di Giacomo Alessandrini
Sold out positivo dall’inizio alla fine, per la nostra Rassegna “Quid Culturae d’estate”, sebbene ieri sera il concerto degli Os Argonautas abbia avuto più di un… “dirottamento”: prima la pioggia violenta (e le pessime previsioni del tempo per la serata) che ha spinto a spostare la location dal Cortile Municipale alla Galleria Scipione; poi, del tutto inaspettatamente, il crollo di un capitello della facciata laterale del Palazzo degli Studi, che ha reso potenzialmente inagibile e dunque inutilizzabile la Galleria (ma parimenti impossibile il trasferimento del service al Cortile Municipale, perché nel frattempo si era fatta l’ora di cominciare e il Cortile – per quanto raccolto – è pur sempre uno spazio aperto e ingestibile soltanto acusticamente).
Si era vicini al forfait ma, come spesso avviene nei momenti peggiori, ecco balenare un’idea, alla quale gli Os Argonautas aderiscono con entusiasmo: spostiamoci in un locale aperto e adatto, che sia disposto ad ospitarci. Non sarà un concerto intero, ma un’opportunità per sanare almeno in parte la grande delusione del pubblico che nonostante il tempaccio del pomeriggio è venuto lo stesso.
La scelta cade su “Il Pozzo”, che meglio risponde ai requisiti: i proprietari, non nuovi né agli imprevisti né alle performances, accolgono con entusiasmo l’intenzione e salvano la serata nel migliore dei modi. La sala più interna del locale si riempie in breve, sia del pubblico originario sia degli avventori del pub. Trasbordo degli strumenti, organizzazione minima ma indispensabile del “proscenio”, saluto del nostro Filippo Davoli, e la magia ha inizio: concerto ineditamente e totalmente acustico (concerto, sì; perché quando Federica D’Agostino, la splendida voce del gruppo, annuncia l’intenzione di terminare lo spettacolo dopo il quarto o quinto brano, una voce maschile tra gli spettatori replica: “Do’ vai??”, e non c’è niente da fare, “suonare ti tocca” fino in fondo).
Concerto densissimo e unico, con i brividi per tutti i presenti, perché gli Os Argonautas sono in stato di grazia e, quando accade così, la cosa è sempre palpabile. Tra il pubblico, il virtuoso della chitarra Giorgio Severini, che annuisce soddisfatto all’eccellenza del gruppo; l’assessore Monteverde, che promette pubblicamente l’organizzazione di una serata settembrina con tutti i crismi per recuperare quella odierna, sebbene anche lei si accorga dell’energia miracolosa che ha percorso questa; gli amici del “Pozzo” che ringraziano noi di Quid (e ovviamente il gruppo) offrendo a tutti la cena; tanto che, quasi al termine della speciale esecuzione, Giovanni Chiapparino – leader degli Os Argonautas – ringrazia tutti e soprattutto il destino che, “grazie” a quel capitello, ha permesso l’insospettabile e superlativa versione acustica del repertorio del gruppo.
“Quid Culturae d’estate”, insomma, chiude i battenti sulla propria prima rassegna (perché ovviamente questo è stato solo l’inizio, se ne facciano una ragione i detrattori) con un bilancio ottimo, sia quanto a qualità degli eventi, sia quanto a numero di partecipanti.
A tale riguardo, ci preme l’obbligo di ringraziare il Comune di Macerata per la disponibilità, i maceratesi per l’attenzione e il coinvolgimento con noi; e, contemporaneamente, il Caffè Centrale per il supporto alla serata con Claudio Sanfilippo, Franco Dipré e il Caffè Venanzetti rispettivamente per il service e l’accoglienza della serata del 17 luglio, più i numerosi commercianti del Centro Storico più alcuni di Corso Cairoli e di Corso Cavour, che hanno reso possibile la realizzazione al meglio della rassegna.
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