ispiratore di quella lotta di Liberazione che ha suscitato i più alti principi istituzionali e costituzionali, Paolo Pace ha guidato con concretezza la rinascita di Tolentino e forse dell’intero territorio maceratese, lasciando un esempio altissimo di amministratore illuminato e pronto a confrontarsi con quelle che sono state le sfide della ricostruzione post-bellica. Del suo passato di combattente riceviamo il ricordo della sezione tolentinate dell’Anpi “Martiri di Montalto” presieduta da Lanfranco Minnozzi:

Nota foto: piazza della Libertà 30 giugno 1944, Paolo Pace a fianco alla bandiera con i baffi.

Piazza della Libertà 30 giugno 1944, Paolo Pace a fianco alla bandiera con i baffi

“Ricordarlo nel suo lato artistico e non dimenticare le sue qualità di uomo libero, combattente nelle file partigiane da comandante, sindaco di Tolentino per meriti antifascisti, sarebbe uno smacco per Paolo Pace fortemente voluto dai cittadini e dal comitato di liberazione di Tolentino sindaco della nostra città, meriti che Pace conquistò contro l’oppressione nazifascista. Forse i più giovani non conoscono la figura poliedrica di Paolo Pace, primo Sindaco della città  dopo la Liberazione a cui aveva partecipato come partigiano oltre che di stimato artista, se non in quanto intestatario di una via di Tolentino. Certamente, però, lo conoscono le autorità, l’elité culturale della città. Di lui sappiamo che dopo aver frequentato le scuole superiori, alla fine degli anni trenta si trasferì a Roma per approfondire gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti, dove seguì i corsi di Pittura con le lezioni di Anatomia e la Scuola di Nudo. Una volta diplomatosi, svolse anche le funzioni di assistente a Cipriano Efisio Oppo, pittore vicino alla Scuola Romana, e Segretario del Sindacato Fascista Belle Arti. Tra il 1931 e il 1943, il giovane, si avvicinò alle posizioni del Partito Comunista Italiano, a cui aderì durante la militanza partigiana. Nel giugno 1940 si arruolò e fu inviato in Albania con il grado di caporale dei Granatieri. Sofferente per il congelamento del piede destro e per il manifestarsi di disturbi cardiaci nel 1941 ottenne il congedo illimitato, anche se, a fine novembre, fu nuovamente richiamato e destinato al deposito di Viterbo del suo reggimento d’appartenenza, il 3° Granatieri di Sardegna. Gli impegni militari non gli impedirono però di perfezionare la sua esperienza incisoria, tanto che in quegli anni incise all’acquaforte un cospicuo numero di lastre e iniziò l’attività espositiva nel 1942 con la partecipazione alla X Mostra Sindacale Romana. Dopo l’8 settembre ritornò nelle Marche, dove fu internato nel campo di Sforzacosta insieme a tanti altri conterranei nati tra il 1914 e il 1926, dalle quali riuscì a evadere unendosi alle prime formazioni partigiane. Il 12 marzo 1944 sfuggì alla fucilazione a Castel di Croce di Rotella, in provincia di Ascoli Piceno.
Subito dopo, divenne commissario politico e comandante di una formazione partigiana a Borgiano di Serrapetrona. Inoltre, diresse i dodici numeri del periodico dell’ANPI di Macerata, “Risorgimento Marchigiano” e nello stesso, 1946 fu eletto Sindaco di Tolentino tornando alla scadenza di mandato a Roma, città in cui poté compiere la sua carriera artistica. Purtroppo, a fine 1959 per gravi motivi di salute preferì tornare nella sua città natale. L’Anpi di Tolentino vuole commemorare la sua figura con un’iniziativa concomitante alla presentazione della biografia di Nunzia Cavarischia, la più giovane partigiana d’Italia, che con Paolo visse momenti di libertà e di lotta”.


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