di Gianluca Ginella
Bancarotta preferenziale nell’ambito del crac della Sira cucine di Treia, otto persone rinviate a giudizio, tra loro il direttore di Banca Marche, Luciano Goffi, all’epoca dei fatti direttore generale della Banca popolare di Ancona, e vertici e dipendenti della Bpa.
Questa mattina al tribunale di Macerata il gup Domenico Potetti ha rinviato a giudizio otto persone nell’ambito del fallimento della Sira spa. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Cristina Polenzani, le persone rinviate a giudizio avrebbero concorso tra loro per realizzare due mutui e relative garanzie ipotecarie, uno da 500mila euro e uno da 1 milione e 400mila euro, in modo da porre la Bpa in una posizione agevolata rispetto ad altri eventuali creditori della Sira. Il primo è dell’8 febbraio 2007 e sarebbe stato concesso all’amministratore di fatto della Sira spa, Lorenzo Piermattei (oggi rinviato a giudizio) per un importo di 500mila euro. Parte di questa somma (485mila euro) venne poi versata, dice l’accusa, sul conto corrente passivo acceso dalla Sira spa alla Banca popolare di Ancona. E contemporaneamente, dice l’accusa, sarebbe stata costituita “fittiziamente una garanzia ipotecaria sui fabbricati e terreni siti in Treia, di proprietà di Piermattei, in favore della Banca Popolare di Ancona e così facendo trasformavano un preesistente credito chirografario della mutuante in privilegiato costituendo in tal modo un titolo di prelazione a favore di quest’ultima in danno di ogni altro creditore”. Questa contestazione viene mossa a Luciano Goffi, in qualità, all’epoca dei fatti, di direttore generale della Bpa, a Raniero Viviani, presidente del Cda della Sira spa (dal dicembre 2006 al giugno 2008) a Mauro Pesce, amministratore delegato dell’azienda dal gennaio 2007 al settembre 2008, a Carlo Audino, responsabile della direzione crediti della Bpa, a Fabio Sparapani, assistant account manager di Bpa alla filiale di Civitanova, ad Alfredo Camilloni, account manager corporate di Civitanova (tutti rinviati a giudizio oggi). A Camilloni, Goffi, Pesce e a Roberto Paolucci, responsabile servizio credito anomalo della Bpa (oggi rinviato a giudizio), viene contestato anche un mutuo concesso il 14 aprile del 2008 di un milione e 400mila euro della Bpa a Viviani sotteso, dice l’accusa, ad un fittizio preliminare di vendita di un complesso immobiliare di corso Cavour a Macerata tra lo stesso Viviani e Piermattei, “la cui somma – dice l’accusa – benché formalmente erogata a Viviani veniva utilizzata da Piermattei versando la somma di 688mila euro sui conti correnti passivi accesi alla Banca popolare di Ancona intestati alla Sira spa; contemporaneamente costituivano fittiziamente una garanzia ipotecaria in favore della Banca popolare di Ancona di 2 milioni e 100mila euro sul complesso immobiliare di proprietà di Piermattei e così facendo trasformavano un preesistente credito chirografario della mutuante in privilegiato, costituendo in tal modo un titolo di prelazione a favore di quest’ultima in danno di ogni altro creditore”. Queste le accuse contestate alle otto persone rinviate a giudizio oggi. Gli imputati sono difesi, tra gli altri, Pietro Siciliano, Massimo Bertola, Roberto Gianfelici. Il processo si aprirà il 29 settembre al tribunale di Macerata. La curatela, costituitasi parte civile, è assistita dall’avvocato Gerardo Pizzirusso.
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