Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner di Goletta Verde, la storica campagna estiva di Legambiente che in questi giorni ha analizzato lo stato di salute del mare marchigiano. “La difesa dell’ambiente, e del mare in particolare, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Elena Susini, responsabile Comunicazione del COOU. L’olio usato è ciò che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare gravemente l’ambiente: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in acqua inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. In tutta Italia, delle 396mila tonnellate di olio lubrificante che sono state immesse al consumo nel 2013, il Consorzio ha raccolto 171mila tonnellate di olio usato, la quasi totalità del potenziale raccoglibile. Nelle Marche sono state recuperate 6.051 tonnellate, 1.124 delle quali in provincia di Macerata. La piccola percentuale che ancora sfugge alla raccolta si concentra nel settore industriale e in particolar modo nel “fai da te” in autotrazione, nautica e agricoltura. “Si tratta di circa 10mila tonnellate che, se fossero tutte sversate in mare, inquinerebbero una superficie pari a 47 volte il Lago di Garda. Con la nostra attività di comunicazione – conclude Susini – cerchiamo di modificare i comportamenti scorretti di chi crede che piccole quantità di olio usato disperse nell’ambiente non provochino danni gravi”. In 30 anni di attività il COOU ha raccolto 5 milioni di tonnellate di olio usato, che avrebbero potuto inquinare una superfice d’acqua pari a due volte il Mar Mediterraneo.
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Allora ci fanno fare la raccolta dell’olio i appositi contenitori per rivenderlo? Ho capito male? Ma fosse cosi perché non ci pagano per raccoglierlo, guadagnano due volte,( c’è una virgola ) o mi sbaglio?
Raccogliere l’olio usato non e’ un obbligo imposto che richiede una compensazione economica . E ‘ un dovere verso noi stessi e l’ambiente in cui viviamo. Mi sembra che l’articolo sia chiaro sugli effetti negativi di una mancata raccolta. A volte i commenti sui temi dei rifiuti e del riciclo partono da questa mancata comprensione che la pratica della differenziazione e del recupero/riciclo sia soltanto nel nostro interesse come collettività e non una imposizione odiosa a cui sentirsi obbligati. E’ opportuno riflettere e lavorare su questo aspetto
Ho riletto l’articolo 3 volte e non mi sembra ci sia scritto che l’olio raccolto venga rivenduto!!! Bah
Buonasera a tutti, sono un giornalista e mi occupo di comunicazione ambientale. Sto seguendo con interesse la conversazione che si è sviluppata e mi permetto di chiarire alcuni punti. Innanzitutto si sta parlando di oli lubrificanti usati, e non di quelli da cucina: quelli, per capirci, che consentono ai motori delle nostre automobili (ma anche di fabbriche e industrie) di funzionare. In Italia la raccolta di questo tipo di rifiuto pericoloso è gestita dal Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati a titolo gratuito: il COOU raccoglie l’olio usato presso i detentori (autofficine, stazioni di servizio) e lo rigenera, creando un olio base nuovo. Gli effetti negativi sull’ambiente che derivano dalla mancata raccolta sono quelli descritti nell’articolo, e la mancata raccolta deriva da attività illegali o da privati cittadini che cambiano da se l’olio del proprio mezzo (auto, barca, trattore) e lo sversano nell’ambiente, ignorando spesso i danni che tale azione comporta.
Ben detto
La mia non è un ACCUSA!
Solo un domanda, che fine fa tutto questo olio? Scusate la mia ignoranza ma non tutti sappiamo il suo processo di recupero.
Che dopo dobbiamo comportarci sempre meglio nel rispetto dell’ambiente sono pienamente d’accordo anzi lo si doveva fare prima al momento della creazione e come la plastica o altri materiali costruiti ma senza pensare ad un corretto riutilizzo dello stesso.
La sua è una domanda più che lecita, anzi è importante che un numero sempre maggiore di cittadini abbia la consapevolezza che ormai i rifiuti, se ben gestiti, rappresentano una risorsa per la collettività e non un rischio per l’ecosistema. Nel caso degli oli lubrificanti usati, questo rifiuto viene raccolto dal COOU e riciclato tramite un processo che si chiama rigenerazione. Torna quindi ad essere olio nuovo che alimenta i motori delle automobili, barche, industrie etc. Visto che l’ olio lubrificante “nuovo” si ottiene dalla lavorazione del petrolio, più si ricicla e meno l’Italia importa petrolio.
Grazie Domenico capisco anche il suo sentimento e rispetto per la gente e l’ambiente la ringrazio di nuovo.