Poco prima
Le braci degli sms che si spengono,
la stanza inerme sprangata
in cui tutte le notti affiora una polla
d’acqua e luce, che chiede di sedersi
sul cuscino, a contemplare.
Il sonno atomico che marchia
il materasso delle doghe,
il fondale plasmato dalla notte
a piccole dune. E l’esistenza quotidiana,
fatta di carne e vetri sporchi,
la cenere sottile dell’alba
che scavalca le colline e pronuncia
sulle labbra di ognuno la parola
misteriosa, quella che fa sfilare dalle porte
le sagome instabili dei corpi, poco prima
che scocchi il rintocco sul quadrante
e si popolino di altri le stanze
che occupavamo noi.
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