di Sara Santacchi
C’è sempre una prima volta, dice lo slogan della storica vittoria del Muccia che ha consacrato i ragazzi del presidente Formaggi per la prima volta in assoluto nella loro storia in prima categoria. Un campionato entusiasmante, in cui si sono alternati momenti belli e momenti meno belli, ma nel quale a prevalere è stata sempre la forza del gruppo. Entusiasta come e più di tutti Giorgio del Gobbo per il quale vale altrettanto lo slogan “c’è sempre una prima volta” dal momento che con la sua Caradel, diagnostica e riabilitazione è entrato a settembre nella società festeggiando subito il primo traguardo. “Si, è un’avventura iniziata senza troppe pretese, dal nulla e che invece piano piano mi ha coinvolto a tal punto da arrivare a controllare ogni sabato l’aggiornamento del risultato del Muccia come prima cosa”.
E non potrebbe essere diversamente quando si compie una cavalcata del genere…
“Indubbiamente quando si vince è tutto bello – dice Del Gobbo – E’ stata un’autentica cavalcata trionfale, nonostante ci siano stati momenti anche meno facili che nell’arco di una stagione sono normali”.
Quali in particolare?
“Beh più che altro mi riferisco a cose normali, qualche assenza per qualche infortunio per esempio. A proposito vorrei fare un grande ringraziamento al massaggiatore Mauro Tamburrini che ha seguito passo dopo passo la squadra facendo un gran lavoro”.
Il momento più bello?
“Penso durante i play off. Alla vigilia della partita con la Palmense sapevamo che avevamo buone probabilità di ripescaggio, ma arrivare a vincere e festeggiare è significato raggiungere tutti gli obiettivi possibili. Mi tornano in mente momenti straordinari, dai festeggiamenti sotto la doccia all’euforia per un traguardo che per una squadra come il Muccia rappresenta qualcosa di storico”.
La prossima stagione, dunque, sarà Prima categoria. Quali sono le intenzioni?
“Quindi ci rimetteremo a tavolino a breve e inizieremo a pianificare quelle che sono le nostre intenzioni. Sono solito mantenere i piedi per terra perché fare voli pindarici spesso comporta anche il rischio di una caduta dolorosa. L’intenzione è di costruire una squadra che sappia affrontare il campionato dignitosamente, poi si vedrà strada facendo
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