di Carmen Russo
Un appuntamento con la storia, quello che si è svolto oggi all’istituto per geometri Bramante di Macerata. La storia di un passato che si intreccia inevitabilmente con il presente come quella di Giorgio Perlasca, un uomo nobile e umile che a Budapest si finse un Console spagnolo per salvare, nell’inverno del 1944-’45, migliaia di ungheresi di religione ebraica dallo sterminio nazista. La grandezza di quest’uomo sta, oltre che nel coraggioso gesto, anche in un’altra scelta che egli fece quando tornò in patria, ossia quella di tenere nascosta questa vicenda e di non parlarne con nessuno, con la motivazione di aver agito così per proprio dovere. Ma la verità, specialmente se così importante, viene sempre a galla e fu quello che accade quando alcune donne, salvate quel famoso giorno da Perlasca, misero un annuncio sul giornale per cercare quel diplomatico che le salvò. Solo così, la bella storia, taciuta da Giorgio Perlasca venne alla ribalta tanto da essere annoverato tra i “Giusti tra le nazioni” nel Museo dello Yad Vashem. «La differenza tra un eroe e un giusto sta nel non vantarsi di ciò che si fa di buono» – ha detto suo figlio Franco Perlasca, presidente dell’associazione Perlasca, impegnata a portare in giro la storia del finto console che salvò la vita a migliaia di persone.
I ricordi, i racconti e le spiegazioni di Franco Perlasca sono stati al centro della mattinata, nell’incontro organizzato con gli studenti del Bramante. «C’è un riscontro molto forte tra i ragazzi nei miei incontri con loro. All’inizio non volevo sapere nulla di questa storia e l’ho lasciata nell’ombra, ma poi ho capito il vero valore di ciò che aveva fatto mio padre e ho deciso di raccontarlo per trasmettere l’idea che qualcosa, anche nel piccolo, di può fare – dice Franco Perlasca e continua – La vita è fatta di scelte, e mio padre ne ha fatta una. Io di conseguenza ho deciso di dedicare il mio tempo fuori dal lavoro per diffondere questa storia».
Tutte le classi del Bramante hanno seguito attentamente l’incontro e tra i presenti il preside Pierfrancesco Castiglioni, il colonnello della Finanza Paolo Papetti, la presidentessa del Collegio dei geometri Paola Passeri e i rappresentanti dei genitori.
Ad accompagnare Franco Perlasca in tutti gli appuntamenti con il pubblico, anche sua moglie Luciana Amadio: «Ero molto legata a mio suocero – ha detto – Una volta, dopo che ebbe l’ictus, mi confidò di avere delle carte che voleva mostrarmi, dicendo “Vedrai, ho fatto anche io qualcosa di buono nella mia vita”. Quello a cui ci condusse era il suo memoriale, ma in quell’occasione non dammo peso alla storia, preoccupati più che altro dal suo stato di salute. Poi si riprese e vennero a trovarlo alcune donne che lui aveva salvato e venimmo a conoscenza di tutto. Da allora abbiamo cercato di diffondere il suo messaggio e quello che non è l’apparire, ma l’essere la cosa più importante».
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Personaggio splendido! Il suo libro fa accapponare la pelle soprattutto per quello che lo stato italiano è riuscito a combinare dopo la guerra …
che peccato!!! non sapevo nulla di questo incontro!!!! avrei partecipato molto volentieri!!! sig jack..per cortesia mi può dire il titolo del libro? grazie.